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  Libri e interviste  »  Pagano, di Gianfranco Franchi - Edizioni Il Foglio - Renzo Montagnoli intervista l'autore 08/09/2007
 

Intervista a Gianfranco Franchi, autore del romanzo “Pagano”, edito da Il Foglio.

 

 

Gordiano Lupi, nella sua prefazione, ha definito Pagano una “Vita agra dei tempi moderni”.  Come nel bel romanzo di Bianciardi, c'è un protagonista che, per vendicare le ingiustizie subite da altri, lascia il borgo natio per andare nella grande città, che però distruggerà il suo sogno con l'omologazione e la piattezza? In ogni caso ci vuoi parlare del tuo romanzo dal titolo un po' strano?

 

La vita agra” è parte integrante della mia formazione, determinante nella mia coscienza di letterato; naturalmente riconosco, da giovinastro classe ‘78, che Lupi mi ha onorato molto accostandomi all'anarchico Bianciardi.

Borgo natio… la mia storia personale e famigliare è un po' complessa. In estrema sintesi e semplificando: vengo da Trieste e dal suo (perduto?) entroterra e quindi sono composto “del sì del da del ja”, come scriveva Cergoly. Abito nell'antica frontiera di Roma, il Gianicolo, e non mi riconosco nella città ma nel mio quartiere, Monteverde Vecchio. Come Trieste, vivo profondi contrasti relativi alla mia identità culturale e alla mia appartenenza a una patria e una soltanto. A differenza della Trieste odierna, disconosco lo Stato Italiano. E non nascondo nostalgie austriacanti, confidando magari nel sogno di Illy, l'Euroregione. Armonizzare certi contrasti è complesso e in ogni caso non è mai pacifico. Questa è una delle ragioni per cui il romanzo ha (provocatoriamente) inizio nell'isola dalmata di Pago (ovviamente “Pagus”, villaggio), oggi croata, ribattezzata “Pag”. Quanto al rapporto con la grande città, in cui per accidente sono stato cresciuto e allevato, io non ho chiesa, né partito, né clan: non appartengo al complesso tessuto sociale di Roma, ho amicizie in diversi ambienti ma nessun legame di appartenenza diverso dal tifo per la Roma. Sono totalmente estraneo alla Roma pontificia, poi sabauda, italiana e dal 1943 vassalla angloamericana; mi riconoscerei, e mi riconosco, al limite, in quella caduta nel 476.

 

 

C'è un messaggio in questa tua opera e, se sì, quale?

 

I messaggi sono diversi. Dalla denuncia della morte dell'Italia nel 1943, dal momento dell'occupazione militare del suo territorio e dell'invincibile egemonia americana, economica e culturale, sullo Stivale; dalla denuncia della condizione dei cittadini e dei lavoratori, costretti – da riforme di stampo wasp, yankee – a perdere diritti, tutele e stabilità, impossibilitati a progettare il futuro; dalla denuncia della morte della Destra, corrotta e consegnata al forzismo (socialismo craxiano e tenace idolatria teocon, incubo patchwork: con classe dirigente partim già comunista, cfr. Ferrara, Adornato, Bondi, Guzzanti, etc), sino alla rabbiosa ricerca di serenità, stabilità, equilibrio: in una nazione ridotta alla statolatria, nel nome d'una sconfitta atroce e totale che nessuno pronuncia. Io l'ho fatto, a chiare lettere. Perché non morirò servo degli angloamericani. 

Assieme, rivendico la centralità e lo spirito del territorio (dei territori), suggerendo – provocatoriamente – un ritorno all'istituzione medievale dei Comuni, che mi sembra adeguata fonte di ispirazione per forme-Stato diverse: più umane, democratiche, vivibili e riconoscibili. Meno italiane.

Disconosco questa repubblica parlamentare. Flaiano diceva che la corruzione è l'unico gioco rimasto ai burocrati, nel “Diario notturno”. D'accordo, ma non voglio che giochino a oltranza sulla mia e sulla nostra pelle.

 

 

Tu scrivi anche poesie, anzi le prime pubblicazioni su carta stampata sono sillogi. Hai abbandonato questo ramo artistico per passare alla narrativa o riesci a far coesistere ambedue?

