Arriverà
quest’anno, o tarderà ancora? Così ci siamo
chiesti in questo settembre inusuale, di temperamento estivo, con
giornate che richiamavano quelle di luglio. Puntuale poi è
arrivato, l’autunno ha timbrato il cartellino, ha salutato
l’estate che è andata al giusto riposo e ha presentato
le sue credenziali, le stesse che così bene declama Salvatore
Quasimodo.
Ora
l'autunno
di
Salvatore Quasimodo
Ora
l'autunno guasta il verde ai colli,
o miei dolci animali. Ancora
udremo,
prima di notte, l'ultimo lamento
degli uccelli, il
richiamo della grigia
pianura che va incontro a quel rumore
alto
di mare. E l'odore di legno
alla pioggia, l'odore delle
tane,
comè vivo qui fra le case,
fra gli uomini, o
miei dolci animali...
Questo volto che gira gli occhi
lenti,
questa mano che segna il cielo dove
romba un tuono,
sono vostri, o miei lupi,
mie volpi bruciate dal sangue.
Ogni
mano, ogni volto, sono vostri.
Tu
mi dici che tutto è stato vano,
la vita, i giorno corrosi
da un’acqua
assidua, mentre sale dai giardini
un
canto di fanciulli. Ora lontani,
dunque, da noi? Ma cedono
nell’aria
come ombre appena. Questa la tua voce.
Ma
forse io so che tutto non è stato.
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