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  Letteratura  »  Petali di speranza, di Debora Cappa, edito da Il Foglio e recensito da Antonio Messina 30/03/2020
 
Petali di speranza

Editore: Ass. Culturale Il Foglio

Collana: Poesia

Anno edizione: 2018

In commercio dal: 30 novembre 2018

Pagine: 70 p., Brossura

EAN: 9788876067518



Divagazioni… e mute attese



Petali di Speranza” di Debora Cappa.


Il suo verbo profuma di rinascita, disvela stupore, curiosità e incanto verso tutte le cose che non si vedono ma che si sentono nel cuore, nell’anima, perfino nel respiro. Difendiamo la nostra anima dalla voluttà del benessere, dal culto ossessivo dell’estetica ed impariamo a parlare dell’amore in senso universale, d’incontri e d’anime bisognose d’unirsi in un unico afflato, pur consapevoli delle difficoltà dell’esistere, nel rapporto talvolta conflittuale con l’altro e con la realtà circostante, spesso dolorosa e ostile. E pur tuttavia in questo percorso, ci illumina la poetessa, dobbiamo spogliarci dalla pigrizia e cercare la conoscenza, cambiare pelle e volare su un piano più alto, lassù tra i segreti del pensiero, alla scoperta d’un mondo fatto di purezza e di bellezza, un universo che vive accanto a noi e che talvolta non vediamo, nascosto nei meandri più profondi della nostra mente, a volte perfino nei sogni. È una poetica delicata, un andare del verso per sottigliezze e sfumature, sempre vigile nel definire come vera realtà ciò che esiste ma che non si vede, ciò che conta davvero per gli uomini. Il poetare di Debora Cappa è anche sintesi tra essere e avere, bisogno imperituro dell’uomo nel desiderare quel mondo perfetto dove due anime possano incontrarsi, conoscersi e fondersi in un solo respiro.



L’aspetto


Dal plumbeo grigiore

d’un cielo carico,

ingombrato da nubi,

bianco orlo

di merletto

cuce, in prospettiva,

spuma vivace,

al ritmo

di fragorosa risacca

infranta su scogli.

Spicca netto,

senza sfumature incerte,

abbagliante di candore,

come vorrei fosse

l’aspetto interiore

di chi mi avrà


Attese


Mute attese

sospese

sul filo

d’attimi silenti,

s’adagiano sonnolente

tra sbadigli del cuore,

al socchiudersi sbiadito,

come palpebre

pesanti di sonno,

d’ultime vane e rade

porte di speranza.


E qui tra attimi silenti, intervalli e attese sorge il desiderio di esprimere la propria essenza, di vivere, comunicando, soffrendo, sperando, amando e sognando a palpebre socchiuse. Con le palpebre pesanti di sonno, vuole dirci Debora Cappa, spesso l’uomo si abbandona alla solitudine, vaga ramingo, distratto da mille superficiali interessi, appare, ostenta e mortifica il suo essere, e spesso si perde tra le strade silenti di città luccicanti ma vuote, come vuoto è spesso il suo animo. Indagare tra i segreti della vita, ecco il cardine della poetica di Debora Cappa, l’ascoltarsi, cercando dentro di sé armonie (la Grande Musica), traendo linfa dalle emozioni, dagli attimi sfuggiti alla ragione, dal sapore epico degli intervalli e dei silenzi, per essere e non solo per apparire. E tra i petali di un fiore immaginario, ecco che si aprono le porte della speranza e delle mute attese.


Antonio Messina


























 
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