Silice vivente, cristalli
pulsanti, cuori minerali ardenti
nel grembo della terra, bacche immortali che segnano
il ricordo, custodiscono l'astrazione del nostro
tempo
in messaggi universali, destini fissati nella
materia.
Incidiamo il ventre della madre,
carpendone feti
splendenti, assopiti nel silenzio, distesi su giacigli
congelati, riscaldati dal battito attutito di un cuore
magmatico, organo solido, nascosto allo sguardo.
Invadiamo i sogni sommersi
con denti d'acciaio,
orrori automatici, mascelle controllate da mano
umana, la luce naufraga in cavità oscure, l'acqua
penetra nei letti occupati, inghiotte la metropoli.
La nostra presenza
distrugge l'equilibrio solidificato,
retaggio della sapienza dei millenni che si sono rincorsi
in gran segreto, abbracciando nuove forme, segnando
il breve respiro che si innalza dall'amplesso degli
elementi.
I corpi smembrati si
riuniscono nelle ossa delle nostre
creature, intrecciano epidermide e nervi, nutrono neonati
scaturiti dal fuoco e con essi, la nostra fugace presenza
da parassiti, di organismi che sognano in un altro
universo.