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  Editoriali  »  L’anno del Covid, di Renzo Montagnoli 31/12/2020
 
L’anno del Covid

di Renzo Montagnoli



L’anno scorso, di questi giorni, nessuno avrebbe potuto immaginare cosa avrebbe riservato l’anno 2020, una sorta di Giano bifronte a cui solo chi ha una predisposizione per la superstizione avrebbe potuto associare un pericolo. E invece ci siamo trovati fra capo e collo questa pandemia che non si è limitata ad ammalare milioni di persone, ma anche ad ucciderne per ora almeno più di un milione. Cure specifiche fino ad adesso non se ne sono trovate, si conta soprattutto sul vaccino, ottenuto in tempi brevissimi, per risolvere il problema. All’inizio della diffusione del morbo, a parte uno slogan che lascia il tempo che trova (andrà tutto bene) si è diffusa la convinzione che l’umanità né sarebbe uscita maturata, più consapevole e più disponibile ai rapporti interpersonali. Perchè sia nata questa idea non è comprensibile, tanto più che un’evoluzione positiva dell’umanità richiede tempi assai più lunghi di quello di una pandemia.

Personalmente ho nutrito subito dubbi sull’ipotesi di un’umanità che esce da una prova dolorosa forte, coesa e in possesso di valori che attualmente latitano. Se il dubbio poteva avere un senso, non poteva averne invece l’ipotesi di un generale degrado, di un imbarbarimento probabilmente in atto da tempo e che solo con il pericolo del contagio si è rivelato. Mi limito, per ragioni di spazio, solo a tre fenomeni che hanno preso rapidamente piede:


1) la negazione dell’esistenza del virus, tanto più incredibile alla luce dei tanti morti quasi da subito registrati; secondo alcuni soggetti si tratterebbe solo di una montatura, di un complotto fatto per asservire l’umanità. Sono illazioni farneticanti non sostenute dal benché minimo straccio di prova, eppure ancor oggi ci sono individui che si vantano di sapere tutto e che invitano i “pecoroni” a svegliarsi. Si tratta purtroppo di casi clinici, di menti malate che credono a tutto meno che all’evidenza dei fatti;


2) contrari ai vaccino. Esistono da quando si è cominciato a vaccinare, quindi da più di un secolo, e nel caso specifico si sentono forti per il breve periodo di realizzazione del vaccino, adducendo per quelli già somministrati da decine e decine di anni fenomeni avversi in quantità incredibile e addirittura non solo affermando l’inutilità della vaccinazione, ma sostenendo la sua enorme pericolosità. La storia della medicina insegna che non esiste una cura che non possa presentare qualche effetto avverso, ed è così anche per i vaccini, i cui benefici però sono largamente superiori a possibili reazioni, pressochè quasi sempre di modesto effetto e poco durature. Personalmente non darei peso ai no vax, anche se sono certamente di ostacolo al raggiungimento di una immunità di gregge. Come per i negazionisti è inutile un’opera di convinzione perché le loro teorie non hanno supporti scientifici;


3) in questo quadro di personaggi che sembrano far tornare la medicina a epoche remote si sono poi innestati diversi scienziati o pseudoscienziati con affermazioni sulla pandemia del tutto infondate e alcune talmente grossolane dal far dubitare delle capacità scientifiche di chi ha esposto ipotesi, spacciate come verità, del tutto irrazionali. Può darsi che l’abbiano fatto per vanità, per mostrarsi in pubblico, per apparire sul piccolo schermo, ma in ogni caso l’impressione è stata quella di trovarsi di fronte a degli omuncoli. Quello che mi ha più disturbato è stata la sicurezza di certe sparate, del tutto fuori luogo per un fenomeno nuovo come il Covid 19.


Il percorso per difendere l’umanità da questo morbo è ancora lungo, perché vaccinare la popolazione di un’intera nazione non è che si possa fare in un solo giorno. Quindi andiamo incontro a un anno 2021 di speranza, ma dobbiamo essere consapevoli che le restrizioni a cui siamo stati sottoposti dovranno essere ancora applicate non appena il livello di rischio diventi pericoloso per la tenuta del sistema sanitario; non è piacevole pensare a dover ancora stare chiusi, a gente che dovrà vivere in ristrettezze, ma siamo sulla strada buona per risolvere il problema, percorriamola insieme senza azzuffarci come i quattro capponi che Renzo Tramaglino porta al dottor Azzeccagarbugli. Questo è anche l’unico modo affinché l’umanità possa uscire migliorata da questa difficile prova.

 
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