Intervista
a Davide Vaccino, autore della silloge poetica Presenze e Assenze, edita da Il Foglio Letterario.
Il tuo ultimo lavoro
s'intitola Presenze e Assenze. Ci
vuoi parlare della sua genesi?
Una genesi difficile. Visto che ho dovuto affrontare in questo
periodo tanti cambiamenti legati alla mia vita. Mettiamola così: è in assoluto,
fra i miei sei, il libro più complicato, “brutto” (quando per brutto si intende la sofferenza nello scriverlo: ci sono
frasi, messe su carta, che soltanto due anni fa non avrei utilizzato), se
vogliamo, giacché è difficilmente assimilabile alla prima lettura. Mi sono
tolto tanti sassolini dalle scarpe scrivendolo. Queste Presenze e Assenze sono
presenti ed assenti da almeno un anno e mezzo nella mia vita, sono pensieri che
ho portato avanti in circa 20 mesi: questo è il riassunto; poi, ovviamente, ci
sono presenze che non vorremmo avere ed assenze con le quali ci vorremmo
confrontare. Il libro, potevo benissimo chiamarlo “Fantasmi”, o anche non
dargli un titolo. La cosa che voglio sottolineare è che questo, per me, è il
libro della svolta, ovvero: per la prima volta nella mia vita non mi sono
domandato se potrà piacere o non piacere alla gente. Oltretutto, aggiungo, non
ho chiesto pareri a nessuno. Nessuno sa cosa ho scritto, neanche la mia Jay, che amo. Poi, in aggiunta, su 75 poesie, ce ne
sono tre che ho scritto con una poetessa emergente, Francesca Zanola. Le ho voluto dare le possibilità che 15 anni fa non
ho avuto io. Diciamo che a questo punto della mia vita mi ritengo quasi un
mentore.
Parli di “presenze” e di
“assenze”, termini che sono generici, ma che hanno una
loro specificità in questa silloge. Ci puoi fornire un esempio di quello che tu
intendi per “presenze” e per “assenze”?
Se devo essere sincero non ho una vera definizione di concetto di
“presenza” o di “assenza”, in quanto sono, a mio parere, due termini
complementari: spesso ci si rende conto di ciò che c'era quando manca, e
viceversa. Diciamo che le “presenze”, per me, sono quei punti fermi, sui quali puoi contare, anche solo a livello di pensiero:
l'amore verso i propri cari, gli ideali sociali e politici, le convinzioni; le
“assenze”, invece, sono i rimpianti, gli errori commessi, le persone che se ne
sono andate prima della conclusione di un percorso. Ecco, forse la vera assenza
è la constatazione del fatto che a qualcosa non c'è rimedio, mentre la presenza
è saper dire che c'è una possibilità per rimediare; d'altro canto, per fare un
esempio, si può affermare che viene la notte quando c'è l'assenza di luce, ma
la luce non esisterebbe se noi non conoscessimo il concetto di buio; la
sofferenza esiste perché conosciamo il piacere, e via di seguito. Come vedi le
presenze e le assenze sono difficilmente separabili: sono come i sogni, belli o
brutti che siano sono pur sempre elaborazioni della mente; se sapessi davvero
fare una distinzione netta avrei diviso il libro in due parti.
Le definizioni che hai
dato sono invece assai esplicative. Come tutti gli autori penso che avrai letto
molto. Secondo te quali sono quei poeti che più hanno contribuito alla tua
formazione artistica e per quali motivi?
Primo fra tutti metto Edgar Allan Poe,
anche se è conosciuto soprattutto per i suoi racconti e non per le poesie, a
pari merito con colui che secondo me ha creato un modo di vista tutto nuovo,
ovvero William Blake, il quale, con i suoi “Canti dell'innocenza e
dell'esperienza” ha dato secondo me il via a quel discorso “panico”, pagano,
che valorizza la natura, il crepuscolo, dove forse l'espressione più vicina è
stata data dall'ultimo ”Vate”, ovvero Gabriele D'Annunzio. In termini più
recenti adoro Montale, poi metterei Quasimodo e Ungaretti, fra gli italiani,
fra gli stranieri Garcia Marquez e Neruda.
