Due
o tre cose che so di lei
di
massimolegnani
Ogni
vita è un mosaico difficile da ricomporre perché, se
alcune tessere sono lì a disposizione di tutti, precise e
facili da collocare, altre mancano o sono ricoperte di una patina
bianca che le rende incomprensibili.
Mentirei
se dicessi che io questa donna la conosco bene, non so il suo nome né
dove abiti, né se viva sola. Posseggo, però, qualche
pezzo rivelatore del suo mosaico, che se lei fosse un personaggio
famoso potrei rivendere al miglior offerente; purtroppo invece è
una di quelle persone che scivola via, inapparente come un’ombra.
Per esempio, senza che gliela chiedessi, mi ha dichiarato la sua età,
mossa forse dalla vanità a rovescio di portare male i propri
anni, perché in realtà ha un’età
decisamente inferiore a quella che l’aspetto fisico generale,
il bastone, qualche ruga, la schiena curva, suggeriscono. La
pallavolo mi ha rovinato le articolazione mi ha confidato una
volta che in negozio era l’unica cliente. Così ho
appreso dalla sua bocca che l’attività sportiva intensa
(aveva fatto parte della Nazionale giovanile) ti fortifica finchè
la pratichi, ma poi, dopo che hai smesso, spesso ti presenta un conto
salato. Personalmente non corro questi rischi, sedentario e pigro
come sono. Mesi dopo, come fossero passate poche ore, aggiunse ma
non è stata solo la pallavolo a ridurmi così, e mi
strizzò l’occhio sinistro a far balenare scenari
inimmaginabili. Allungandosi sul bancone che ci divideva mi sussurrò
che Giulio era stato per anni un amante focoso e assai perverso. Lei
non ha idea, concluse con aria da cospiratrice. Poi, come
seguisse un suo pensiero, aggiunse sin da bambina mi sono sempre
piaciuti i pipistrelli. Forse per questo Giulio mi affascinava così
tanto. Probabilmente s’aspettava che le chiedessi qualcosa,
ma io non sono un tipo curioso. In effetti non avevo idea di chi
potesse essere Giulio né che diavolerie combinasse con la
signora, né soprattutto che c’entrassero i pipistrelli,
ma mi guardai bene dal fare domande.
Un
giorno, mentre ero in chiesa raccolto in preghiera, me la ritrovai
accanto sul banco come comparsa dal nulla: bofonchiava a mezza voce,
ma non erano preghiere, sembrava piuttosto che stesse litigando con
qualcuno. Andò avanti per un bel pezzo, con brevi pause in cui
concedeva al suo invisibile interlocutore la possibilità di
difendersi dai rimproveri che lei gli muoveva con veemenza. Non so se
Dio le rispondesse, forse sì perché a un certo punto la
donna assunse un’espressione soddisfatta. Ho parecchi conti
in sospeso con Lui, mi soffiò all’orecchio prima di
allontanarsi zoppicando.
Ormai
è mesi che non entra nella mia bottega, né la vedo più
passare come un tempo davanti alla mia vetrina col suo passo
strascicato, diretta in chiesa o forse al mercato. Sparita. Chissà
che fine ha fatto, fossi uno scrittore la sua scomparsa mi
scatenerebbe la fantasia e da quei pochi pezzi costruirei un ritratto
a tutto tondo. Ma sono un ciabattino e della signora
dall’invecchiamento precoce e dalla fede litigiosa non so
proprio che farmene. Magari ne accennerò col Giosuè,
il Daniele e il Pinotto, stasera tra una partita e l’altra a
scopa. Calcherò la mano sulla perversione misteriosa del suo
amante, che quello è un argomento che li manda in
fibrillazione.
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