Petali
di speranza
Editore:
Ass. Culturale Il Foglio
Collana:
Poesia
Anno
edizione: 2018
In
commercio dal: 30 novembre 2018
Pagine:
70 p., Brossura
EAN:
9788876067518
Divagazioni…
e mute attese
“Petali
di Speranza” di
Debora Cappa.
Il
suo verbo profuma di rinascita, disvela stupore, curiosità e
incanto verso tutte le cose che non si vedono ma che si sentono nel
cuore, nell’anima, perfino nel respiro. Difendiamo la nostra
anima dalla voluttà del benessere, dal culto ossessivo
dell’estetica ed impariamo a parlare dell’amore in senso
universale, d’incontri e d’anime bisognose d’unirsi
in un unico afflato, pur consapevoli delle difficoltà
dell’esistere, nel rapporto talvolta conflittuale con l’altro
e con la realtà circostante, spesso dolorosa e ostile. E pur
tuttavia in questo percorso, ci illumina la poetessa, dobbiamo
spogliarci dalla pigrizia e cercare la conoscenza, cambiare pelle e
volare su un piano più alto, lassù tra i segreti del
pensiero, alla scoperta d’un mondo fatto di purezza e di
bellezza, un universo che vive accanto a noi e che talvolta non
vediamo, nascosto nei meandri più profondi della nostra mente,
a volte perfino nei sogni. È una poetica delicata, un andare
del verso per sottigliezze e sfumature, sempre vigile nel definire
come vera realtà ciò che esiste ma che non si vede, ciò
che conta davvero per gli uomini. Il poetare di Debora Cappa è
anche sintesi tra essere e avere, bisogno imperituro dell’uomo
nel desiderare quel mondo perfetto dove due anime possano
incontrarsi, conoscersi e fondersi in un solo respiro.
L’aspetto
Dal
plumbeo grigiore
d’un
cielo carico,
ingombrato
da nubi,
bianco
orlo
di
merletto
cuce,
in prospettiva,
spuma
vivace,
al
ritmo
di
fragorosa risacca
infranta
su scogli.
Spicca
netto,
senza
sfumature incerte,
abbagliante
di candore,
come
vorrei fosse
l’aspetto
interiore
di
chi mi avrà
Attese
Mute
attese
sospese
sul
filo
d’attimi
silenti,
s’adagiano
sonnolente
tra
sbadigli del cuore,
al
socchiudersi sbiadito,
come
palpebre
pesanti
di sonno,
d’ultime
vane e rade
porte
di speranza.
E
qui tra attimi silenti, intervalli e attese sorge il desiderio di
esprimere la propria essenza, di vivere, comunicando, soffrendo,
sperando, amando e sognando a
palpebre socchiuse.
Con le palpebre pesanti di sonno, vuole dirci Debora Cappa, spesso
l’uomo si abbandona alla solitudine, vaga ramingo, distratto da
mille superficiali interessi, appare, ostenta e mortifica il suo
essere, e spesso si perde tra le strade silenti di città
luccicanti ma vuote, come vuoto è spesso il suo animo.
Indagare tra i segreti della vita, ecco il cardine della poetica di
Debora Cappa, l’ascoltarsi, cercando dentro di sé
armonie (la Grande Musica), traendo linfa dalle emozioni, dagli
attimi sfuggiti alla ragione, dal sapore epico degli intervalli e dei
silenzi, per essere e non solo per apparire. E tra i petali di un
fiore immaginario, ecco che si aprono le porte della speranza e delle
mute attese.
Antonio
Messina
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