L’intervista è alla Gingko edizioni di San Lazzaro di Savena
(BO)
http://www.gingkoedizioni.it/
Le origini della vostra casa editrice?
La nostra
casa editrice è comparsa di recente nel panorama editoriale italiano. Il
progetto ha preso piede nel corso dell’estate 2006, per opera di alcuni
professionisti del settore che hanno deciso di collaborare ponendo al nostro
servizio le proprie conoscenze riguardo all’editoria, al giornalismo e al mondo librario.
Quali sono gli elementi di originalità del vostro
progetto?
La nostra
dedizione si offre esclusivamente alla costante ricerca di autori italiani o
stranieri che sappiano raccontare
in maniera nuova, limpida, incisiva l'Italia. Il nostro scopo è creare un
caleidoscopio di immagini, di forme, di linee, che intrecciandosi, plasmino
l'Italia letteraria. Siamo dalla parte di tutti quegli artisti che con le loro
parole siano in grado di
farci gustare paradigmi innovativi, ci spiazzino,
ci facciano sobbalzare. Ricerchiamo bussole, angolazioni di visuale,
prospettive non plastificate. La nostra intenzione, pertanto, è semplicemente
quella di pubblicare opere abili ad infondere una luce interpretativa nuova,
uno sguardo profondo, illuminante, alla realtà e ai cambiamenti italiani. I
nostri libri non devono far altro che avere qualcosa da dire. Essere energici, tesi, per niente
rassicuranti. Non sappiamo quanto sia originale questo proposito.
Quale
pensate che sia il futuro dell’editoria in Italia e della vostra
casa editrice in particolare?
Dovremmo
riempire molti fogli per rispondere a questa domanda. Crediamo tuttavia che il
presente e il futuro dell’editoria italiana non sia così nero, come solitamente
si racconta. I gruppi forti e i monopoli non incarnano una realtà soltanto
italiana e soltanto del mondo editoriale e culturale in genere. La
concentrazione di servizi da parte di oligarchie produttive è una tendenza del
sistema capitalistico, dovunque esso domini. Crediamo che in Italia, nondimeno,
ci sia posto in fondo per tutti coloro che vogliono stampare e pubblicare libri
e far giungere le proprie idee al pubblico. Di là da ogni difficoltà inerente al lavoro della piccola e media editoria italiana, come
sempre, nel mercato, è il consumatore finale che fa la differenza. Il lettore
decide, alla lunga decreta il successo di un’iniziativa o il suo fallimento. Il
lettore è sempre più lungimirante di quel che si pensa. La nostra esperienza,
poi, ci dice che il lettore italiano, rispetto a molti altri lettori di altri
Paesi, è piuttosto smaliziato e attento e riconosce la qualità quando la incontra.
Per quel
che ci riguarda non abbiamo altra prospettiva che quella di pubblicare dei
libri fatti di buone parole, di buone storie, che insegnino a chi li acquista
qualcosa. Non vogliamo produrre libri di intrattenimento, non ci interessano le
facezie, l’evasione fine a se stessa. Riteniamo che la lettura sia una faccenda
tremendamente importante. Questo, speriamo si rifletta alla lunga sulle nostre
pubblicazioni e noi lavoriamo affinché ci contraddistingua e ci faccia
individuare dal lettore come un marchio sinonimo di qualità, per il quale valga
la pena di spendere qualche soldo. Il nostro motto è incidere attraverso la
scrittura, e dunque il nostro progetto è molto semplice e molto complicato.
In Italia si legge poco: di chi è la colpa? Un po’ anche
delle case editrici?
Le cause
della scarsa sensibilità alla lettura degli italiani è determinata da
innumerevoli fattori. Anche in questo caso bisognerebbe riempire molte pagine.
Si stampano in Italia circa 40.000 libri all’anno.
Il problema è che di quasi tutti, dopo pochi mesi, e a merito, non resta alcuna
traccia. La colpa è per buona parte certamente di noi editori. Gli editori stampano troppo e stampano libri
che non meriterebbero di giungere al lettore. Il lettore nel marasma delle pubblicazioni
che affollano le librerie e le fanno tracimare è disorientato. Finisce per
scegliere ciò che gli sembra di maggior pregio. Poiché spessissimo, giunto in
casa, egli si rende conto di aver scelto un prodotto letterariamente deludente, conclude che alla seconda
occasione si comporterà in maniera più attenta e meno fiduciosa. O addirittura
opterà per autori consolidati ponendosi scetticamente sui tutti gli altri nomi
che non conosce. Non offrirà la sua fiducia alla sperimentazione e da ciò
discende tutta la filiera dei problemi. Viceversa se soprattutto i piccoli
editori forgiassero opere meritevoli, contro le quali il lettore fosse
costretto ad instaurare un rapporto di sfida e non di indifferenza…
Come immaginate possa essere il vostro lettore ideale? E
quali passi per avvicinare i lettori ai libri da voi editi?
Il nostro
lettore lo immaginiamo come una persona che recandosi alla cassa di una
libreria per pagare un nostro libro, pensi di ritornare di fretta a casa a
stendersi per leggerlo. Il nostro libro lo ha
incuriosito e provocato, non lo ha sedotto con immagini,
fotografie di copertina, ma solo con le parole e alla fine gli ha fatto
aggrottare la fronte ammantandolo di una sensazione di disturbo.
Giunto in
casa il nostro lettore, iniziando il libro, ricama un pensiero scettico e si
dice: “ma che vorrà dire
questo libro, devo proprio vedere…..”
E’ il
lettore con cui il libro ha creato un fluido emotivo, che vuole e si aspetta di
leggere qualcosa di deciso, che dica delle cose. E noi speriamo di non deluderlo.
Quale dei vostri libri vi ha dato le maggiori
soddisfazioni e perché?
Al
momento il nostro catalogo si compone di un solo libro. Si intitola LE CENERI
DI CANDORE e l’ha scritto il dott. Alessandro Pugliese. Invitiamo a leggerlo
perché al momento ci pare la nostra giusta presentazione al pubblico. E’ un
libro di poesie che racchiude la nostra ideologia letteraria.