Mahmoud
Darwish (al.Birwwa 13 marzo 1941; Houston, 9 agosto 2008) è
forse il più grande poeta palestinese. Costretto all’esilio
dallo stato di Israele (quando era ancora bambino i suoi genitori
erano rientrati illegalmente dal Libano) fu costretto a diventare un
giramondo, con soggiorni, più o meno lunghi, in Unione
Sovietica, nel Libano, a Cipro, in Francia, in Egitto, in Tunisia, in
Giordania e poté rientrare in Israele solo temporaneamente per
rivedere la sua famiglia grazie a un permesso accordatogli dal
governo di quello stato. La sua poesia ricalca inevitabilmente le
aspirazioni di indipendenza della Palestina, ma è priva di
retorica e presenta note di dolcezza del tutto imprevedibili, a
conferma del fondamentale spirito pacifico dell’autore. Malato
di cuore, sottoposto a più interventi, morì nel 2008 a
Houston a seguito delle complicazione intervenute successivamente
all’ultima operazione.
A
mia madre
di
Mahmoud Darwish
Mi
manca il pane di mia madre
Il
suo caffè
La
sua carezza
Che
cresce con la mia infanzia
Giorno
dopo giorno
Amo
la vita
Perché
se morissi
Non
sopporterei il pianto di mia madre!
Accoglimi
se un giorno diventerò’
Mascara
per le tue ciglia
E
coprimi le ossa di erbe
Portate
dal tuo candido seno¨
E
stringimi forte
Con
una ciocca dei tuoi capelli
Sperando
di diventare un dio
Diventerò
un dio …
Quando
toccherò il fondo del tuo cuore
E
quando tornerò, usami come combustibile
Per
rinvigorire il fuoco
Come
filo da bucato sul terrazzo di casa
Perché
non posso resistere senza le tue preghiere
Sono
invecchiato
Ridammi
le stelle dell’infanzia
Perché
possa condividere coi giovani uccelli
La
strada del ritorno
Verso
il nido della tua attesa!
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