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  Scritti di altri autori  »  I maestri della poesia  »  A mia madre, di Mahmoud Darwish 02/07/2019
 
Mahmoud Darwish (al.Birwwa 13 marzo 1941; Houston, 9 agosto 2008) è forse il più grande poeta palestinese. Costretto all’esilio dallo stato di Israele (quando era ancora bambino i suoi genitori erano rientrati illegalmente dal Libano) fu costretto a diventare un giramondo, con soggiorni, più o meno lunghi, in Unione Sovietica, nel Libano, a Cipro, in Francia, in Egitto, in Tunisia, in Giordania e poté rientrare in Israele solo temporaneamente per rivedere la sua famiglia grazie a un permesso accordatogli dal governo di quello stato. La sua poesia ricalca inevitabilmente le aspirazioni di indipendenza della Palestina, ma è priva di retorica e presenta note di dolcezza del tutto imprevedibili, a conferma del fondamentale spirito pacifico dell’autore. Malato di cuore, sottoposto a più interventi, morì nel 2008 a Houston a seguito delle complicazione intervenute successivamente all’ultima operazione.





A mia madre

di Mahmoud Darwish


Mi manca il pane di mia madre

Il suo caffè

La sua carezza

Che cresce con la mia infanzia

Giorno dopo giorno

Amo la vita

Perché se morissi

Non sopporterei il pianto di mia madre!

Accoglimi se un giorno diventerò’

Mascara per le tue ciglia

E coprimi le ossa di erbe

Portate dal tuo candido seno¨

E stringimi forte

Con una ciocca dei tuoi capelli

Sperando di diventare un dio

Diventerò un dio …

Quando toccherò il fondo del tuo cuore

E quando tornerò, usami come combustibile

Per rinvigorire il fuoco

Come filo da bucato sul terrazzo di casa

Perché non posso resistere senza le tue preghiere

Sono invecchiato

Ridammi le stelle dell’infanzia

Perché possa condividere coi giovani uccelli

La strada del ritorno

Verso il nido della tua attesa!


 
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