Obbligatorio
vaccinarsi e finire le scuole
di Ferdinando Camon
"Panorama" in
edicola il 19 novembre 2015 con data 25
A giudicare dalle lettere che mandano ai giornali, i genitori che non vogliono
sottoporre i figli alle vaccinazioni obbligatorie fraintendono il problema.
Pensano: «Io non vaccino mio figlio, il rischio di prendersi queste malattie è
basso, e preferisco correrlo: se mio figlio si ammala, m'impegno a curarlo, e
sono a posto con lui, con me e con la società». Non è vero. Vaccinarsi non
protegge dalle malattie soltanto il bambino che si vaccina, ma tutti i bambini
che vivono con lui, e perfino quelli non ancora nati. Quando s'è decisa
l'obbligatorietà delle vaccinazioni, si è stabilito un dovere collettivo: «Ci
vacciniamo tutti, così la malattia sparisce». È questo il traguardo. Chi non
vaccina il proprio figlio fa un sabotaggio verso questo traguardo. Io ho il
dovere di vaccinare mio figlio, che va a scuola, ma ho il diritto che il suo
compagno di banco o di classe sia vaccinato. C'eravamo riusciti a far sparire
le malattie bloccate dai vaccini, e si contava di sospendere le vaccinazioni,
in quanto non più necessarie. Ma ora quelle malattie ricompaiono, perché?
Perché arrivano bambini non vaccinati. Ecco perché deve tornare l'obbligo di vaccinare
tutti. La soglia dei non-vaccinati sopra la quale non si può salire, perché si
renderebbe possibile l'entrata dei bacilli, è il 5%. Noi la stiamo superando.
Tornare subito a vaccinare i bambini, tutti, rientra tra gli obblighi a cui
bisogna adempiere, per il bene della società.
Un altro è quello della scuola dell'obbligo. Se è stato stabilito che è
“dell'obbligo”, vuol dire che non devono più esistere bambini e ragazzi che non
la frequentano, cioè che non la cominciano o non la finiscono. Qui vale lo
stesso principio della vaccinazione: i bambini devono essere vaccinati per non
essere portatori di malattie tra i compagni di scuola o di gioco o di
quartiere, e così i ragazzi devono aver frequentato la scuola dell'obbligo, e
averla finita, per non essere portatori dentro la società di malattie
mortali per la società stessa, come l'ignoranza, l'incapacità di ascoltare, di
leggere e di capire, un telegiornale, un giornale o un libro. Il bambino non
vaccinato non dovrebbe avere il permesso di andare a scuola. Inquina
l'ambiente, lo rende recettivo ai bacilli. E l'uomo che non ha finito le scuole
dell'obbligo non dovrebbe poter votare. Il suo voto inquina il risultato
elettorale. Votare è un'azione altamente intellettuale, presuppone
informazione, conoscenza della Costituzione, coscienza di ciò che si fa e di
quel che succede nel mondo. Solo così il voto è “responsabile”. Il voto
dell'analfabeta e dell'ignorante è per forza di cose “irresponsabile”. Quando
Platone diceva che a governare lo Stato devono essere i filosofi, intendeva
questo: gente che sa quel che fa col suo voto. Dicendo questo, non sto
togliendo il diritto di voto a chi non ha finito le scuole. Sto dicendo che non
deve più esistere gente che non finisce le scuole. Vaccinati e scolarizzati, la
convivenza parte da qui.
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