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  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  La luna, di Franca Canapini 30/03/2020
 
La luna

di Franca Canapini



La stanza ne era bagnata. Ne percorreva i raggi adagiati sul pavimento. Diventava spettrale anche lui. Lei era là, oltre i vetri, oltre i tetti, aperta in cielo, lontana eppure vicinissima. Sfolgorante. Giocava con gli stracci delle nubi. Anche lui si sentiva straccio di nube, preda della sua ambiguità.
Poi si addensò sulle finestre, su ogni possibile apertura e dilagò incontrollabile, a fiotti, in tutta la casa. Inarrestabile, purissima luce che irrorava, penetrava, stordiva. E nella luce apparvero margherite di sangue, tulipani violetti, scie di stelle in spegnimento rapido. L’aria ondeggiava feroce.
Lo squarcio. La visione.
Il piccolo giocherellava con i fili d’erba. Più in là la madre sorvegliava il gregge. Sei uccelli neri dal collo rosso sbucarono dall’orizzonte in formazione, ingrandendosi, abbassandosi sul paesaggio.
L’attrito, il rombare dei motori, i primi boati, i fuochi, le nuvole nere e lei che scappa e lo stringe al seno. Cade in ginocchio, si rialza; un nuovo scoppio, una nuova caduta. Le manine sul suo seno, la testolina che rimbalza sulla sua spalla; gli scoppi sempre più vicini; la polvere, le buche, le pecore in fuga. L’affanno del respiro. Le scarpine che cadono a terra. Le sue mani che lo stringono da fargli male. Profumo di polvere e latte. Schizzi di terra. Le chiome degli alberi stroncate dalla furia dell’aria. Via via. Ora al galoppo, insieme agli animali verso il rifugio.
Il tunnel nel tufo. Il silenzio. Lo spavento dell’aria. La mano della madre che gli carezza i piedini. Il battito furente del cuore. Il viso dolcissimo della madre. Il bacio. Mamma!
Dov’era la mamma? Era solo nella casa che si stava spegnendo. Lo specchio dell’andito lo rifletteva: un uomo anziano. Forse era stata primavera. Forse il profumo dei fiori.

 
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