La
mia vita carnale. Amori e passioni di Gabriele D’Annunzio
– Giordano Bruno Guerri - Mondadori – Pagg. 230 –
ISBN 9788804678441
– Euro 13,50
Mistero
Corpo,
pensiero, attitudini, scelte, azioni contribuiscono a creare di noi
un’immagine che, nel corso dell’esistenza, si
cristallizza e fornisce un rimando agli altri- pensiamoci bene- assai
parziale di quello che siamo. E molto spesso le nostre esistenze,
seppur nella loro unicità, non hanno alcunché di
straordinario, se non, immancabilmente, quello di restituirci agli
altri, distorti, o nella migliore delle ipotesi, poco conformi
all’originale. Questa premessa si rende a me necessaria per
avallare la tesi che, nel caso del nostro grande letterato
D’Annunzio, tutto ciò che egli è stato, ha fatto,
ha pensato, non può essere un codice per decifrare il mistero
della sua esistenza amplificato da un estetismo, da un istrionismo,
da un‘eccentricità, da un’originalità-
direi, sopra ogni altra cosa, che mira appunto a confondere piuttosto
che a spiegare. Semplicemente visitare il Vittoriale degli italiani
può assurgere a simbolo della confusione e della fascinazione
che si patisce a conoscere nel dettaglio gli aspetti dell’esistenza
del Vate, soprattutto se essi si riferiscono a un aspetto
dell’esistenza così misterioso come la “vita
carnale”, oggetto di questo contributo del custode del
Vittoriale, appunto Giordano Bruno Guerri. Dico custode nel senso più
alto del termine perché il nostro Guerri ama il Vate, ama il
Vittoriale, ama l’uomo e ama il poeta e trasfonde a noi una
chiave di lettura del suo mito che permette appunto di leggerlo senza
mitizzazione alcuna. Insomma, se si approccia questa lettura pensando
di indagare un mistero e di risolverlo, si rimarrà ampiamente
soddisfatti nel leggere, dopo infiniti particolari, dopo disturbanti
scenari, dopo eccessivi particolari, che egli era semplicemente un
mistero come ognuno di noi. Un mistero che si perpetua nelle sue
creazioni, nelle sue opere letterarie, nel suo lascito che rinnova il
mistero e lo alimenta, all’infinito. Desistete dal comprendere
oltre. Buona lettura.
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