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Editoriali
» Il perdono dell'aborto, di Ferdinando Camon |
02/12/2016 |
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Il
perdono dell'aborto
di
Ferdinando Camon
Quotidiani
locali del Gruppo "Espresso-Repubblica"
23
novembre 2016
Postato
e discusso su Facebook
Qualcuno
si domanda se questo Papa sia ancora cattolico. Troppe rivoluzioni,
troppi salti in avanti, troppi perdoni, troppe riconciliazioni,
troppe aperture alle altre religioni…: se la Chiesa Cattolica
ha una tradizione etica, questo Papa reinventa l’etica ex novo.
Non legge San Paolo, legge Dostoievski. Lo ammette lui stesso. Non si
domanda che cosa è coerente, che cosa è nei testi, ma
si domanda che cosa è giusto, che cosa è nella
coscienza. L’ultima rivoluzione la fa con il perdono
all’aborto. La condanna dell’aborto è sempre stata
un pilastro della dottrina cattolica, appena quella dottrina s’è
fatta legge dello Stato. Diciamo dunque: da Costantino a Wojtyla.
L’aborto era un omicidio aggravato dalle massime aggravanti:
l’assassino è colui che dovrebbe dare la vita,
l’assassinato è massimamente innocente, perché
non è ancora nato. Wojtyla era arrivato al punto di
considerare una colpa grave non solo l’aborto, cioè
l’eliminazione del feto concepito, ma anche i farmaci che
impediscono il concepimento: i contraccettivi erano considerati uno
strumento di aborto anticipato.
Piccola-grande domanda: ma se
l’aborto è una colpa, perché è colpa
soltanto della donna? Se perdonare una donna che aveva abortito era
così difficile, da rendere necessario un confessore speciale,
un vescovo o chi per lui, perché la stessa imperdonabilità
non gravava anche sull’uomo che l’aveva messa incinta?
C’era, fino a tre giorni fa, nella Chiesa cattolica, una
visione maschile del problema: era un problema e una colpa delle
donne. La società è un groviglio di lotte. In ogni
lotta, perde l’elemento più debole. Ora, con la venuta
di Papa Bergoglio, la Chiesa cattolica assume come suo punto di
vista, in tutti i campi, proprio l’elemento più debole.
In campo sociale, con la preferenza per i poveri, i barboni, i
disoccupati. Nel campo politico, con la vicinanza agli immigrati, da
qualunque terra, da qualunque civiltà, da qualunque religione.
Nel campo sessuale, con l’apertura agli omosessuali: “Chi
sono io per giudicarli?”, quando fino a ieri le società
cattoliche li bruciavano vivi, spargendo finocchi sulla brace, per
confondere l’odore della carne bruciata. Ha aperto ai nostri
nemici secolari, gli eretici, gli scismatici. Ai cattolici separati,
gli anglicani. Ai tradizionalisti disobbedienti, i lefebvriani.
Adesso apre alle donne. Perché l’aborto è un
problema, un trauma, una ferita di cui l’uomo non sa niente.
Non per sua malvagità, ma per sua natura. Bergoglio stabilisce
e comunica al mondo la “perdonabilità”
dell’aborto, riducendolo a peccato per la cui assoluzione basta
un prete, che deve constatare il pentimento di colei che l’ha
commesso. E di colui, perché vanno inclusi anche i medici che
l’hanno eseguito. Non è eliminata la scomunica, ma per
levarla basta un prete. Gli anti-bergogliani (che crescono sempre di
più) sostengono che così si “banalizza”
l’aborto, facendolo scadere a semplice peccato. In realtà
non è vero. Papa Bergoglio non “sminuisce” le
colpe, ma “aumenta” la grazia”. Non porta un’idea
“meno peccatrice” dell’uomo, ma un’idea “più
perdonante” di Dio. Fino al Papa precedente, ma soprattutto con
Pio X e Pio XII, valeva un’idea terrifica della colpa e della
salvezza. Paolo VI emanò un’enciclica sul sesso e sulla
pillola, che i giornali britannici (pensando all’influenza che
avrebbe avuto sulle sterminate aree cattoliche del Sudamerica)
definirono “una catastrofe per l’umanità”.
Uno scrittore cattolico si domandò se era possibile la
“santità cattolica”, cioè la perfetta
conciliazione del credente cattolico col suo Dio. E rispose di no.
L’uomo non raggiungerà mai il suo Dio, il suo traguardo
non è il raggiungere, ma il camminare eternamente. Era il
cattolicesimo della scomunica, della sospensione a divinis, della
riduzione laicale, dei peccati che gridano vendetta, dell’obbedienza
politica e partitica… Bergoglio sta introducendo a grandi
passi la conciliazione con tutti. Non è più una Chiesa
cattolica. È una Chiesa cristiana.
www.ferdinandocamon.it
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