L’intervista è
alle Edizioni Creativa-ec, in persona del Direttore
Editoriale Gianluca Ferrara.
Sito Internet: http://www.edizionicreativa.it/
La creatività è la chiave che ogni
essere umano può usare per aprire la propria esistenza alla felicità.
La creatività è uno strumento
straordinario che abbiamo per poter generare una nuova realtà.
La creatività è il più prezioso regalo
che ci è stato fatto dall’essere di luce e amore che ci ha generati.
Spetta a noi usarla, la scrittura è un
mezzo meraviglioso per essere creativi.
Le origini della vostra casa
editrice?
Siamo nati nel 2005 dall’esperienza di Agenzia Creativa, un’agenzia
letteraria che essenzialmente aveva l’ obiettivo di
valorizzare autori di talento non ancora famosi. Però, l’intermediazione con
gli editori è stata deludente… allora, su impulso degli scrittori che ci
contattavano abbiamo dato vita ad Edizioni Creativa.
Quali sono gli elementi di
originalità del vostro progetto?
Credo che un elemento che
contraddistingue la nostra casa editrice sia l’indipendenza. Oggi, come ieri e
come temo anche domani, occorre essere
schierati e schiavi di qualcuno. Non importa di chi o cosa, è sempre
dipendenza. Queste logiche
non ci appartengono e preferiamo pubblicare qualche testo in meno
ma essere veramente indipendenti. Non fare compromessi. Spesso il termine
indipendenza si usa a sproposito. A me piace pensare che la nostra casa
editrice sia degli autori (senza dei quali non avrebbe quella notorietà e forza
positiva che in molti ci riconoscono) e dei lettori che sempre più aumentano.
Un’altra caratteristica peculiare della nostra realtà editoriale è
che non ha una struttura verticistica, ma bensì orizzontale. Ognuno collabora a
questo progetto. Basti pensare ai direttori di collana, al comitato di lettura.
L’importante è seguire la linea guida che è quella che ci deve sempre ricordare
l’importanza del rispetto delle idee e dell’impegno a creare sinergie positive.
Ma l’elemento più importante che mi piace sottolineare è che
compito di un editore è quello di farsi strumento di denuncia delle ingiustizie
e impulso al cambiamento. Noi, nel nostro piccolo, ci crediamo molto e lo
spazio congliultimi.it
(che mi auguro presto sarà pronto) ne è una testimonianza anche concreta. Un
luogo virtuale però ove pragmaticamente si può essere d’ausilio, diventare il
cambiamento.
Quale
pensate che sia il futuro dell’editoria in Italia e della vostra
casa editrice in particolare?
Temo che il futuro dell’editoria nel nostro Paese non possa
peggiorare più della realtà attuale. Una realtà nella
quale prevalgono pochi ma grandi marchi editoriali che controllano il mercato, marchi
editoriali che sono espressione del potere economico e politico italiano. E’
difficile per un marchio indipendente inserirsi… Per fortuna ci sono diversi
piccole case editrici che tra mille sacrifici pubblicano ottimi libri, poi ci
sono quelle che in realtà sono dei tipografi che si spacciano da editori
usando e sfruttando l’autore.
Una speranza può venire da Internet che è sempre in fase di
espansione. Internet è uno strumento più meritocratico e può essere sempre più
un ausilio.
In Italia si legge poco: di chi è la
colpa? Un po’ anche delle case editrici?
Il perché non si legge in Italia credo abbia radici profonde, a mio
avviso dovute alla precisa scelta da parte della c.d. “classe dirigente” di
lasciare che le persone nuotino nell’ignoranza. Se non fosse così, perché in TV
si assiste a programmi che sono uno scempio, un’offesa all’essere umano
progredito? Programmi che fanno emergere solo i lati istintuali. Non c’è la
volontà di educare, ma solo drogare con il calcio (anche io in realtà la
domenica divento un tossico) spacciato tutti i giorni a tutte le ore e con
questi programmi ignobili che dovrebbero analizzare la politica, l’economia e
la cultura del nostro Paese. Oggi più si è funzionali al sistema e più si fa
carriera.
Quando si deciderà di far crescere il Paese allora gli italiani
inizieranno a scoprire il potere della lettura, la grande potenzialità che cela
la lettura di un buon libro. Io lo ripeto sempre l’editore è uno spacciatore di
pensieri… e, i pensieri, è importante che siano di indipendenza e libertà
perché essi sono alla base del nostro agire. Ecco perché quando si pubblica un
testo occorre prendersi le proprie responsabilità, stare attenti perché ogni
libro è come una mina che può esplodere!
Come immaginate possa essere il
vostro lettore ideale? E quali passi per avvicinare i lettori ai libri da voi
editi?
Mi piace pensare al nostro lettore ideale come una persona che non
si faccia spingere all’acquisto perché gliel’ha detto Costanzo o Vespa che sono
i camerieri della politica culturale italiana. Certo fa rabbia sapere che il
libro di Costantino o della Clerici vende decine di migliaia di copie, che il
libro “scritto” da Mike Buongiorno può godere di una distribuzione capillare
(per non parlare della pubblicità) mentre tanti ottimi libri, scritti da autori
esordienti, devono lottare per essere accettati da librai che ormai vendono
libri come se fossero lattine di Coca cola, per loro i libri sono tutti uguali,
l’importante è che vendano.
Un passo per “catturare” l’attenzione dei lettori di sicuro è il bookcrossing. Inoltre ci piace regalare i nostri testi ad
associazioni benefiche (oratori, comunità per tossicodipendenti) in modo da
cercare noi i lettori.
Quale dei vostri libri vi ha dato le
maggiori soddisfazioni e perché?
Ogni libro che abbiamo pubblicato ci ha regalato soddisfazioni ed
emozioni positive. Ogni testo ha la sua grande dignità perché “dietro” al libro
c’è la sensibilità dell’autore, le sue emozioni, la sua capacità di raccontare,
creare quel magico mondo che solo uno scrittore sa fare.
Ogni libro pubblicato ci ha regalato tante soddisfazioni ed ha un
posto preciso nel mio cuore.