Intervista
a Miriam Ballerini, autrice del romanzo Fiori
di serra, edito da Serel International eeditrice.com.
Miriam Ballerini,
poetessa e anche narratrice, con 4 romanzi all'attivo, oltre a questo in uscita
in questi giorni e che si intitola Fiori di serra.
Perché questo titolo e,
già che ci sono, ci vuoi parlare di questa tua ultima fatica?
A dire il vero io nasco
narratrice, la poesia è una scoperta che ho fatto col tempo.
E, con questo libro, ho
continuato il mio percorso cominciato nel 2002.
“Fiori di serra” è
ambientato in carcere. Dopo aver ottenuto i vari permessi dal provveditorato e
dal ministero della giustizia, sono potuta entrare nella casa circondariale il Bassone di Como. Dove ho
intervistato 8 detenute e visitato la struttura. Sono stata rinchiusa in una
cella per 10 minuti, per potere sentire sulla mia pelle cosa si prova; anche
se, ovviamente, il mio stato d'animo non era certamente quello di un colpevole
e sapevo che, da lì a poco, sarei uscita. Umanamente è stata un'esperienza che
mi ha colmata, perché quando all'essere umano non resta nulla, si mostra per
quello che è: un uomo. E lì trovi la vera essenza.
Il libro non ha fini
giustificatori, ma vuole solo far avvicinare il lettore a un mondo distante da
noi.
E' suddiviso tra la trama
d'invenzione e il reportage della mia esperienza personale.
Il titolo Fiori di serra
perché ho pensato alle persone come a fiori, quelli che nascono liberi, e
quelli coltivati in serra, al chiuso: restano comunque fiori. E anche i
detenuti, nonostante i loro errori, restano sempre persone.
Ho letto nella prefazione
che, al fine di scrivere il romanzo, sei entrata in carcere. Più che le persone
recluse, che impressione ti ha fatto un edificio con le sbarre, delle celle
dove uno è obbligato a vivere o a convivere, l'atmosfera che vi regna?
Sembrerà retorica, parole
già dette e sentite; ma quando entri lì senti addosso il
peso delle mura, delle sbarre. Non ci sono odori, colori, suoni, se non quelli
prodotti da una moltitudine di persone che tira a campare.
Nel cortile passeggi e
nella zona destinata al nido, cioè dove le madri possono tenere con sé i
bambini fino ai tre anni, ci sono dei murales colorati alle pareti, eppure,
accrescono ancora di più il senso di chiuso e solitudine, anziché ravvivare
l'atmosfera.
Se non si lavora (e per
farlo il detenuto deve pagare una quota, dopo essere entrato in una
graduatoria), se non si fanno dei corsi, si resta chiusi in cella per 18 ore al
giorno. Dove non si ha nulla da fare, se non guardare la tv, leggere un libro
e… pensare.
Ma dall'ozio,
dall'inattività, spesso non sono buoni pensieri quelli che nascono.
Nel libro ti sei posta
anche il problema se la detenzione debba avere solo uno scopo restrittivo della
libertà, cioè se debba essere considerata una pura e semplice punizione, oppure
anche un processo di rieducazione al fine di consentire all'individuo che si è
macchiato di una colpa di reinserirsi poi nella società consapevole
coscientemente che certe cose non si debbano fare?
Direi di sì. E' un
discorso che va rivolto a chi sbaglia, ma del quale debba occuparsi anche e
soprattutto la società: vogliamo ritrovarci con un individuo reinserito e
pentito o con una persona che, magari, da un piccolo errore commesso, può pensare di fare di peggio perché
incattivito da una detenzione inutile? Il carcere deve avere come scopo la
reintegrazione, altrimenti questo sta a significare che la società ha fallito
due volte: la prima quando ha permesso a una persona di delinquere, la seconda
quando non gli ha fatto comprendere il suo errore.
Direi che questa frase di
George Bernard Show può spiegare quanto detto sopra: “La
prima prigioni che vidi portava la scritta << smettete di fare il
male, imparate a fare il bene>> ma poiché era posta all'esterno i
detenuti non potevano leggerla”.
Se ho ben capito il libro
parla di una tua esperienza personale, ma ha anche una trama d'invenzione che
probabilmente ti vede come personaggio principale. E' così e in tal caso fin
dove c'è la fantasia rispetto alla realtà di un autore che, creando, riflette
se stesso?
No, la trama è pura
invenzione e non mi vede coinvolta. Anzi, ho ripescato il primo personaggio che
inventai quando avevo quattordici anni! Gloria.
Già allora ero attratta da
certe tematiche ed essere riuscita, adesso, a portare a termine questo lavoro
mi ha davvero reso felice.
Le detenute mi hanno
spiegato tante cose che io non sapevo e che dovevo per forza inserire nella
trama, anche se inventata. Quindi, quello che di vero si trova è la
quotidianità che davvero vive chi è recluso.
Considerato che come
tutti gli scrittori hai letto e leggi molto, quali sono gli autori che hanno
più contribuito al tuo processo formativo?
Qui casca l'asino! Nel
senso che io scrivo di tematiche sociali, ma il mio autore preferito è Stephen
King. Posso dire che mi ha insegnato a scrivere, a dilungarmi, a descrivere.
Poi, ovviamente, ho letto
i classici, mi ha appassionato Pirandello e Kafka. Adoro la poesia di Leopardi.
Leggo molti libri di storie reali, di psicologia, di serial killer.
Hai un rapporto stretto
con la Serel International, casa editrice che
pubblica tutte le tue opere. Ci vuoi parlare del perché di questa preferenzialità?
A dire il vero le case
editrici per le quali lavoro sono due, la Serel e la Otma Edizioni di Milano.
Perché proprio loro?
Perché sono loro che mi hanno cercata, perché non fanno pagare la pubblicazioni e quindi sono certa che il mio lavoro è
stato accettato perché ho un minimo di talento e non perché ho sborsato soldi.
Per me conta molto. Avrei potuto ottenere risultati maggiori se mi fossi
permessa di deviare dalla mia coerenza, ma non me lo sarei mai perdonata. So
che tutto quello che ho ottenuto l'ho meritato e questa è una soddisfazione
immensa che, probabilmente, non mi farà fare molta strada, ma che io preferisco
come scelta di vita.
Progetti letterari per il
futuro: ce ne sono? E se sì, ci vuoi anticipare qualche cosa.
Hai voglia!! Almeno altri due libri mi stanno già girando in testa! Ma
per ora preferisco dedicarmi alla promozione del nuovo!
Grazie, Miriam, e auguri
per i tuoi Fiori di serra.
Fiori di serra
di Miriam Ballerini
Serel
International EEditrice.com
www.eeditrice.com
Narrativa romanzo
Pagg. 224
ISBN: 978-88-89401-12-5
Prezzo: € 13,00