Come
una scossa alla stretta di mani
di
Angela Caccia
Come
una scossa alla stretta di mani
il
tinno di cristalli al tocco
e
subito un frugarsi negli occhi
le
stesse pianure gli stessi rami
alcuni
senza foglie
rigagnoli
musicali letti pietrosi
facile
desiderarci pensare al plurale
ricordo
la gioia di sorprenderci noi
nel
riflesso di vetrine per le strade
e
imparammo a contare le cose belle
l’infinito
iniziava dall’ultimo dito
e
amore non
fu più sostantivo
ma
il nome tuo il mio
chi
fu il primo a piantare sé nell’altro
e
confidare in quell’innesto vide anche
la
fatica di crescere e l’albero di oggi
Da Accecate
i cantori (Fara, 2017)
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