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  Editoriali  »  Le energie della vita, di Lorenzo Russo 02/12/2018
 
Le energie della vita

di Lorenzo Russo





All'inizio non c'era nulla di percepibile, fino a quando l'uomo si accorse che era cosciente di pensare, di agire e reagire.

Da qui incominciò a comprendere che le energie della vita venivano generate dal rapporto tra le azioni d'attacco e quelle di difesa.

Le une come le altre hanno diverse origini e tutte insieme rispecchiano il modo di vivere o meglio di sopravvivere dell'uomo.

La vita si basa quindi fondamentalmente sullo scontro di forze differenti, per intensità e intenzioni, che rispecchiano il grado di cultura raggiunto.

Pericolose sono le forze dettate dalle difficoltà a sopravvivere, come quelle generate dagli stimoli di voler possedere di più.

Si riscontra che i già ricchi si combattono tra di loro per arricchirsi ancor di più, per cui si danno da fare per eliminare ogni concorrente non compiacente.

Da qui deriva anche l'economia del profitto che sostiene il diritto di ottenere di più per chi si è impegnato maggiormente, indifferentemente se con la prepotenza, la creatività o la semplice diligenza. È spesso il modo di vivere di chi abbia ricevuto dalla natura caratteristiche particolari, idonee a creare imprese che producono reddito e relativi privilegi.

Non ci sarebbe nulla di male, qualora egli comprendesse che tali doti salverebbero la sua anima - o spirito per chi crede nell'aldilà - impiegandole per il bene della società.

Male è quando non riconoscesse che è sempre un membro della società e, come tale, dovrebbe impiegare le sue grandi doti ricevute a istruirla ed educarla alla prestazione e responsabilità, sempre secondo le caratteristiche di ogni suo membro, affinchè ne sorga una società coscientemente progredita.

Vivere unicamente per sè non crea felicità sociale, perchè non tiene conto che l'umanità, sebbene sia composta di individui per garantire la sua sopravvivenza, ha origini comuni.

Da qui deduco che esistono due possibilità di vita in terra: l'una a combattersi senza fine e l'altra a unirsi per diventare più forti e capaci di assumere un ruolo specifico e migliore, ora e nel dopo.

Il problema è, che è quasi impossibile diffondere questo concetto nelle menti di tutti gli uomini, in quanto sa di utopia di fronte alle gravi difficoltà e complessità della vita.

Non entra nelle menti dei più benestanti per il timore di perdere il benessere raggiunto e ancor più quando lo avessero creato con maggior impegno e rischio, come nelle menti degli sfortunati che, senza averne colpa, stentano a sopravvivere.

E qui aggiungo un terzo gruppo, quello degli opportunisti che vivono, più o meno bene, sulle spalle del capo di turno.

Mi è quindi chiaro che il progresso sociale sia realizzabile solo attuando un sistema di sussistenza più equo e soprattutto meritato.

Ma a questo sistema razionale si oppongono le due maggiori religioni, sia quella cattolica che vede sparire la sua autorità delegando la salvezza dell'uomo al premio da ricevere nell'aldilà, sia quella islamica che agisce sul concetto della conquista con ogni mezzo.

E qui torno al mio concetto che si fonda sull'equilibrio tra gli ideali, che considero gli stimoli generanti vita nuova e migliore, e la razionalità, quale controllore dei primi per renderli almeno in parte realizzabili.

In questo modo è possibile raggiungere un equilibrio che accontenti tutte le parti partecipanti al confronto.

Più difficile è mantenere nel tempo a venire l'equilibrio raggiunto, una volta che l'energia che ha fatto nascere il compromesso si sia esaurita e i vecchi contrasti riaffiorino con più forza e prepotenza.

Ma è sempre stato così, da quando mondo è mondo, tanto da farmi immaginare la vita come una corsa frenetica e palpitante alla ricerca di un senso che la renda meglio vivibile.

Vive meglio chi si lascia andare alla giornata, o chi si presta a realizzare le sue doti migliori ben sapendo che il tenersi in moto è piú importante della meta che vorrebbe raggiungere?

Cos'è allora la vita? Un inganno o una punizione?

A ognuno la sua visione, ma importante è vivere coscientemente con tutto ciò che ci tiene attivi fino alla fine.

Nulla è vero al di fuori di ciò che ci fa accettare la vita.

Il problema sta nello scoprire le proprie e migliori qualità.

Di più non c'è da aspettarsi, ad eccezione che un giorno l'Umanità sarà messa alla prova contro forze esterne che richiederanno l'impegno di ogni suo membro per sopravvivere.

Sarà il momento opportuno di riconoscere di avere un'origine comune.










 
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