 

Sono successe delle cose. Cose che non ho saputo rovesciare e dominare. Non riesco a scrivere versi da quasi due anni. Ho pubblicato, in passato, delle raccolte “laboratorio”, perché in mente ho sempre avuto la visione di un unico libro di poesia, un canzoniere strutturato, aggiornato, modificato e integrato nel tempo; che potrebbe uscire, nella versione 1995-2008, il prossimo anno. In passato, narrativa e poesia coincidevano serenamente. Adesso no. Non so cosa significhi, o forse non è il caso di dirlo.

 

 

Dopo “Disorder”, raccolta di racconti uscita lo scorso anno, ora c'è questo tuo romanzo, opere entrambe edite da Il Foglio. C'è un motivo particolare nella continuità di rapporti con questo editore e in ogni caso quali sono gli elementi più qualificanti? 

 

Gordiano è un editore onesto, libero e indipendente. Condividiamo la battaglia per un'editoria pulita e per una nuova circolazione e distribuzione delle opere; per una critica estranea ai condizionamenti editoriali (industriali); per una letteratura nuova. Condividiamo letture, ci confrontiamo spesso, su Lankelot o in privato, a proposito di letterature diverse, non solo italiana e cubana. Gordiano è un uomo democratico, aperto e intelligente: fatalmente, non allineato a nessun partito e a nessun movimento. È un uomo libero. Ci conosciamo virtualmente da una decina d'anni, dai tempi in cui “Il Foglio” era una rivista e Lankelot” era solo il mio pseudonimo sulle riviste “Ouverture” e “Der Wunderwagen”, che ci scambiavamo. È passato un po' di tempo…

Lui è un uomo buono e generoso. Potrebbe dedicarsi solo alla sua letteratura e alle sue pubblicazioni, invece si sfianca come editore donandosi e sacrificandosi per i suoi autori. Correndo rischi economici e non solo, come in questo caso: perché “Pagano” gli alienerà delle simpatie. Lupi può andare oltre Longanesi, è una figura eclettica, nuova. Potente, e tutta letteraria. Spero che quel che rimane degli italiani sappia, presto, riconoscergli la sua grandezza e la sua generosità.

 

 

Sei il responsabile di Lankelot, un sito letterario conosciuto ed importante. Ritieni che abbia contribuito alla tua formazione culturale, il che penso sia ovvio, ma in effetti quanto ha pesato Lankelot sul tuo grado di conoscenza?

 

Lankelot è fondamentale, per quanto mi riguarda. È un portale che si avvicina, dopo quasi cinque anni di attività, inframezzati da sei mesi di buio tra 2005 e 2006, ai 2000 articoli pubblicati: tutti accuratamente selezionati, meditati, criticati, interiorizzati. Il contributo della vecchia redazione è stato formidabile e costante nel tempo; i collaboratori sono, come prevedibile, periodicamente cambiati. Sono stati circa 200. Io sono cresciuto assieme a chi anima quello che un tempo era soltanto il mio sito; a loro devo intelligenza, coraggio, fantasia, libertà, indipendenza e autonomia nel giudizio. Oggi la loro lezione si rivela fondamentale, perché ricevo un numero crescente di opere da editori sempre meno underground, diciamo così. Ma mai mainstream, perché quei libri si rifiutano a priori e si comprano a un euro dopo pochi mesi, per strada.

Con gli editori veri, i piccoli e medi di qualità ai quali mi dedico, devo mantenere l'equilibrio, la distanza, la professionalità e la cattiveria di sempre.

Anni fa, mi allenavo recensendo libri su richiesta dei lankelottiani, esercitandomi al confronto con artisti o editori del tutto estranei alla mia formazione; e poi revisionavo ogni riga di ogni articolo di ogni collaboratore, e impaginavo tutto. Come un cyborg.

Ho sempre dedicato link ad altri siti letterari. Noi siamo sempre stati aperti, e pronti a “segnalare la concorrenza”. Perché non esisteva l'idea di “profitto”, di “guadagno”, di “interesse”. Esisteva ed esiste solo l'arte, solo la letteratura. Ho imparato diversi mestieri, in questi anni, stagista di me stesso e dei miei amici, autori o lettori che fossero. E ho imparato che la comprensione è possibile. E che siamo rimasti in pochi, letterati dico, liberi e indipendenti, ma sappiamo riconoscerci. Pronti a batterci contro la prepotenza mercantile del sistema editoriale, all'ultimo sangue. A tutela della memoria degli autori obliati, mai emersi, laterali, censurati.

