Quanto
è vero che la storia si ripete
di
Lorenzo Russo
Ciò
che tuttora sta succedendo nel mondo democratico non è altro
che il fallimento delle speranze che la sinistra ha inculcato nelle
menti degli uomini, vale a dire di poter creare in breve tempo il
paradiso in terra.
Già
in partenza non si era accorta che il paradiso non è creabile,
se non mutando i geni dell'uomo e che essi, per mutare nel meglio,
abbisognano di uno sforzo globale rivolto al miglioramento della
situazione sociale generale.
Il
primo segno di una eventuale possibile mutazione sarebbe la volontà
dei dirigenti di ogni attività esistente di frenare la loro
corsa alla ricchezza personale senza limiti.
Nello
stesso tempo dovrebbe anche mutare il comportamento delle classi loro
sottostanti, così che ne possa sorgere un clima di sostegno e
fiducia.
Con
questo intendo dire che la prima cosa che dovrebbe succedere sarebbe
l'acquisizione di una coscienza sociale globale di molto più
elevata dell'attuale, tanto da vedere nel prossimo non più un
concorrente, bensì un collaboratore necessario e affidabile.
Considerando
che ciò non potrà mai verificarsi a causa della troppo
egocentrica individualità dei soggetti, creante egoismo e
quindi cecità globale, è anche tempo perso rivolgersi a
un Dio della provvidenza, affinchè intervenga per l'uomo, in
quanto un tale intervento potrebbe verificarsi solamente nella mente
dell'uomo maturato.
Di
fatto è l'uomo che deve maturare per sentirsi vicino a questa
divinità, della quale ne ha oggi più che bisogno per
sopravvivere.
Lo
sviluppo demografico fuori controllo rappresenta un pericolo
gravissimo per la sopravvivenza umana, per cui il primo provvedimento
da praticare sarebbe il controllo rigido delle nascite, seguito da
una amministrazione austera e sotto continuo riscontro in ogni campo.
Speranze
per il futuro dell'umanità ne ho poche, anche perchè
non vedo nessuno che sia in grado di ottenere la necessaria
accettazione esecutiva e ancor meno di controllo.
Vedo
già sorgere conflitti gravissimi nei prossimi decenni che
decimeranno gran parte della popolazione da non escludere la sua
eliminazione.
L'unica
speranza che mi sostiene è che esista nel piano della
sopravvivenza un meccanismo che costringa l'uomo a rimediare in
tempo.
Me
lo immagino già le scene strazianti di una Umanità che,
con sguardo smarrito e rivolto verso il cielo, supplica il Dio della
salvezza, per la quale è pronta ad accettare ogni compromesso
prima ignorato.
Nonostante
il mio pessimismo, ritengo sia un dovere impegnarsi maggiormente per
evitare l'avverarsi di tale catastrofe.
Lo
ritengo un dovere morale e di coscienza come individuo di questo
pianeta, che vorrei lasciare a testa alta.
Nel
credo che la vita possa proseguire altrove in un altra forma, ritengo
che chi l'abbia vissuta in sobrietà e riverenza verso
l'ambiente e il vicino avrà migliori possibilità di
sopravvivenza.
E
qui aggiungo che il criterio di giudizio sarà l'impegno
assunto e non il risultato ottenuto.
Di
certo è un tema molto ipotetico e profondo, al quale ci si può
avvicinare unicamente con la fede sentita nell'animo.
Ed
è qui che mi sembra importante il connubio tra gli ideali di
fratellanza con la ragione.
Entrambi
sono indispensabili per evitare di creare più danni che
benefici.
Se
gli ideali sono l'energia creativa, sfociante spesso in caos e
distruzione di ogni ordine, la ragione assicura ordine e
praticabilità nel tempo.
Ritornando
al tema di questo mio scritto, spero che con il ritorno al governo
delle forze politiche appartenenti principalmente alla destra storica
queste dimostrino di essere maturate, cioè che la nuova destra
non sia la stessa del passato, una destra di approfittatori e
sfruttatori delle classi sottostanti.
Non
dimentichiamo che il sorgere della sinistra fu causato proprio dal
mal governo di una tale destra sopra citata.
Il
ricorso storico si fonda ebbene sul fatto che qualunque gruppo arriva
al potere diventa poi, nel suo esercizio, come il precedente che
aveva contrastato e combattuto, così che anch'esso prima o poi
subirà la stessa sorte.
Potrei
anche affermare, che ogni conquista del potere con la forza abbia in
sè il germe del dominio e sfruttamento per mancanza della
necessaria maturità e coscienza sociale.
Potrei
ancora affermare che l'esistenza di diverse e tra loro concorrenti
forze politiche sia già sinonimo di immaturità sociale
quando continuassero a combattersi con falsità e ipocrisia.
Si
delinea così un susseguirsi di forze che poi si consumano e
lasciano spazio a nuove, anch'esse a tempo determinato.
Sono
forze identiche, una loro ripetizione quindi, la cui sostituzione
garantisce il loro sopravvivere, come per portare a termine un
compito non risolto o la continuazione di uno stato di condanna.
Che
in questo flusso continuo un qualcosa muti in meglio rimane una
speranza vana, in quanto non percepibile nel breve corso di vita
generazionale.
E
qui aggiungo, che l'uomo, essendo prigioniero dello scorrere mutevole
del tempo in cui vive, è costretto ad adattarsi al meglio. Da
qui il concetto di condizione costrittiva temporale ed epocale.
La
forma a sfera del pianeta, girante continuamente sulla propria asse,
crea l'impressione che nella vita tutto si ripeta
senza mutare.
Comunque
in qualsiasi direzione ci si metta in movimento, non si arriverà
mai a un punto fermo, così che ogni destinazione raggiunta
risulta una stazione di transito.
Così
come il pianeta si muove, ci muoviamo anche noi in continuazione,
viviamo una realtà ingovernabile fino a essere sostituiti
dalla prossima generazione, sottoposta anche lei allo stesso destino.
È
così che tutto si ripete, le guerre come le paci, i disastri
ambientali come quelli creati dall'uomo stesso, l'immaginazione
dell'esistenza di un Dio che varia secondo le necessità
dell'individuo, una volta è benevolo, poi severo e vendicatore
contro chiunque non lo voglia riconoscere.
Ci
creiamo un Dio celeste e anche uno umano, idolatrando quello di turno
in ogni campo delle attività umane e dei bisogni da
soddisfare.
E
dove rimane il serio, l'attendibile se non nel cuore degli umili e
parsimoniosi con tutto ciò che la vita offre. Lo sono perchè
hanno intuito che solo così si rimane equilibrati e sereni,
senza percepire il bisogno di rivolgersi a un Dio di turno per
ottenere consolazione, sostegno, conferma.
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