Il
Natale di Nino
di
Giovanna Giordani
Che
fosse un bambino a dir poco speciale si era capito fin dai suoi primi
anni. Il suo nome era Giovanni, ma per familiari e amici
semplicemente e affettuosamente Nino.
Frequentava
la terza elementare e aveva imparato a leggere e a scrivere in poco
tempo. I suoi genitori ne erano naturalmente molto orgogliosi.
Arrivata la vigilia di Natale gli domandarono se avesse delle
richieste particolari per Babbo Natale.
Si,
rispose prontamente il bimbo, scriverò una letterina. Va bene,
risposero mamma e papà, poi andremo ad imbucarla affinché
arrivi in tempo.
Nino
aveva visto ai telegiornali delle cose che l’avevano colpito
parecchio. Persone disperate che venivano dal mare su imbarcazioni
traballanti, famiglie con bambini piccoli accampate al freddo e al
gelo davanti a un muro di filo spinato che impediva loro di essere
ospitati nel paese vicino.
Guardò
il presepe che aveva preparato assieme ai suoi genitori. Gesù
Bambino nella culla di paglia era seminudo e sorrideva con le sue
piccole braccia alzate come volesse offrirsi alle persone che erano
venute a vederlo. La Madonna e San Giuseppe erano inginocchiati
accanto a lui e pregavano.
E
Babbo Natale? Era un pupazzo bello giocoso che stava seduto
tranquillo sotto l’albero in attesa di trasformarsi in quello
che durante la notte avrebbe portato i doni.
Nino
si recò nella sua cameretta, prese un bel foglio bianco e
cominciò a scrivere la seguente letterina:
<Caro
Babbo Natale, sei lì, vicino alla capanna dove ti sorride Gesù
Bambino e io credo che ormai voi due siete diventati amici. Allora
questa letterina voglio inviarla a tutti e due.
Ho
visto ai telegiornali delle cose che mi hanno fatto piangere. Certa
gente che stava per affogare in mare. Bambini che fuggivano dai loro
paesi assieme ai loro genitori perché degli uomini cattivi
cercavano di fare loro del male. Qui, in città, dove abito io
ci sono tante luci, tanti negozi e tanti bambini come me hanno tante
cose e tanti giochi, ma aspettano la festa di Natale per riceverne
ancora. Allora caro Babbo Natale e caro Gesù Bambino vi prego
questa volta di non portarmi regali ma di far giungere i doni
destinati a me ai bambini che piangono e di aiutare le loro famiglie
a vivere in una casa come la mia. Vi ringrazio e vi mando un bacio,
ciao, Nino>
Ciò
fatto, il bambino piegò per bene la letterina e, avuta una
busta dalla sua mamma, la inserì con determinazione, scrisse
l’indirizzo e gliela riconsegnò affinché la
imbucasse nella cassetta delle lettere come aveva promesso.
Il
giorno di Natale ci fu la risposta. Sotto l’albero, accanto al
presepe spiccava una bella busta rossa indirizzata proprio a Nino che
l’aprì tutto trepidante e lesse a voce alta quanto stava
scritto:
<caro
Nino, ci ha fatto molto piacere la tua letterina poiché quello
che hai richiesto è più importante di tutti i
giocattoli del mondo e, se i nostri collaboratori ci danno una mano,
cercheremo di esaudire il tuo desiderio. Ma nel frattempo accetta
questo piccolo segno del nostro affetto per te
firmato:
Gesù Bambino e Babbo Natale>.
Allora
cercò con lo sguardo sotto l’albero e vide un
pacchettino con scritto il suo nome. Lo scartò e si trovò
fra le mani un bellissimo libro con una copertina dai vivaci colori
dove primeggiava a grandi lettere il titolo:
LE
PIÙ BELLE STORIE DI NATALE
Nino
non stava in sé dalla gioia e mostrò felice ai suoi
genitori il bel regalo che gli avevano fatto Gesù Bambino e
Babbo Natale. Naturalmente si sarebbe ricordato di quel giorno di
Natale come uno dei più belli della sua vita.
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