Migranti
sì, migranti no
di
Renzo Montagnoli
Mi
dovete credere se vi dico che quando vedo certe immagini in spot
televisivi per invogliare a dare il nostro contributo a salvare degli
esseri umani dalle loro condizioni di estrema indigenza mi si stringe
il cuore, perché quei bambini ridotti a pelle e ossa non
possono non farci vergognare della nostra condizione di opulenza,
rispetto alla loro, ricchezza smodata ormai basata sul superfluo e su
consumi esagerati, al di là delle effettive necessità.
E’ allora che sogno che i governi dei paesi più evoluti
si riuniscano e decidano di praticare una politica di aiuti e
sostegni che da subito risolva il primario problema del cibo e poi
gradualmente fornisca quanto necessario per arrivare almeno a
un’economia di sussistenza. Non sarebbe difficile arrivare a
ciò, ma ci viene detto che non è possibile aiutarli al
loro paese, senza però specificare il motivo. Si tollera così
una vera e propria invasione di cavallette, in cui si trova gente che
scappa dalle guerre e altra che invece desidera solo un avvenire
migliore, senza che però abbia la necessità di migrare
per non morire di fame. Perchè sono proprio quelli che muoiono
di fame che non arrivano da noi e che avrebbero necessità di
essere soccorsi urgentemente, ma per quelli evidentemente non c’è
un tornaconto, e così possono crepare nella loro immensa
solitudine. Si dice che l’invasione non può essere
fermata per svariati motivi fra i quali il fatto che la popolazione
europea autoctona è in calo e che conseguentemente c’è
meno forza lavoro. Nessuno si è posto il problema perché
si fanno meno figli, perché i giovani, impossibilitati per lo
più ad avere un lavoro continuativo non possono dare un minimo
di programma al loro futuro, perché questo mondo dominato da
uno sfrenato neoliberismo crea degli schiavi del consumo e necessita
di schiavi della produzione. Rimbombano frasi retoriche sulla
necessità di accogliere gente che in larga parte non ha i
requisiti per essere accolta, ci sono ondate di pietismo che
travolgono ogni mente raziocinante, c’è l’illusione
in tal modo di essere giusti non accorgendosi di creare ingiustizia
per i nostri fratelli, quelli del nostro paese, che hanno
concretamente bisogno di aiuto e che vengono sempre più
emarginati, spazzati via dall’indifferenza.
Dispiace
doverlo dire, ma l’Italia, troppo vicina alle coste africane, è
rimasta con il cerino in mano, abbandonata dagli altri europei che
accolgono migranti solo previa valutazione. Il nostro paese non può
e non deve farsi carico di un problema che è di tutti e
specialmente sarebbe ora che venisse fatta piena luce su questo
traffico di esseri umani.
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