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  Editoriali  »  Pasqua di resurrezione, di Lorenzo Russo 10/04/2020
 
Pasqua di resurrezione

di Lorenzo Russo



Vieni, accompagnami alla salita sul monte delle rivelazioni.

Come puoi affermare che sia veramente così?

Me lo suggerisce il mio stato d'animo che di passo in passo si alleggerisce sempre di più, fino a trovare la sua essenzialità.

Che cosa intendi con questa parola: essenzialità?

Essenziale è tutto ciò che crea equilibrio tra terra e cielo.

Di questa essenzialità era provvisto Gesù Cristo.

Ci deve essere chiaro che, senza questa forza d'equilibrio, egli non poteva vivere la sua vita così come l'ha vissuta.

Proprio per questo motivo era dotato di doti ebbene essenziali, da riuscire a sopportare le restrizione terrene, fino al supplizio sulla croce.

L'essenziale si esprime con il considerare la vita una missione da svolgere, un ordine ricevuto dall'Alto, al quale il soggetto si sente di appartenere.

Normalmente, le persone dotate di tale energia non vivono una vita lunga, in quanto il loro agire sta in forte contrasto con le costrizioni dimensionali fondanti sulla forza e potere.

Ad un certo punto regge il principio della concorrenza spietata, espressa in poch parole con o io o tu, insieme non si va.

Al contrario, invece, le energie comuni si perdono nella dimenticanza che è tipica dell'uomo.

Si tratta qui, evidentemente, di creare un effetto che perduri nel tempo, così che lo riscontriamo anche oggi, ogni qualvolta pensiamo al supplizio sulla croce, senza il quale le sue annunciazioni si sarebbero probabilmente perse nel vento.

Metto qui in evidenza l'effetto della commiserazione e ammirazione per lui, da suscitare ancor oggi riverenza, dolore, senso di colpa.

Mi è anche chiaro che, vivendo in una realtà dubbiosa, amara, vendicatrice, violenta, l'uomo si aggrappa al povero Gesù per implorarlo di intercedere presso il Padre Celeste affinchè lo liberi del suo destino.

Gesù assume qui il ruolo di interlocutore con il Superiore, non visibile e percepibile nella sua vera essenza, da sembrare per molti un prodotto della propria fantasia, necessità esistenziale, condizione intellettuale e cognitiva.

Ebbene, ci voleva un inviato non comune, capace di svegliare l'uomo dal suo letargo esistenziale, uno che riaccendesse la fiamma della salvezza, dopo secoli di oscurità, un intermediario capace di colloquiare con il Creatore perchè puro nell'anima e nel cuore, perchè pronto a pagare il riscatto con la sua vita.

D'altra parte non manco di notare, di vedere qui uno sdopppiamento della figura del Creatore che, forse perchè rammaricato dell'incapacità dell'uomo di svilupparsi nel suo senso, che sarebbe quello di riconoscere di essere colpevole e implorare il perdono, reagisce rimodellando il suo costrutto difettoso con l'invio del suo figliol prodigo.

Si può, qui, ritenere, che padre e figlio siano identici, ebbene uno sdoppiamento dell'Entità originaria per ragioni a noi ancora sconosciute?

È cos'è allora, con la preghiera di Gesù, rivolta al suo padre, di assolvere l'uomo, in quanto incosciente di essere colpevole?

Ammettendo che sia così, l'uomo sarebbe vittima di conflitti avvenuti altrove, un cacciato dal paradiso senza cognizione di colpa.

Il mio parere è, che qui si tratti dell'ancora attuale impossibilità dell'uomo di superare le restrizioni dimensionali.

Sono loro che definiscono le condizioni della sua vita in terra, dove tempo e spazio diventano per lui elementi necessari di orientamento.

Il fine sarebbe quello di realizzare il progetto universale fondante sul „divenire“ attraverso trasformazioni continue e finalizzate a creare un mondo nuovo e migliore.

In questa nuova realtà, l'uomo non avrebbe più bisogno di orientarsi sul concetto di tempo e spazio, che così svanirebbero.

Le costrizioni dimensionali sono allora il prodotto di una ancora sconosciuta energia despotica, simile a quella trasmessa dalla mitologia greca, nella quale si apprende che Urano fu simbolo della oscurità del suo tempo. A dimostrarlo fu il suo tentativo di uccidere i suoi figli per timore di essere detronizzato.

Sempre secondo la mitologia, fu la madre Gea a salvarli, segnando l'inizio del dualismo universale e con esso un passo evolutivo nella storia dell'uomo.

Ed è qui che Gesù segna con il suo venire un ulteriore passo in avanti nello sviluppo dell'uomo.

Celebriamo quindi la Pasqua in suo onore e gratitudine, se non altro serve a smorzare per un momento i grandi difetti dell'uomo, come egoismo, egocentricità, permalosità, violenza.

Che Gesù sia stato un inviato del padre o no, non importa poi tanto, mentre che egli abbia sofferto come uomo la crocifissione sul Golgota testimonia la grande portata della sua venuta, quale annunciatrice di una nuova era, una non più sottoposta alla volontà di un Dio lontano e autoritario, ma di uno dell'amore.

Guardati, uomo, dal seguire gli istinti della maledizione, segui le voci della tua coscienza, perchè solo lei può suggerirti come uscirne illeso, solo lei può indicarti la via della salvezza, dell'elevazione ad altra vita.

Tutto questo ha annunciato Gesù nella sua vita, anche quando, morente sulla croce, si sentì abbandonato dal suo Padre Celeste.

La sua supplica padre, perchè mi hai abbandonato, dimostra di essere stato veramente uomo, di essersi sentito unito con l'uomo, di aver compreso la sua natura debole, indifesa.

Ma anche ammettendo che esista veramente un'energia creatrice del tutto, una che segua un processo universale finalizzato ad assolvere l'umanità intera, trasferendola in una realtà di pace ed armonia, l'evento sul Golgota supera ogni concetto ragionevole sul perchè è dovuto succedere.

Altrimenti verrebbe ichiamata in causa l'esistenza del fato o caso, dell'esistenza di un Dio Supremo che si diverte con le sue creature o semplicemente non smette di programmare sistemi autonomi sempre più complicati e difettosi.

Per il momento non resta all'uomo, che ritentare sempre di nuovo la salita sul monte delle rivelazioni.








 
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