La
magia della matematica
di
massimolegnani
La
magia dei numeri, ragazzi, imparate ad amarla. La loro perfezione che
si svela lentamente, i nodi che si sciolgono ad uno ad uno, i
passaggi come una partitura e poi la corsa focosa verso la soluzione.
La matematica è una musica compiuta, ascoltatela, seguitela.
Il
professor Astori cercava di spronare in questo modo i suoi
allievi, dopo aver assegnato loro alcuni esercizi. Maria
Elena lo ascoltava e non capiva. Non percepiva alcuna magia, non
sentiva alcuna musica, i numeri che aveva davanti erano allo stesso
tempo concretezza nuda e mistero nebuloso, magia assolutamente no.
Sollevò di poco lo sguardo e fissò la schiena china di
Riccardo che gli stava davanti. Gli contò le vertebre che
sporgevano sotto la maglietta tesa, provò tenerezza per la
fatica curva a cui si sottoponeva il suo compagno e s’incantò
ai guizzi nervosi dei suoi muscoli.
Non
ti muovere gli disse in
un soffio piegandosi in avanti, come avesse trovato la posizione
ideale per copiare. Finalmente la sua matita prese a correre sicura
sul foglio. E il volto della ragazza andò rischiarandosi a
mano a mano che il suo tratto si faceva più febbrile. Ogni
tanto sollevava lo sguardo dal foglio guardava verso il dorso di
Riccardo e subito riprendeva il lavoro.
Gambotto, se hai già
finito e controllato il risultato, consegna, per cortesia. Non vorrei
che gli altri copiassero da te.
Maria
Elena si alzò e andò alla cattedra porgendo il
compito.
E
questo cos’è?
Chiese allibito il professore, mentre rigirava tra le mani il foglio
di protocollo interamente occupato da uno strano, affascinante
disegno, una specie di spicchio di mare mosso ripiegato su se stesso
e sormontato da un albero tozzo e frondoso.
È
Riccardo Carletti visto di schiena mentre cerca di risolvere il
compito.
Ma,
mi stai prendendo per i fondelli?
No
prof. Capisco che non è facilmente riconoscibile, ma io lo
vedo così.
Non
sto discutendo sulla verosimiglianza del disegno, caspita! Tu dovevi
risolvere tre integrali, dove sono?
Oh
prof, stamattina lei mi ha fatto capire che la matematica non fa per
me. Sì, sono bravina, perchè mi applico, ma i numeri mi
sono estranei. È il disegno la mia musica, la mia magia. E
oggi, grazie a lei, ho deciso. Lascio lo scientifico e m’iscrivo
all’istituto d’arte.
Maria
Elena infilò i libri nella sacca e si avviò
all’uscita.
Non
se la prenda prof. Lei mi era anche simpatico, ma la magia è
la magia.
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