Risponde Melania Crisafi
dell'Ufficio Stampa di MESOGEA (www.mesogea.it)
MESOGEA si interessa di culture mediterranee ed è un progetto nato
all'interno di un gruppo editoriale, la GEM srl, che
pubblica sotto tre marchi tra loro indipendenti e ognuno con una propria logica
editoriale distinta. Oltre a MESOGEA, GBM: tradizionalmente la sigla dedicata a
libri di storia e cultura siciliana e libri d'arte, ora aperta anche a
scrittori esordienti con la collana Narrativa (al suo
sesto titolo e due di imminente uscita); a libri di spiccato interesse
documentario-giornalistico caduti irrimediabilmente nell'oblio degli anni, con le neonata collana Cammei; ad
approfondimenti storico -architettonici su monumenti di particolare interesse
con i libretti della collana Opuscoli
di ethos; SICANIA:
vanta un'antica 'frequentazione' con il mondo universitario e istituzionale in
genere, che ne ha decretato una certa riconoscibilità
sia a livello nazionale che internazionale grazie alla pubblicazione di certe
riviste specialistiche.
Le origini della vostra
casa editrice?
L'idea di 'creare' Mesogea viene concepita negli anni Novanta quando, appassionanti
discussioni letterarie accendevano gli animi di un circolo di amici che, sullo
sfondo lo Stretto (di Messina) e davanti un bicchiere di vino, dibattevano
sulla necessità di un dialogo, un'apertura tra le varie culture mediterranee e
dell'importanza di una diffusione reciproca della conoscenza. Mi piace
associare Mesogea all'idea di una 'finestra aperta
sul Mediterraneo': nessuna verità svelata, niente
idee preconcette, non luoghi comuni triti e stantii. Ognuno può trarre dalle
pagine ciò che da esse trasuda. Senza filtri. C'è
un'attenzione quasi maniacale per la parola, per l'interpretazione perché il
lavoro di traduzione risulti il meno invasivo possibile. La stessa veste grafica, sobria ed elegante,
risponde all'esigenza di invitare il lettore e accompagnarlo senza forzature.
Quali sono gli elementi
di originalità del vostro progetto?
Pensando alla casa editrice nella sua interezza, credo che il fatto
di pubblicare con tre marchi, ciascuno dalla linea editoriale ben distinta sia
già una scelta caratterizzante. È sicuramente molto più facile puntare sul
colpo d'occhio che un catalogo abbondante anche se –
spesso – indistinto, può dare. Tornando a Mesogea,
forse questo catalogo si distingue per l'attenzione aperta e non localistica per la cultura mediterranea. Le nostre collane
sono solo due: La
grande e La piccola. Ma dentro ci sta tutto, c'è il
mondo: saggi, racconti, poesie, inchieste...
Quale
pensate che sia il futuro dell'editoria in Italia e della
vostra casa editrice in particolare?
L'editoria sta attraversando un momento buio, troppa 'offerta' in
un mercato chiuso, monopolizzato con noi piccoli strangolati dentro ferree
logiche di mercato che impongono una politica da supermarket nelle librerie
dove o hai il best seller, grossi nomi sulle copertine e, magari, qualche santo
in paradiso o ci vuole proprio una caparbia determinazione per accaparrarsi quel
dato titolo di quel dato editore. Basta pensare che Mesogea
da due anni è senza un promotore a livello nazionale!...
Abbiamo una promozione a macchia di leopardo che, guarda caso, si ferma
all'Emilia Romagna. Questo significa che, in moltissimi casi, i librai non
hanno neanche idea delle novità in uscita. La nostra è una scommessa, lo
sappiamo bene. In un paese in cui, per tradizione, forti poteri e 'mercato'
editoriale si concentrano al nord, puntare su una casa editrice sulla cui carta
intestata ci trovi scritto 'Messina', è una bella sfida culturale. Vedremo!...
In Italia si legge poco:
di chi è la colpa? Un po' anche delle case editrici?
In questo paese non esiste una 'cultura della lettura',
men che meno al sud. Il problema non riguarda solo i libri
ma tutto il
mondo della carta stampata, quotidiani compresi. Teorie ben circostanziate in merito non ne ho
francamente. Non so, spesso sento dire 'troppa televisione'
come se questa ingerenza non fosse arginabile. La televisione è un oggetto, non
un soggetto pensante. Si torna piuttosto al problema di una politica culturale
che non c'è e che andrebbe fatta 'dal basso'
coinvolgendo, in primo luogo, i più piccoli.
Probabilmente, anche i prezzi scoraggiano dal frequentare più
assiduamente le librerie. Nel nostro caso, le traduzioni hanno un peso
determinante sul prezzo di copertina ma torniamo
ancora là: se si considera la lettura un'attività secondaria, è chiaro che
questo 'costo' sarà valutato 'superfluo' rispetto ad altri.
Come immaginate possa essere
il vostro lettore ideale? E quali passi per avvicinare i lettori ai libri da
voi editi?
Credo che nessuno di noi si sia mai posto questo interrogativo.
Voglio dire, non esiste un 'lettore ideale' di Mesogea se la domanda
presuppone di individuare un target ben preciso. Potenzialmente chiunque è un lettore ideale, chiunque sia
mosso da curiosità, voglia di crescere, sete di sapere, di conoscere. Chiunque
sia pronto ad aprire il proprio cuore a quell'esperienza
mistica che la lettura (certe
letture) può
offrire.
Quale dei vostri libri
vi ha dato le maggiori soddisfazioni e perché?
Di istinto risponderei "l'ultimo". Ma non perché migliore
o più opportuno o più interessante di quelli che l'hanno preceduto. Il fatto è
che ogni uscita (e tutto il lavoro che la precede) è come se apportasse un
nuovo tassello a questo mosaico di culture e di saperi quale si va delineando,
titolo dopo titolo, il catalogo tutto mediterraneo di Mesogea.
Le riunioni del comitato di redazione che, essendo composto anche da 'forestieri'
(leggi: non messinesi) per forza di cose si condensano in due/tre incontri l'anno,
lunghe ed estenuanti, rappresentano una sorta di maieutica che coinvolge tutti
indistintamente, ciascuno pronto ad assorbire, far sua l'esperienza di lettura,
di conoscenza dell'altro.
Pensandoci, anche le nostre riunioni sono molto 'mediterranee'. Immancabili,
magnifici spuntini accompagnati da bevande all'anice, tisane, buccette di agrumi... il tutto rigorosamente fatto-in-casa. Ma di questo è
meglio non parlarne altrimenti rischiamo di diventare troppi.