Le
energie della vita
di
Lorenzo Russo
All'inizio
non c'era nulla di percepibile, fino a quando l'uomo si accorse che
era cosciente di pensare, di agire e reagire.
Da
qui incominciò a comprendere che le energie della vita
venivano generate dal rapporto tra le azioni d'attacco e quelle di
difesa.
Le
une come le altre hanno diverse origini e tutte insieme rispecchiano
il modo di vivere o meglio di sopravvivere dell'uomo.
La
vita si basa quindi fondamentalmente sullo scontro di forze
differenti, per intensità e intenzioni, che rispecchiano il
grado di cultura raggiunto.
Pericolose
sono le forze dettate dalle difficoltà a sopravvivere, come
quelle generate dagli stimoli di voler possedere di più.
Si
riscontra che i già ricchi si combattono tra di loro per
arricchirsi ancor di più, per cui si danno da fare per
eliminare ogni concorrente non compiacente.
Da
qui deriva anche l'economia del profitto che sostiene il diritto di
ottenere di più per chi si è impegnato maggiormente,
indifferentemente se con la prepotenza, la creatività o la
semplice diligenza. È spesso il modo di vivere di chi abbia
ricevuto dalla natura caratteristiche particolari, idonee a creare
imprese che producono reddito e relativi privilegi.
Non
ci sarebbe nulla di male, qualora egli comprendesse che tali doti
salverebbero la sua anima - o spirito per chi crede nell'aldilà
- impiegandole per il bene della società.
Male
è quando non riconoscesse che è sempre un membro della
società e, come tale, dovrebbe impiegare le sue grandi doti
ricevute a istruirla ed educarla alla prestazione e responsabilità,
sempre secondo le caratteristiche di ogni suo membro, affinchè
ne sorga una società coscientemente progredita.
Vivere
unicamente per sè non crea felicità sociale, perchè
non tiene conto che l'umanità, sebbene sia composta di
individui per garantire la sua sopravvivenza, ha origini comuni.
Da
qui deduco che esistono due possibilità di vita in terra:
l'una a combattersi senza fine e l'altra a unirsi per diventare più
forti e capaci di assumere un ruolo specifico e migliore, ora e nel
dopo.
Il
problema è, che è quasi impossibile diffondere questo
concetto nelle menti di tutti gli uomini, in quanto sa di utopia di
fronte alle gravi difficoltà e complessità della vita.
Non
entra nelle menti dei più benestanti per il timore di perdere
il benessere raggiunto e ancor più quando lo avessero creato
con maggior impegno e rischio, come nelle menti degli sfortunati che,
senza averne colpa, stentano a sopravvivere.
E
qui aggiungo un terzo gruppo, quello degli opportunisti che vivono,
più o meno bene, sulle spalle del capo di turno.
Mi
è quindi chiaro che il progresso sociale sia realizzabile solo
attuando un sistema di sussistenza più equo e soprattutto
meritato.
Ma
a questo sistema razionale si oppongono le due maggiori religioni,
sia quella cattolica che vede sparire la sua autorità
delegando la salvezza dell'uomo al premio da ricevere nell'aldilà,
sia quella islamica che agisce sul concetto della conquista con ogni
mezzo.
E
qui torno al mio concetto che si fonda sull'equilibrio tra gli
ideali, che considero gli stimoli generanti vita nuova e migliore, e
la razionalità, quale controllore dei primi per renderli
almeno in parte realizzabili.
In
questo modo è possibile raggiungere un equilibrio che
accontenti tutte le parti partecipanti al confronto.
Più
difficile è mantenere nel tempo a venire l'equilibrio
raggiunto, una volta che l'energia che ha fatto nascere il
compromesso si sia esaurita e i vecchi contrasti riaffiorino con più
forza e prepotenza.
Ma
è sempre stato così, da quando mondo è mondo,
tanto da farmi immaginare la vita come una corsa frenetica e
palpitante alla ricerca di un senso che la renda meglio vivibile.
Vive
meglio chi si lascia andare alla giornata, o chi si presta a
realizzare le sue doti migliori ben sapendo che il tenersi in moto è
piú importante della meta che vorrebbe raggiungere?
Cos'è
allora la vita? Un inganno o una punizione?
A
ognuno la sua visione, ma importante è vivere coscientemente
con tutto ciò che ci tiene attivi fino alla fine.
Nulla
è vero al di fuori di ciò che ci fa accettare la vita.
Il
problema sta nello scoprire le proprie e migliori qualità.
Di
più non c'è da aspettarsi, ad eccezione che un giorno
l'Umanità sarà messa alla prova contro forze esterne
che richiederanno l'impegno di ogni suo membro per sopravvivere.
Sarà
il momento opportuno di riconoscere di avere un'origine comune.
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