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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Contadini in Molise, di Michael Santhers 27/03/2019
 
Contadini in Molise

di Michael Santhers



Erano gli anni sessanta di uomini fuori tempo,
in camera da letto con galline, aprivano la botola
e lasciavano cadere misurati pugni di fieno all'asino
e non tutti avevano simile fortuna,
spesso la misera stanzetta dei più poveri
si trovava distante dal tesoro stalla
e in rigido inverno, semiscalzi sfidavano neve e gelo
per pasturare stenti all'animale
-Anni nefasti al raccolto vincevano sui benevoli
e tanti torchiati dalla fame emigravano in America
in speranza a nuova futura luce di sazietà
ma spaesati in rumori di lingua in promiscue razze
mendicavano i più umili lavori o presagi
e dimoravano in lerce baracche sovraffollate
ove topi mosche e violenze proliferavano
in sporcizie così nauseabonde
che persino il vento schifato a disperderle
-Sto parlando dei contadini Molisani
selvaggi,prototipi umani eruttati da orgasmi
indottrinati in superstizioni e orgoglio analfabeta,
ai gesti tozzi incollavano sputi e rumori di bocche
copiati a ghigni d'eterna difesa al fato
-Avevano sempre mimiche arcigne
su brecciati visi infilzati da falasche barbe
e non era raro che s'ammazzassero
per un confine o un ceppo di legno
-Pezze saldate a tamponare multistrati sudori flautolenti
si chiamavano vestiti,abbinati a berretti bisunti
a cui attecchivano accennati funghi a tettoia di buonumore
quando affiorava in mostra fuligginosa dentatura
simile a muraglia qua e là abbattuta da invasori
-A guardia del niente spelacchiati cani
in eterni inchini a seguire tozze mani al pranzo
a sperare uno starnuto sparasse briciole
-Con spuntati aratri tirati da scheletriti animali
scorticavano arida impigrita terra
per un raccolto di grano che se abbondante
restituiva seme e un piatto in più
-Paglia era premio quasi certo
martoriate ossa in nuovo calendario
della vita, il senso

Da
Destini E Presagi

 
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