Questa
poesia di rara bellezza e particolarmente struggente trova origine
nel fatto che determinò in lui una svolta della sua vita. Fu
infatti arrestato l’8 febbraio del 1950, venne condotto nel
carcere di Matera, dove restò rinchiuso fino al 25 marzo,
allorché una sentenza lo riabilitò completamente
assolvendolo da ogni reato imputatogli in quanto frutto di vendetta
perpetrata da avversari politici. Uscito dal carcere non presenziò
più alle sedute del Consiglio comunale, da cui peraltro si
dimise, ma solo come sindaco, l’8 maggio dello stesso anno,
dimissioni accolte a maggioranza assoluta, così come con la
stessa maggioranza fu eletto il nuovo sindaco. Scelse poi di dare
vita al suo forte impegno in altro luogo, dapprima Roma e poi a
Portici vicino a Napoli. Ed è con questa poesia che rivela i
sentimenti alla base della sua certamente non facile decisione.
Passaggio
alla città
di
Rocco Scotellaro
Ho
perduto la schiavitù contadina,
non
mi farò più un bicchiere contento,
ho
perduto la mia libertà.
Città
del lungo esilio
di
silenzio in un punto bianco dei boati,
devo
contare il mio tempo
con
le corse dei tram,
devo
disfare i miei bagagli chiusi,
regolare
il mio pianto, il mio sorriso.
Addio,
come addio? Distese ginestre,
spalle
larghe dei boschi
che
rompete la faccia azzurra del cielo,
querce
e cerri affratellati nel vento,
pecore
attorno al pastore che dorme,
terra
gialla e rapata,
che
sei la donna che ha partorito,
e
i fratelli miei e le case dove stanno
e
i sentieri dove vanno come rondini
e
le donne e mamma mia,
addio,
come posso dirvi addio?
Ho
perduto la mia libertà:
nella
fiera di Luglio, calda che l’aria
non
faceva passare appena le parole,
due
mercanti mi hanno comprato,
uno
trasse le lire e l’altro mi visitò.
Ho
perduto la schiavitù contadina
dei
cieli carichi, delle querce,
della
terra gialla e rapata.
La
città mi apparve la notte
dopo
tutto un giorno
che
il treno aveva singhiozzato,
e
non c’era la nostra luna
e
non c’era la tavola nera della notte
e
i monti s’erano persi lungo la strada.
(Roma,
1 luglio 1950)
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