L'intervista è a Katia Ciarrocchi, nata a San
Benedetto del Tronto (AP) il 25 novembre 1968.
Sito Internet: http://www.ruah.altervista.org/index.htm
Blog: http://katherjneroad.splinder.com/
Parlaci di te.
Oggi vivo immersa nella
natura in un paese ai piedi dei monti sibillini, una ricerca di tranquillità in
assonanza con la natura: armonia per il mio essere, fuggendo dal frastuono
della città.
Svolgo diverse attività in
ambito sociale. Per vizio sentimentale, mi interessa e mi sento vicina alla
storia dei vinti, degli ultimi tra gli ultimi. Degli emarginati, dei
dimenticati.
Una storia di terra di
nessuno, uno spazio spogliato di ogni riferimento ove l'anima urla davvero.
Ogni essere umano, alla lunga, ha diritto a essere riabbracciato. Amo scrivere
poesie, mi diletto con i racconti molti dei quali presenti in diversi siti
Internet, in antologie e in e-book.
Perché scrivi?
Per pura passione.
Scrivere mi permette di esprimere tutte le emozioni che abitano nel regno del
mio essere, è il modo migliore che abbiamo per esprimerci, in fondo come diceva
Lacan “L'inconscio è il linguaggio”.
Alla base di tutte le tue
opere c'è un messaggio che intendi rivolgere agli altri?
In tutte le forme
espressive e artistiche c'è un messaggio rivolto a chi ne viene a contatto. E'
pur sempre il lettore che ne coglie le sfumature secondo
lo stato d'animo momentaneo o del proprio vissuto nell'attimo in cui si
sofferma a leggere. I miei scritti sono sempre molto autobiografici, la
speranza credo sia il messaggio più prorompente, mai
abbandonarsi agli eventi della vita senza lottare.
“Occorre resistere
creativamente, di fronte alla fatalità della vita umana, bisogna prenderla per
le corna, non lasciarsi sottomettere da essa e
guardare, nonostante tutto avanti”.
Ritieni che leggere sia importante per
poter scrivere?
Ritengo che sia
fondamentale. E' vero che chi possiede questo talento lo possiede nel dentro,
ma anche vero che non si impara a fare il pane se
prima non si è carpiti tutti i segreti di tale arte. E per farlo bisogna
soffermarci a osservare una massaia, un fornaio che ne conosce il mestiere,
analogamente con la lettura interiorizzi cultura, arte, linguaggio.
Che cosa leggi di solito?
Di tutto, sono poliedrica
in questo e troppo curiosa per farmi sfuggire qualcosa.
Quando hai iniziato a scrivere?
Credo appena ho imparato a
scrivere le prime lettere dell'alfabeto, mio padre raccoglieva i pensieri e li
depositava dentro una cartella con scritto “Quando un
cuore puro non ha remore nel dire”. Oggi è sempre un bel viaggio ripercorrere
questo mio cammino.
I tuoi rapporti con l'editoria.
Non sono mai stata
interessata alla pubblicazione cartacea, anche se poi qualcosa inevitabilmente
è finito in antologie collettive. In realtà non mi ritengo all'altezza di tale
impresa, lascio spazio a chi ha quel quid in più.
Che cosa ti piacerebbe scrivere?
Sai che in realtà non ci
ho mai pensato? Sicuramente un romanzo che rimanga nel cuore e nella mente
della grande platea.
Scrivere ha cambiato in modo radicale
la tua vita?
Non amo molto parlare di
me, con lo scrivere riesco a dire cose che rimarrebbero nei fondali del mio
intimo, ma come ho detto, in precedenza, mi appartiene sin da piccola. Più che
cambiato la vita, ci ho coabitato da sempre.
Qualche consiglio per chi ha intenzione
di iniziare a scrivere.
Leggere moltissimo dai
classici ai moderni. Scrivere ogni giorno facendo fluire i
propri pensieri senza remore alcuna, ricercare e affinare il proprio
stile rendendolo unico e aderente al proprio essere e sentire. Non lasciarsi
abbindolare da ciò che luccica perché non è sempre oro. Non cadere nelle
trappole dei corsi di scrittura, sono solo ruba soldi e in fondo non insegnano
nulla. Mettersi in gioco partecipando a concorsi o forum di scrittura gratuiti.
Un libro che consiglio è “On Writing” di Stephen King autobiografia di un
mestiere, un buon esercizio mettere in pratica i suoi consigli.