Dovessi crepare domani creperei contento pensando di aver creato Lankelot. Perché i ragazzi lo faranno vivere per sempre. Io non servo più, già ora.

 

 

I tuoi programmi letterari per il futuro.

 

Vorrei vedere pubblicata “L'inadempienza”, quel mio canzoniere che ti dicevo; e la traduzione completa e libera di tutti gli scritti di Ian Curtis, scritta due anni fa. Intanto sto lavorando alla seconda stesura della terza parte della trilogia intrapresa con “Disorder” e “Pagano”, e ho un vecchio romanzo, “L'ombra”, che non dimentico e dovrò riscrivere, perché là vive una persona che ho perduto per sempre. Questo per quanto riguarda poesia e narrativa. Per quanto concerne i miei sentieri di ricerca critica, trovi passato e presente qui: http://www.lankelot.eu/?biografia=34

Ad oggi, 4 settembre, si tratta di circa 650 articoli. A disposizione di tutti, da sempre: commentabili e linkabili. E pieni di richiami ipertestuali ai migliori siti di critica letteraria, quelli liberi. A loro – a te – va il mio saluto.

 

 

Grazie, Gianfranco, e ovviamente auguri per “Pagano”.

 

 

Pagano

di Gianfranco Franchi

Edizioni Il Foglio

Pagg. 150

ISBN: 9788876061585

Prezzo: € 10,00

 

COME ORDINARE

 

1) Direttamente dal sito dell'editore: www.ilfoglioletterario.it - e a mezzo mail ilfoglio@infol.it - Spediamo contrassegno con soli due euro di spese postali, ma si può anche fare un bonifico anticipato o un versamento su ccp 19232586.

2) Nelle librerie convenzionate www.ilfoglioletterario.it/acquista.asp

3) Via Ibs www.internetbookshop.it  o www.365bookmark.it

4) ediQ Distribuzione - Gerenzano (Va) - tel.02.9689323 - fax 02.9689323 - cell. 347.4140016

e-mail: commerciale@ediq.eu - www.ediq.eu - www.ediq.it

5) Tramite il distributore regionale per TOSCANA e UMBRIA: Promedi Firenze di Andrea Nocentini & c. s.a.s. - v   ia del Botteghino,85 int.-    50018 – Badia a Settimo – Scandicci (FI) – Tel.0557223711  fax 0557310943 -promedi@interfree.it

6) Tramite il distributore nazionale BOOKS SHOP CONNECTION - Direzione Commerciale: Via degli Abeti n° 346 - 61100 Pesaro (PU) - Italia -  Tel. 0721 25508 - Fax 0721 25508 - E-mail: bscitalia@interfree.it - Sito: www.bscitalia.net

7) In ogni libreria italiana di buona volontà (ovvero che non venda solo Faletti e Dan Brown e che sia disposta  a comporre lo 0565 45098 opure a scrivere una mail a ilfoglio@infol.it e a ordinarli)

8) In tutte le fumetterie PANINI, STARSHOP e PEGASUS.

9) DA CASALINI LIBRI - FIRENZE - distributore per la TOSCANA - Casalini Novità <acatella@casalini.it>

10) Presso ALESSANDRO DISTRIBUZIONI - Bologna - http://www.fumetto-online.it - ad@alessandrodistribuzioni.it

10) Telefonando voi stessi allo 0565 45098, scrivendo una mail a ilfoglio@infol.it o una lettera (se non siete telematici) in via Boccioni 28 - 57025 Piombino (LI)

11) PANINI DISTRIBUZIONE per FUMETTERIE: Riccardo Cantarelli <RCantarelli@Panini.it>; Panini Distribuzione <eventura@panini.it>.

12) PEGASUS DISTRIBUZIONE per FUMETTERIE: mega@alastor.sm <mega@alastor.sm>.

13) STARSHOP DISTRIBUZIONE per FUMETTERIE: Star Shop :: Nicoletta Fiorucci <nicoletta.fiorucci@starshop.it>.

 

COMPRARE UN LIBRO DI UN PICCOLO EDITORE NON E' IMPOSSIBILE, BASTA VOLERLO!

 

 

 

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Sito internet: www.ilfoglioletterario.it

 

 

 

 

 
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