Il
"Dio assassino" di Charlie Hebdo
di Ferdinando Camon
"Il Mattino di Padova
" 11 gennaio 2016
Quanto dirò non incontrerà il consenso di tutti, forse molti dissentiranno, ma
lo devo dire: i jihadistj han fatto stragi in giro per
il mondo, adesso si son messi anche a stuprare e molestare le donne europee,
eppure l'ultima vignetta diCharlie Hebdo (il settimanale francese famoso per i disegni
contro l'Islam) non mi piace. Raffigura un uomo in fuga, curvo, una gran barba,
un triangolo sulla testa, un kalashnikov in spalla. La didascalia dice:
“L'assassino è sempre in fuga”. L'allusione è a quel membro del commando
stragista di Parigi ancora ricercato. Ma la figura della vignetta non ammette
dubbi: il personaggio raffigurato è il Dio degli ebrei, dei cristiani e dei
musulmani. Il messaggio a ciascuno di noi è: “Il tuo Dio è un assassino”. È una
vignetta offensiva per tutti, cristiani e non cristiani, ebrei e non ebrei,
musulmani e non musulmani. A nome di una di queste appartenenze mi sento
oltraggiato e offeso.
Conosco altri che sono cresciuti, come me, dentro la civiltà creata da una di
queste fedi, e ritengo ingiusto e inaccettabile che venga loro dichiarato
pubblicamente, a mezzo stampa, sulle copertine, sui manifesti, nelle edicole,
nelle sale di lettura, che sono seguaci di un assassino. Chi sono, coloro
a cui penso?
Pochissimi esempi, chiusi in un piccolo spazio, nel cuore del Veneto. Un
missionario salesiano, un educatore, che ha passato tutta la vita in India, a
istruire i bambini. S'è innamorato della cultura e della letteratura indiana, è
diventato il principale traduttore in Italia del poeta Tagore,
premio Nobel. Durante qualcuna delle sue discese in Italia, ho presentato i
suoi libri e così l'ho conosciuto. S'è ammalato più volte nella terra di
missione, ha avuto l'estrema unzione. La sua scuola era così apprezzata dalle
madri indiane, che cercavano d'iscrivere i loro figli alla prima elementare
anche prima che avessero 6 anni. Dichiaravano un anno di più, o anche due. Il mio
missionario, con i suoi compagni, aveva trovato il rimedio a questo inganno:
mettevano i bambini in fila, lungo la strada, e li passavano in rassegna. Li
invitavano ad alzare il braccio destro e passare la mano sopra la testa per
toccare l'orecchio sinistro. Se ci arrivavano, avevano 6 anni, se no ne avevano
meno, e venivano rimandati indietro, con grande costernazione delle loro madri.
A scuola imparavano matematica, inglese, geografia, storia. Le madri ci
tenevano. Era la salvezza, per i figli. Era seguace di un assassino,
quest'uomo? Uccideva? Faceva il male? La vignetta lo insulta. È iniqua e
intollerabile.
Vicino a dove abito c'è un orfanotrofio, con i bambini per l'adozione.
Un'anziana signora ci lavorava, seguiva i piccoli, e ne voleva adottare uno.
Una di quelle donne altruiste, miti, religiose, che sembrano suore anche se non
sono suore. Quand'è arrivato il suo turno le han detto: “Signora, ne scelga
uno”. Lei ha puntato il dito e ha risposto: “Quello”. Era un bambino solitario,
sempre separato da tutti, non parlava mai. Cieco. L'unico bambino cieco di
tutto il gruppo. Quella donna faceva il bene perché era buona e perché era
cristiana. È un'assassina? Seguace di un assassino? La vignetta blasfema le
sputa in faccia. No, non mi piace questo tipo di satira. Fa scandalo per
trovare un mercato, e lo trova, ma fa strame del merito, della virtù, del
sacrificio di tante persone che hanno il torto di essere seguaci di una fede,
ebrea o cristiana o musulmana. Ci sono dei malvagi tra i primi e i secondi e i terzi.
Ma non puoi accusare di assassinio un credente solo perché è un credente. Può
anche essere migliore di te, più buono, più generoso. «Se una religione non
insegna a fare il bene, non ha importanza. Se insegna a fare il bene, allora è
importante», dice Erich Fromm. Tra la gente che spende la vita in giro per il
mondo ad aiutare chi ne ha bisogno, e gente che siede in ufficio a disegnare
figure blasfeme per avere successo, io preferisco la prima.
www.ferdinandocamon.it