L'origine
della vita
di
Lorenzo Russo
Chissà,
se una volta, in un tempo molto lontano, gli individui
furono talmente uguali, da poter convivere in armonia e
pace?
Essere
uguali comporterebbe un vivere senza cognizione del differente, con
il quale confrontarsi e, come accade ancor oggi, contrastarsi
e combattersi anche ferocemente.
Comporterebbe
uno stato d'essere senza averne coscienza, il che piegherebbe
il fatto di non aver traccia della loro esistenza.
In
una tale condizione di vita non esistono rancori, conflitti e tutto
ciò che rende la vita tutt’oggi difficile.
Anche
il tempo trascorse inosservato, perchè non ci furono
osservatori
che
avessero inventato un sistema per misurarlo.
Solo
dopo, ma molto dopo, accadde una mutazione profonda degli
elementi
che
avevano formato questo mondo irreale, detto così perchè
era senza
cognizione
di esistere, e adagio adagio il tutto incominciò a mutare
con
moto
perpetuo fino ad oggi.
Gli
scienziati sono tuttora del parere che all'inizio fosse esistita una
massa enorme e inerme, che poi si disgregò con una
esplosione enorme, disseminando
il suo contenuto in tutte le direzioni, ognuna sottoposta a
regole gravitazionali specifiche, ma sempre tenute unite in uno
spazio denominato Universo, anch'esso diventato vasto e in
continuo moto di espansione per raccogliere il tutto.
Il
moto di espansione mi fa pensare all'inizio di una nuova era in
fase evolutiva, come se il periodo precedente fosse servito a
raccogliere ed
elaborare
tutti i dati per formare il dopo.
È
proprio dallo sgretolamento degli elementi della massa originaria,
e
apparentemente
senza vita, che è sorto il nostro mondo e in esso
la nostra capacità di percepirlo e visualizzarlo.
Il
tempo che ci ha impiegato non conta, mentre conta quello percepito
e
assunto
dall'uomo.
Con
questo voglio affermare che un sistema basato sulla uguaglianza
non
può
aver coscienza di essere, e in più e correlativamente alla
sorte
dell'uomo,
voglio affermare che un mondo totalitario, dove tutti gli esseri
dovrebbero essere simili, se non uguali, diventerebbe nel tempo un
mondo senza energia creativa e quindi non auspicabile.
Detto
così si può ammettere che gli uomini abbiano
gli stessi diritti di
origine,
ma guai a volerli costringere a vivere in un sistema totalitario,
del quale ne esistono diverse forme e strutture secondo la volontà
dei loro capi.
Da
qui la concretezza e indispensabilità delle differenze tra
gli uomini, quali sorgenti di energia e quindi di vita continua;
da
qui anche il sorgere delle difficoltà dell'uomo a convivere in
pace con il suo prossimo, tali da sfociare, in alternanza, in
lotte, guerre, paci, amori, tradimenti ecc.
Ed
ora, come la mettiamo con le annunciazioni cristiane che impongono
di
amare
il prossimo come se stesso?
Allora
erano già difficili da comprendere e realizzare, figuriamoci
oggi con quasi otto miliardi di esseri, viventi in diversissime
culture e stato sociale, da far venire i brividi a volerli unire
nell'amore cristiano, tanto da farmi pensare che ogni tentativo
finirebbe nel suicidio
volontario.
Arriverà
il tempo, dove tutte le energie, sorte dalla enorme esplosione e
in continua modificazione e allargamento, saranno consumate e il
tutto
esistente
sarà selezionato e riassorbito in un unico mondo, con o
senza
coscienza,
chissà.
Di
fatto, potrebbe essere che solo in questo mondo esista l'agognato
paradiso, nel quale gli eletti vivrebbero in pace e serenità,
fino al momento nel quale anch'esso si disgregherebbe
nuovamente per ricreare, tra l'altro, il mondo che
conosciamo.
Visto
così, mi sembra che esista un moto perpetuo di unione
e separazione, voluto da una energia superiore per scopi
inesplorabili, almeno finora.
Che
cosa rimane all'uomo, in questo processo di mutazione continua,
che
dia
un valore vero alla sua breve esistenza e certezza di
miglioramento nel dopo?
A
mio parere, vivere per scoprire le sue qualità migliori
e metterle in pratica, sfidando i pericoli incombenti.
Con
ciò intendo affermare di dare testimonianza e validità
della sua venuta, contribuendo, con tutte le sue forze e
capacità, allo svolgimento del processo universale in
atto.
Essere
attore e non visitatore. Non è poco, ma sarebbe qualcosa se
molti
lo
facessero.
Per
il momento accontentiamoci di esplorare l'Universo, di scoprire
i suoi confini che, come mi sembra logico, sono là dove
finisce l'energia che lo mantiene.
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