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  Editoriali  »  Migranti sė, migranti no, di Renzo Montagnoli 22/06/2018
 

Migranti sì, migranti no
di Renzo Montagnoli





Mi dovete credere se vi dico che quando vedo certe immagini in spot televisivi per invogliare a dare il nostro contributo a salvare degli esseri umani dalle loro condizioni di estrema indigenza mi si stringe il cuore, perché quei bambini ridotti a pelle e ossa non possono non farci vergognare della nostra condizione di opulenza, rispetto alla loro, ricchezza smodata ormai basata sul superfluo e su consumi esagerati, al di là delle effettive necessità. E’ allora che sogno che i governi dei paesi più evoluti si riuniscano e decidano di praticare una politica di aiuti e sostegni che da subito risolva il primario problema del cibo e poi gradualmente fornisca quanto necessario per arrivare almeno a un’economia di sussistenza. Non sarebbe difficile arrivare a ciò, ma ci viene detto che non è possibile aiutarli al loro paese, senza però specificare il motivo. Si tollera così una vera e propria invasione di cavallette, in cui si trova gente che scappa dalle guerre e altra che invece desidera solo un avvenire migliore, senza che però abbia la necessità di migrare per non morire di fame. Perchè sono proprio quelli che muoiono di fame che non arrivano da noi e che avrebbero necessità di essere soccorsi urgentemente, ma per quelli evidentemente non c’è un tornaconto, e così possono crepare nella loro immensa solitudine. Si dice che l’invasione non può essere fermata per svariati motivi fra i quali il fatto che la popolazione europea autoctona è in calo e che conseguentemente c’è meno forza lavoro. Nessuno si è posto il problema perché si fanno meno figli, perché i giovani, impossibilitati per lo più ad avere un lavoro continuativo non possono dare un minimo di programma al loro futuro, perché questo mondo dominato da uno sfrenato neoliberismo crea degli schiavi del consumo e necessita di schiavi della produzione. Rimbombano frasi retoriche sulla necessità di accogliere gente che in larga parte non ha i requisiti per essere accolta, ci sono ondate di pietismo che travolgono ogni mente raziocinante, c’è l’illusione in tal modo di essere giusti non accorgendosi di creare ingiustizia per i nostri fratelli, quelli del nostro paese, che hanno concretamente bisogno di aiuto e che vengono sempre più emarginati, spazzati via dall’indifferenza.
Dispiace doverlo dire, ma l’Italia, troppo vicina alle coste africane, è rimasta con il cerino in mano, abbandonata dagli altri europei che accolgono migranti solo previa valutazione. Il nostro paese non può e non deve farsi carico di un problema che è di tutti e specialmente sarebbe ora che venisse fatta piena luce su questo traffico di esseri umani.


 
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