Legio
accipitris. La
legione del falco – Vittorio Piccirillo –
Tabula Fati – Pagg. 80 – ISBN 978-8874757619
- Euro 8,00
Conosco
da alcuni anni Vittorio Piccirillo, apprezzato autore di numerosi
romanzi e racconti di fantascienza. Ma questo suo ultimo lavoro,
“Legio accipitris – La legione del falco” si
discosta notevolmente da quanto da lui pubblicato in precedenza, e
quindi suscita una immediata, viva curiosità. Si presenta
particolare fin dal titolo, evocatore di storia dell’impero
romano, dalla copertina in cui compare appunto un soldato con elmo e
armatura, e soprattutto dalla singolarità di contenere il
testo latino a fronte, come non mi accadeva di vedere dai lontani
tempi del liceo. Di conseguenza, è scattato subito il
desiderio di acquistare “Legio accipitris”, così
come irrinunciabile è stata la sua lettura.
Trattandosi
di un romanzo molto breve, non voglio dare anticipazioni sulla trama.
Basterà segnalare l’accuratezza dell’ambientazione
storica, collocabile ai tempi dell’espansione romana in Europa,
quando gli scontri con le tribù barbare erano all’ordine
del giorno e impegnavano le legioni romane in battaglie sanguinose
contro avversari la cui arma più temibile era la conoscenza
del territorio congiunta alla forza bruta. Infatti, non mancherà
ciò che in fin dei conti ci si aspetta, ovvero la
dimostrazione della potenza militare romana, superiore per tecnica,
disciplina, addestramento ed equipaggiamento a quella dei guerrieri
barbari. Ma accadrà anche qualcosa di straordinario, del tutto
inatteso: un incontro con qualcosa di stupefacente, mai visto né
descritto negli annali degli storici.
Questo
incontro con “cose” e “creature”
sbalorditive, viene narrato da Vittorio Piccirillo con sapiente
maestria, nel senso che noi uomini del ventunesimo secolo
comprendiamo immediatamente di che si tratta; ma non avevano gli
strumenti per comprenderlo i protagonisti di questo appassionante
racconto, che quindi utilizzano i loro sistemi di riferimento (per lo
più religiosi e superstiziosi) per inquadrarlo e dargli un
significato.
Sarebbe
riduttivo definire “Legio accipitris” un breve romanzo
d’azione, perché altri elementi si intersecano e si
sovrappongono ai combattimenti tra schiere contrapposte e nel corso
nei duelli individuali; e qui emerge la sensibilità
dell’autore, che scava nella psicologia dei personaggi,
facendoli interagire in modo credibile anche quando avvengono episodi
incredibili.
Un
libro molto particolare, scorrevole e ben riuscito, che si legge in
poche ore e suscita anche la voglia di confrontare il testo di
Vittorio Piccirillo con quello, godibilissimo, di Giancarlo Giuliani
che si è fatto carico della traduzione in latino. Potrebbe
essere altamente consigliato agli studenti liceali che zoppicano in
latino, proprio per fornire loro l’opportunità di
leggere un testo molto diverso dagli stralci contenuti nelle
antologie scolastiche, perché coniuga la storia romana con la
fantasia e con la lingua di Tacito, trascinandoci in una dimensione
sospesa tra un passato lontanissimo e un domani forse molto più
vicino di quanto immaginiamo.
Fiorella
Borin
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