Intervista
a Ida Andersen, coautore, con Antonio Padula, della
silloge Con altre parole – Med andra ord,
edita da Il Foglio Letterario.
Ci vuoi parlare di questo
strano libro di poesia? A prima vista sembrerebbe che i testi siano stato
scritti a due mani e invece ci solo quelli frutto
delle capacità artistiche di Antonio Padula e quelli
che sono il risultato del tuo lavoro. Come se non bastasse, tutte le poesie
sono bilingui, nel senso che c'è la versione in italiano e quella in svedese.
C'è un motivo particolare, come per esempio la commercializzazione del volume
anche nel paese scandinavo?
Non trovo il libro strano,
solo per il fatto che è scritto da due autori. È come un'antologia, ma con due
soli poeti invece di molti, come è più diffuso. Il libro è nato da un'amicizia
tra me e Antonio Padula ma anche da un'intesa
poetica. Pur se diversi poeticamente, abbiamo in comune certi modi di vedere il
mondo, o meglio un certo atteggiamento comune nei confronti del mondo esterno,
una circostanza che mi ispira a scrivere poesie.
Il fatto che sia poi in
due lingue lo trovo naturale. Così si può distribuirlo anche in Svezia. Per
quelli che conoscono tutte e due le lingue credo che sia bene poter leggere anche nella propria madre lingua. E' però vero
che, pur se ben tradotta, la poesia perde sempre un po' rispetto alla versione
originale.
Mi sembra di capire dalla
lettura di queste poesie un comune senso di profondo rispetto verso la natura
di cui siamo parte e questa simbiosi fra il vostro essere, prima uomini e poi
poeti, vi consente di esprimere le vostre sensazioni ed opinioni sul
comportamento umano. E' così? E se è così, che significato si intende dare alla
vita umana, quale è il suo senso?
Rispondo solo per me
stessa che l'essere umano e una creatura che ha bisogno di creare, per motivi
ancora sconosciuti. E l'essere umano ha anche bisogno di capirsi e di capire in
quali circostanze si trova, per sentirsi sicura nel mondo. Per me e forse anche
per altre persone (poeti) la poesia è un modo di creare questo filo con la
realtà e anche con la spiritualità, cioè legare i due cosiddetti mondi per
consentire che l'essere
umano si senta realizzato. Nello stesso tempo la poesia soddisfa il bisogno di
creare, di essere creativa, di sentirsi vivi con le parole che ci sono date
come mezzi per
questo compito. Ma è molto difficile dire che senso ha la vita umana – tutti si
chiedono questa domanda eterna, particolarmente quando si vede il caos che ci
creiamo qui sulla terra -. Ed io non lo so meglio
di qualcun altro. Secondo me bisogna cercare e trovare il senso proprio; per me
è sentirmi connessa, connessa con altre persone, con me stessa, con l'universo,
con la natura e per me la poesia è un aiuto in questa ricerca. Quando scrivo e
vedo un risultato che mi piace ho fatto una parte della ricerca e una parte del
mistero della vita per un attimo diventa più chiara.
Ma forse tutto è solo un
effetto della meccanica complessa della mente umana e che usando le parole ti fa sentire meglio.
Chi sa???
La poesia è quindi una
sorta di mezzo per comunicare sensorialmente e per
interagire con il mondo che ci circonda. Al riguardo, visto il caos a cui hai
accennato, pensi che la poesia possa contribuire a ridare all'uomo la misura
del suo essere, a trovare quell'equilibrio che sembra scomparso?
La poesia può contribuire
ma non essere un rimedio completo. Penso che la cosa più importante sia avere
una buona vita, non in senso edonistico, ma una vita serena e vera, come ho
detto prima, per mantenere
l' equilibro che non è scomparso, anche se
sembra così. Poiché la poesia anche è un tipo di ricerca dentro se stessa e
dentro le cose essenziali, fa parte del tentativo di crearsi una buona vita.
Ma creare è anche un modo di
fare concretamente qualcosa che mentre si realizza non fa danno. Un atto di
pace?!
Se non vado errato è la
prima volta che pubblichi con Il Foglio Letterario e anche con un editore
italiano.
Com'è la realtà
editoriale in Svezia? Gli editori del tuo paese cercano di privilegiare la
qualità del lavoro, o preferiscono seguire l'andamento del mercato?
In pratica, un poeta o un
narratore di talento hanno più possibilità di emergere in Svezia o in Italia?
Per quanto riguarda la
poesia, certo che gli editori vogliono vendere ma tutti sanno che la poesia ha
poco mercato. Perciò quei pochi che pubblicano poesie cercano di individuare
quelle che hanno qualcosa
di interessante, insomma la poesia di qualità, che può avere una buona accoglienza,
con la speranza che in seguito riesca anche a essere venduta. Si, per questi motivi penso che avendo un talento è più
facile essere pubblicati in Svezia. Per quanto ho capito del mercato italiano
sembra che lì è possibile essere pubblicati solo se si appartiene a certi
gruppi di intellettuali, una circostanza che non esiste in Svezia. Non abbiamo
nemmeno case editrice a pagamento.
Per quanto riguarda la
narrativa, la tendenza svedese è quella globale, per cui molta gente legge
anche cose scritte male, come gialli e romanzi leggeri, il che
fa sì che gli editori si concentrino a vendere molte copie di pochi
scrittori, escludendo molti altri.
Programmi letterari per
il futuro. Ne esistono?
Per ora sto scrivendo una
sorta di autobiografia, ma sarà un progetto a lungo termine. Sto anche curando
un'antologia di racconti di scrittori italiani, tradotti in svedese. L' antologia uscirà alla fine dell' anno, penso. Ma io sono
sempre in contatto con Italia e vorrei studiare a fondo alcuni poeti italiani
per poterli tradurre più avanti.
Grazie Ida per la
disponibilità è le esaurienti risposte. Ti saluto che l'augurio, esteso anche
ad Antonio Padula, che Con altre parole possa trovare il favore dei lettori.
Con altre parole
Med andra ord
di Antonio Padula
e Ida Andersen
Edizioni Il Foglio Letterario
www.ilfoglioletterario.it
ilfoglio@infol.it
Collana Autori Contemporanei Poesia
diretta da Fabrizio Manini
Poesia - Silloge
Pagg. 90
ISBN: 978 - 88 - 7606 - 172 - 1
Prezzo: € 12,00
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