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  Scritti di altri autori  »  Narrativa  »  Pellegrinaggio a Loreto, di Sergio Menghi 16/01/2024
 

Pellegrinaggio a Loreto

di Sergio Menghi



Il santuario della Madonna di Loreto è universalmente conosciuto come una meta ambita di pellegrini provenienti da varie parti del mondo, ma in modo particolare è sentito dagli abitanti marchigiani, specialmente quelli, e sono tanti, che per motivi di lavoro od altri hanno dovuto allontanarsi in varie regioni anche estere.

Personalmente ricordo che i miei primi viaggi in autobus o in treno alla Madonna di Loreto sono iniziati ad un´età molto precoce, sette otto anni, insieme a mia nonna, mia madre e le zie.

Per me era una grande scoperta, significava vedere un po' di cose nuove rispetto a quelle che osservavo tutti i giorni, immerso nella vita di un ambiente prettamente rurale, sicuramente non noioso, anzi ricco di tante presenze naturali integre rispetto a quelle dei nostri tempi.

La cosa che più mi colpiva era quella macchina nera e fumeggiante che arrivava alla stazione di Castelraimondo fischiando all´impazzata e stridendo i freni rumorosi; mia madre mi tirava indietro energicamente perché io avrei voluto vedere di più, mentre i viaggiatori frettolosamente scendevano con tutti i loro bagagli lasciando poi noi salire e prendere il posto nelle carrozze con i sedili di legno.

Durante il viaggio non staccavo mai lo sguardo dal finestrino; scorreva davanti ai miei occhi una pellicola incantevole composta da rigogliosi boschi, fiumi, prati e campi coltivati, casolari e cielo azzurro, velato a tratti dal vapore della locomotiva.

All´improvviso questo drago di fuoco piombava nel buio di una galleria, si accendevano delle fioche lucine elettriche, altre volte passava sopra ponti stretti che sembravano traballare dalla enorme massa di ferro rotante, poi si sentiva di nuovo il freno fischiare e la macchina rallentare la corsa, apparivano allora case ravvicinate, vie chiuse al traffico dei rari automezzi, delle biciclette e dei pedoni appoggiati alla sbarra chiusa del passaggio a livello.

Il treno ormai andava a passo d´uomo e si sarebbe fermato alla vicina stazione per far scendere e salire nuovi viaggiatori e talvolta scaricare e caricare pacchi non ingombranti. La storia si sarebbe ripetuta più volte in atre città e cittadine delle Marche fino a quando non avremmo raggiunto la costa e quindi costeggiato il mare.

Poco prima dell´arrivo alla stazione di Loreto avremmo visto spuntare, affacciata sulla collina, la maestosa basilica lauretana, meta del nostro pellegrinaggio.

seguito:

Nei pressi della Basilica lo scenario cambiava radicalmente, era come se si respirasse un´aria nuova impregnata di un misticismo che penetrava nel profondo dell´animo umano al quale non era possibile sottrarsi nemmeno per un bambino un po´ selvaggio come me.

Non capivo il senso delle cose che vedevo, ma mi immedesimavo nel comportamento dei miei familiari che, con il capo coperto dal velo scuro, recitavano il rosario insieme alla nonna.

Del resto questa preghiera mi era nota perché, specialmente nei mesi invernali, era il nonno che tutte le sere recitava il rosario, davanti al ceppo acceso, insieme al resto della famiglia sempre con le mani occupate da lavori di filatura e varie.

In questa occasione però l´assemblea era assai più numerosa e partecipativa e, benché fossi piccolo, non mi poteva sfuggire la superba grandezza della chiesa con l´ampia piazza antistante arricchita da fontane e portici in pregiato stile architettonico rivisto, solo dopo tanti anni, assomigliare ad altri monumenti nella mia nuova residenza romana.

L´interno della chiesa poi conteneva la casetta, in spesse mura di pietra nera, con la quale la Madonna sarebbe approdata sul colle di Loreto trasportata da Angeli.

A quell´età questa notizia, detta dalla nonna con tanto sentimento di amore, mi suonava stupenda, ammirevole e mi riempiva di gioia, contenuta, avevo l´impressione di crescere in consapevolezza, più di quanto stessi facendo a scuola.

Più tardi, in una visita successiva dopo la laurea, la mia aumentata razionalità mi portò in contro a forti dubbi sulla possibilità di un simile evento, tanto che volli approfondire con un religioso il quale mi accontentò subito dicendomi che si tratta di un dogma di fede.

Credo proprio che sia così perché i miracoli avvengono indipendentemente dal fatto che si creda o no al trasporto degli Angeli. La Madonna ascolta solo le preghiere e le esaudisce mentre io mi ritrovo spesso ad annaspare nel fango come quei moscerini che disgraziatamente vi sono caduti dentro.


 
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