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  Scritti di altri autori  »  Poesie  »  Scalata al Giovo, di Gianluca Ferrari 14/10/2019
 
Scalata al Giovo

di Gianluca Ferrari



Partivamo all’alba seguendo

gli ultimi sentieri di rugiada

che come ponti sospesi

andavano svanendo ad ogni pesta

(e un’abissale brezza

alle nostre spalle); sopra, lo stesso:

ultime stelle, precarie funi concave

si sfilacciavano. Lungo

intermessi di fieno fino

alle enormi felci, ai traslucidi

boschi di betulla o agl’incupiti abeti.

L’aria si assottigliava, noi di profilo

sul crinale sbalzati in altorilievo

di lamine d’oro ed ombre improvvise

(passaggi di nubi, foschie mattutine):

teoria di ricurvi profeti in fila indiana

e verbo di allegra fatica

era una mirra abbacinante l’aria.

Talvolta corse a perdifiato

nel verde vertiginoso – gli estremi

ciuffi d’erba stenta simili a serpi…

e si piombava rapaci

sopra un masso inerme solitario

(a cardi, a ortiche somigliavano

i respiri dopo quelle impazzate)!

Poi la nerezza brulla, calvizie

sul cocuzzolo della montagna.

E ci riscoprivamo inesorabilmente

secondi: le croci in ferro

già contornate da fitte perle

legate al filo d’un ronzio insistente:

nera collana lasciata dalle capre.


Da Il posto del fragole (edito in proprio, 2018)
































 
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