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  Editoriali  »  Natale 2021, di Lorenzo Russo 22/12/2021
 
Natale 2021

di Lorenzo Russo





Da più di duemila anni veneriamo in questo giorno la venuta di chi si sacrificò per l'umanità.

Le torture sopportate sulla croce testimoniano già abbastanza il valore inestimabile della sua venuta, il che non giustifica le tragedie che sono state compiute nel suo nome nel corso di tanti secoli, perché esse dimostrano che l'uomo non è pronto per il grande salto di qualità evolutiva.

Nonostante ciò credo che, senza le annunciazioni dell'inviato divino, l'umanità si troverebbe oggi in una condizione di coscienza peggiore.

La fama di potere, l'egoismo personale hanno spinto per secoli le gerarchie della chiesa a compiere atti criminali che solo molto più tardi sono stati dichiarati come tali e condannati.

L'umile credente non ebbe la possibilità di emanciparsi dalle strutture di una chiesa volta al dominio e alla ricchezza terrena.

In considerazione di tutto ciò, mi chiedo che valore sociale abbia la venuta di questo uomo esemplare che fece della sua vita una missione per il bene dell'umanità.

Se egli fu inviato da una divinità (energia) superiore o no, il suo agire è comunque esemplare, perché dimostra la sua appartenenza a una sfera superiore (di luminosità intellettuale e d'animo), da lui stesso comunicata nella forma comprensibile per l'uomo comune: Padre celeste di tutti gli uomini, Padre di chiunque lo riconosca e segua, ricchi o poveri, condannati o perseguitati che siano.

Non c'è niente da eccepire in questa dichiarazione.

Chiunque lo segua fino alla fine dei suoi giorni vive in verità questa vita nel migliore dei modi, perché il suo vivere è un contrasto letale contro l'ignoranza dimensionale (forza diabolica).

Il suo avversario, chiamato dagli uomini “Diavolo“, si dissolve nella luminosità delle verità liberatrici che egli ha dimostrato di possedere.

È giusto, allora, considerarlo un inviato divino per ciò che ha propagato, per il coraggio dimostrato contro le classi del potere, per le sofferenze subite.

Tutto ciò dimostra che l'evoluzione ha un prezzo inestimabile e che il processo liberatorio è lungo e difficile, perché deve confrontarsi con le forze demoniache terrene.

Esiste, allora, un Dio terreno (cioè l’ignoranza umana) volto a tenere l'uomo relegato in terra, e un Dio celeste che redime l'umanità richiamandola alle sue origini spirituali, cioè celesti.

Il motivo per il quale questo processo di transizione duri così tanto non ci è dato di svelare, per lo meno non ancora, ma mi sa che bisogna guadagnarlo.

A ogni modo festeggiamo il Redentore e ringraziamolo di aver pagato il pegno per la nostra liberazione dai vecchi schemi di vita.

È un Illuminato, quindi, e come tale mi sembra conseguente che sia stato perseguitato dalle classi del potere terreno, sempre tese al dominio che mai vogliono lasciare.

In un mondo ancora soggetto alla prepotenza terrena doveva essere sacrificato per assumere il ruolo di liberatore, redentore, propulsore di una nuova era.

Il popolo minuto è oggi più sveglio, ha imparato a combattere per la sua libertà fondata sulla legalizzazione dei diritti umani.

Cristo è stato un democratico, quindi, ancor prima che la democrazia sia stata conosciuta e realizzata.

Alla fine del tempo dovuto tutta lUmanità si ritroverà unita nella entità originaria, finalmente evoluta attraverso i tantissimi errori compiuti e le sofferenze sopportate nel corso dei millenni.

Con l'entità originale è come ritornare a casa, un comprendere che le violenze subite e causate ad altri, le discrepanze e i contrasti non compresi e non superati, le offese ricevute e causate ad altri si risolvono nell'unione.

L’uomo può, quindi, imparare solo dagli errori, questo è il prezzo del suo migliorare in terra e Cristo con la sua venuta ha confermato l'esistenza di un processo voluto dall'Alto.

Siamo in buone mani allora, non più soli. È una considerazione che richiede una fede forte e coraggiosa, indispensabile per uscire da questa prigione dimensionale.

Esistono però tante forme di fede: alcune buone e molte cattive a causa della difficoltà dell'uomo di vedere chiaro nel suo animo, ma non perdiamo l'ottimismo, perché tutto muta e può diventare diverso e migliore.

E anche se la sua venuta non avesse nulla a che fare con il Padre Celeste, cosa importa quando si riconoscesse che vivere nel suo senso sarebbe la migliore opzione di vita per l'uomo.

L’economia del profitto senza limiti ha purtroppo falsificato anche questa ricorrenza, togliendole l'elemento fondamentale che è quello della semplicità, modestia, d'animo ed esteriore.

Niente addobbi esagerati, quindi, impianti e rivestimenti smaglianti, niente feste tipiche del consumo che riflettono unicamente leggerezza, superficialità e ipocrisia d'animo.

L'accesso ai valori fondamentali cristiani è una prerogativa per chi è rimasto nel suo animo semplice e sincero.

Ed ecco che qui sono al punto cruciale: come può riuscire l'uomo a diventare semplice e sincero se non superando le sue limitatezze, quali sono egoismo, egocentricità, vanità, invidia, avidità e così via, tutti esempi diabolici frenanti la sua elevazione, intesa come liberazione dal suo offuscamento di coscienza nel quale crede che sia di casa il diavolo.

Diavolo e Spirito celeste sono qui per alcuni la personalizzazione di forze agenti dall'Alto, mentre per altri le proiezioni dello stato di sviluppo raggiunto.

A ogni modo, non pretendiamo troppo dall'uomo, un essere catapultato in terra per vivere una vita di inganni, mistificazione e beatificazione sincere o immaginate, brutalità, malvagità, disgrazie.

La perfezione non è di questo mondo. Dallo stato limitato ci si può sempre liberare con la disposizione di riconoscere le mancanze commesse, perché è da questo riconoscere i propri errori che sorge la forza di continuare sulla scia evolutiva personale.

Buon Natale.


 
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