Lo
strano vizio del professor Mann -
Alessandro
Ghebreigziabiher
- Ofelia
Editrice – ISBN 9788899820268
– Euro 13,00
Vorrei
del tempo per riflettere e dare un senso alle cose.
Forse
è una fortuna che non abbiamo la possibilità di
arrestare le lancette dell’orologio.
Ci
impedisce di sbagliare.
Di
cadere.
Di
perderci.
E
cos’è la vita, se non cercare di rimettere a posto le
storture che riconosciamo come tali, all’inizio del nostro
cammino?
Lo
strano vizio del professor Mann è il nuovo libro di Alessandro
Ghebreigziabiher, edito Ofelia Editrice ed è un giallo
divertente ma che stimola il lettore a riflettere su molti aspetti
del quotidiano vivere.
Il
vice commissario Corda indaga sulla scomparsa di un bambino di nome
Benjie. Del presunto rapimento è sospettato l’insegnante
di musica Ercole Mann, anche lui svanito nel nulla dopo aver
abbandonato inaspettatamente la cattedra ed essere tornato a vivere
dai genitori Maria e Albrecht, entrambi ciechi. Nello stesso tempo,
Corda non sta passando un buon periodo, poiché sua moglie Lisa
palesa un improvviso mutismo, al quale di certo non ha giovato
un’imperdonabile scappatella del marito. Entrambi sono in cura
presso la psicoterapeuta Giorgia Marinelli, la quale ha a sua volta
un problema irrisolto con il padre.
“Come
ultima cosa, Ercole, fai attenzione ai tuoi compagni. Non sono tuoi
amici, ti sono stati imposti dalla scuola, mentre gli amici si
scelgono tra loro, come le mogli e i mariti. Sono come i passeggeri
di un treno, con i quali condividi il viaggio e la vicinanza del
posto a sedere, nell’altro. Possono nascere delle amicizia e
anche in una classe, ma è davvero raro, perché c’è
poco di spontaneo, si è costretti a stare insieme, come i
prigionieri in una cella o i commilitoni nell’esercito. E
quando c’è poco di spontaneo il tradimento è
sempre dietro l’angolo. Cerca di stare bene con loro, ma non
fidarti, perché perfino quello che si trova al banco con te
non è altro che uno sconosciuto con il grembiule addosso”.
Sin
dalle prime pagine il libro mi riporta alla mente il teatro
dell’assurdo, sicuramente l’autore ne è
influenzato, leggo dalla sua biografia: Alessandro
Ghebreigziabiher è uno scrittore, drammaturgo e attore
teatrale.
I
personaggi di Lo strano vizio del professor Mann, rievocano memorie
analizzando a fondo emozioni e sentimenti, e manifestano uno
smisurato bisogno di parlare.
Gli attori non si esprimono in
forma compiuta ma disarticolano il significato delle parole;
conversano di diversi argomenti e spesso senza un filo logico, le
frasi stereotipate e banali senza possibilità di replica
divertono moltissimo e sicuramente stimolano il lettone nell’andare
avanti con il libro.
La costruzione del romanzo è in
pratica perfetta, fino alla fine, nonostante le supposizioni di Corda
e degli interrogati, il lettore non comprende che fine hanno fatto il
professor Men e Benjie, ma soprattutto non comprende quale sia lo
strano vizio del professore.
Devo ammettere Ghebreigziabiher mi
ha stupito perché è riuscito a creare una composizione
perfetta in una melodia che aderisce alla mente.
Un viaggio
interminabile nello stravolgente mondo della psiche umana.
Katia
Ciarrocchi
www.liberolibro.it
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