Una domanda non semplice,
ma in fondo quello che sto per chiedere riguarda un qualche
cosa che è un patrimonio di tutti, se pur differenziato.
Come vedresti un mondo
non dico perfetto, ma migliore dell'attuale?
Il mondo perfetto, secondo me dovrebbe essere un mondo silenzioso,
privo di gente che urla per apparire. Non conta l'appartenenza politica, ma il
dialogo. Essere Uno fra tanti e tuttavia essere Uno, riconoscibile e non
clonabile. Sapere che si è lasciata un'impronta, proprio perché siamo nati per
essere noi stessi, nel bene o nel male. Penso a come oggi noi troviamo ridicolo
il mondo di 30 anni fa. Pensa a come rideranno di noi, fra una decina d'anni i
nostri figli. Alla fin fine, suppongo, che il mondo perfetto non esista: tocca
inquadrarlo alla situazione in cui viene vissuto.
Noto che continua la tua
collaborazione con Il Foglio Letterario, tanto che questa attuale silloge non è
l'unica a essere stata edita dalla casa editrice piombinese. Quali sono i
motivi di questa tua preferenza?
Il primo motivo l'evidenza nel porsi contro l'editoria a pagamento,
che odio, poiché trattasi di un gruppo legalizzato di vere e proprie
sanguisughe: non si possono illudere persone che non hanno talento solo al fine
di averne un profitto; tanto vale dunque rivolgersi a una stamperia. Poi,
ovviamente, la disponibilità di Gordiano Lupi nel rispondere alle mie
richieste: ovvero sempre nell'arco di una giornata per le informazioni e non
più di una decina di giorni, da parte dei suoi collaboratori, per gli eventuali
pareri. Se devo essere onesto non fui molto felice della veste grafica di “Alba
Priméva”, datato, credo 2004, mentre sono orgoglioso de “Le Catacombe
dell'Anima”. Avendo intenzione, fra gli sviluppi futuri della mia vita, salute
e tempo permettendo, di intraprendere l'attività di editore, noto anche le
piccole cose. Il Foglio è una casa editrice onesta ed ha l'imprinting
giusto che io vorrei dare ad una mia futura attività.
Da ultimo, ci sono nuovi
progetti letterari in corso e, se sì, ci puoi anticipare qualche cosa?
Si. Ho in mente molte idee. Una fra queste
- e ci sto già lavorando - riguarda la storia di Daitarn
3, un cartone animato derivante da un manga giapponese: sto guardando le varie
puntate e spero di avere un'idea di libro a fine anno.
Poi, rimanendo legati a questo filone, vorrei trattare (ma ci vorrà tantissimo
tempo, visto che dovrò visionare circa 200 ore di filmati) legati alla saga
Mazinga Z-Grande Mazinga-Goldrake. Diciamo che questi
li considero dei piacevoli passatempi. Mi piacerebbe invece, su cose più serie,
fare un libro b-face, con una trentina di poesie mie ed altrettante scritte da
"nuove leve", in modo che il mio nome, avendo già una buona
diffusione a livello nazionale, possa essere da sprone anche per i futuri
talenti. Poi, sogno dei sogni, non nascondo l'idea di realizzare - ne avrei
bisogno, visto che nonostante la mia giovane età ne ho passate parecchie - una
bella biografia. Ma non vorrei scriverla io, mi piacerebbe che qualcuno,
incuriosito, mi facesse una specie di libro-intervista. Chissà...
Ti ringrazio, Davide, e
ti auguro che questo tuo ultimo libro incontri il favore dei lettori.
Presenze e Assenze
di Davide Vaccino
Prefazioni di Thomas Lowe
e Arnaldo Colombo
In copertina immagine tratta dal free site
http://www.windoweb.it:80/desktop_temi/foto_belle/foto_belle_326.jpg rielaborata dall'autore.
Elaborazione grafica e assemblamento
di Elena Migliorini
Edizioni Il Foglio
www.ilfoglioletterario.it
ilfoglio@infol.it
Poesia silloge
Pagg. 100
ISBN: 978-88-7606-194
– 3
Prezzo: € 12,00
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