L'intervista è a Claudio Francesconi,
meglio conosciuto in Internet con l'alias di Spartacus
Quirinus. Classe 1944, romano de' Roma, si diletta scrivere poesie in vernacolo. Per
chi volesse saperne di più, il suo sito è:
http://www.spartacusquirinus.it/index.html
Perché scrivi?
Poiché lo faccio da
quando avevo 14-15 anni ti confesso che me lo sono dimenticato. Però per
i sonetti dialettali, iniziati nel più vicino 1975, lo stimolo venne dalla
lettura, critica, molto critica, di un libro di “Anonimo Romano” (in effetti era Maurizio Ferrara, padre dell'oggi più noto
Giuliano), pensai: se li scrive lui ci posso riuscire anch'io (e meglio). Non
so se siano più belli però è, stato molto bello.
Alla base di tutte le tue
opere c'è un messaggio che intendi rivolgere agli altri?
Non credo, anche se spesso scrivendo
si dà un'indicazione di comportamento, di vita, di morale o immorale, sta al
lettore giudicare e prendere o meno quello che c'è in
ogni autore.
Ritieni che leggere sia
importante per poter scrivere?
Importantissimo. Già lo scrissi
nell'introduzione ad un'antologia di un premio letterario per giovani di cui
fui curatore. Ma anche nel sito, nelle pagine del dialetto ho scritto: “In prìmise lègge”. Serve per abituare l'orecchio alle frasi,
alle parole, ai verbi, agli accenti. Oggi i giovani, purtroppo, leggono poco e
quando scrivono incorrono in errori che avrebbero potuto
evitare.
Che cosa leggi di solito?
Oggi quasi solo narrativa, devo rifarmi
degli anni passati, quando era la storia, la saggistica, la politica che
monopolizzava maggiormente i miei interessi. Poi naturalmente la poesia.
Non
disdegnando neanche letteratura poliziesca e fantascienza e fumetti di grandi
autori come Hugo Pratt, Charles M.Schultz tanto per
citarne due.
Quando hai iniziato a
scrivere?
Intorno
al 1958.
I tuoi rapporti con
l'editoria.
L'editoria non pubblica volentieri le
poesie, poi le poesie in vernacolo... quando mai!
Che cosa ti piacerebbe
scrivere?
Quello che scrivo: niente di più,
niente di meno.
Scrivere ha cambiato in
modo radicale la tua vita?
No.
Qualche consiglio per chi
ha intenzione di iniziare a scrivere.
Per parafrasare un noto degnissimo
magistrato:
Leggere, leggere, leggere.