A
quei tempi
di
Giuseppe Carlo Airaghi
prima
voce
A
quei tempi eravamo luminosi
nella
nostra provinciale ingenuità.
Avevamo
sguardi limpidi,
ci
innamoravamo di tutto.
Tutto
ci era perdonato
perché
leggero era il nostro sorriso,
persino
quand’era frainteso.
Potrei
azzardarmi a dire
che
eravamo buoni,
se
bontà non mi sembrasse
parola
pesante da portare
e
pure da infliggere.
seconda
voce
A
quei tempi non eravamo altro
che
presuntuosi coglioni.
Convinti
di sedere dalla parte della ragione
accomodammo
il culo sulle poltrone
rivolti
a verità scritte da altri,
da
lì pontificammo con zelo infruttuoso,
rivoluzionari
disarmati,
finte
verginelle ipocrite
finite
per puro caso
a
lavorare in un bordello.
Da Quello
che ancora restava da dire
(Fara, 2020)
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