Storia
di Vera – Danila Oppio – Ipazia Books –
Pagg. 116 - ISBN 978-1720035701
– Euro 16,12
Piccolo
mondo antico
Intima,
sofferta e carica di ricordi, la scrittura di Danila Oppio in questo
suo romanzo dal titolo “Storia di Vera” ripercorre la
vita, in particolare l'infanzia e l'adolescenza, della protagonista
(alter ego della stessa autrice) attraverso una scrittura
accattivante e coinvolgente che si distacca, a mio parere, da quella
dei precedenti lavori da lei pubblicati negli scorsi anni.
Sullo
sfondo del Veneto del dopoguerra e della Milano degli anni del boom
economico, si svolge la vicenda di Vera, figlia della povera
provincia veneta che, ancor piccola, è costretta a lasciare
insieme alla famiglia alla ricerca di migliori condizioni economiche
e di cui, però, conserverà sempre nella memoria un
affettuoso ricordo indelebile. Un rievocare, quello di Vera, che si
tinge inevitabilmente di malinconia e, spesso, anche di tristezza.
Ed
ecco, al cospetto delle stelle di una tersa sera invernale,
riaffiorare gli anni della scuola, quando lei aveva dovuto faticare
per passare dal dialetto alla lingua italiana, quando subiva lo
scherno e l'ostracismo da parte delle compagne di classe a causa
delle modeste condizioni familiari, quando il suo cuore di bambina
s'era scontrato con i modi solitamente rudi e spicci di una madre
avara di amore e comprensione nei confronti del suo stesso sangue. E
proprio questa figura materna, ritratta in maniera efficacemente
cruda, diviene a poco a poco centrale nel corso della narrazione,
suscitando in chi legge moti di ribellione e, forse, condanne
senz'appello. Ma il cuore di una figlia perdona incondizionatamente
e, con il tempo, arriva a comprendere l'inettitudine di un genitore
che, in fin dei conti, si è ritrovato quasi per caso a
rivestire quel ruolo senza grande consapevolezza.
“[...]
La mamma doveva essere sempre al centro del mondo. Suo malgrado Vera
si trovava costretta ad ammetterlo, sebbene non sia piacevole per
nessuno accorgersi di avere una madre egoista, egocentrica, ingrata.
Una madre che non aveva mai saputo dire la parola “grazie”
a qualcuno, incapace di ammettere i propri errori. Sono pensieri che
coltivava con animo sereno, rassegnato, senza astio. [...]”
Anche
altri affetti ruotano attorno alla vita della protagonista, tra cui
il padre, venuto a mancare troppo presto, la cui scomparsa, come
s'intuisce, resterà una ferita aperta nel cuore di
Vera.
Pubblicato
lo scorso anno dalle Edizioni Ipazia Books, il libro offre una
scorrevole lettura imperniata su frequenti flash-back e salti
temporanei che, in particolare nei ricordi della campagna
dell'infanzia, rimandano a un “piccolo mondo antico” che
ormai non esiste più e sul quale la Oppio ha voluto porre
l'accento, non senza una certa dose di nostalgia, come quando vengono
rievocati i periodi di vacanza trascorsi a casa dei nonni e le
conseguenti vecchie storie di famiglia, prima fra tutte quella del
nonno emigrato in America e assunto come minatore nelle miniere
dell'Illinois. Pagine a tratti molto intense che parlano di
sentimenti, rimpianto e tanta solitudine, mettendo infine a fuoco una
figura femminile che “non è cresciuta, è solo
invecchiata” durante un'esistenza piena di amarezze e dolori.
Laura
Vargiu
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