Revolutionary
Road – Richard Yates – Minimum Fax –
Pagg. 439 – ISBN 9788875218324
– Euro 15,00
A
priori
Una
scrittura fluida, punteggiata di dialoghi, con rari inserti
descrittivi, fluida e asciutta al tempo stesso, quasi scarna,
mimetica e pure prevedibile: ad ogni snodo della trama
l’avvicinamento preparatorio abilmente intessuto da Yates porta
il lettore alla facile previsione di quel che accadrà. Eppure
un libro bello, ben scritto, una somma di pause e accelerazioni in
una tensione emotiva che, anche quando raggiunge i picchi, non si
esaurisce mai, neanche nel finale. Una storia semplice, tutto sommato
e maledettamente complicata e scontata, una storia amara che incarna
il sogno americano della cosiddetta middle class.
Una
storia borghese. Una storia deprecabile.
Frank
e April, sono due giovani, si conoscono, si amano e si sposano,
complici del fatto che mai potranno accontentarsi del mediocre sogno
americano: la famiglia perfetta in una villetta perfetta, lontani dal
caos della città. Loro amano New York, sono due giovani
anticonformisti, la loro unione di coppia è basata sul ripudio
del falso mito del benessere borghese; due esseri superiori alla
media, capaci di seguire i propri sogni e di nutrirsi di alte
velleità artistiche e letterarie. Frank, più di tutti,
si rappresenta in questo modo, anche quando la vita lo ha già
piegato: l’arrivo del primo figlio, l’allargarsi della
famiglia poi, la scelta di una villetta – come da copione- che
lo allontana dalla città dove nel frattempo ha trovato lavoro
come impiegato, costretto al più abominevole degli atti che
possa essere richiesto a un essere umano: lavorare con il surplus del
pendolarismo per recarsi quotidianamente in un luogo che odia anche
se è la fonte dei suoi guadagni. In poco tempo, Frank, “la
persona più interessante che abbia mai conosciuto” si
trasforma in un agnello sacrificale nella sacra pira della famiglia,
a coprire il ruolo del marito perfetto. Apparentemente è
April, la mina vagante, mai contenta, tenta ancora di seguire il
sogno da attrice, nonostante sia diventata la perfetta
mamma-casalinga costantemente dedita alle pulizie e con una serie di
giornate tutte uguali all’orizzonte. Frank è più
equilibrato, lui sì che ci sa fare: convivere con questa nuova
realtà borghesuccia è un gioco da ragazzi, l’importante
è sapere chi non vuole diventare. E nel frattempo lo è
già divenuto, solo che non lo ammette, è invischiato
fino al collo e il suo pantano lentamente lo affoga: April però
è l’unica mina vagante che non può imbrigliare
…
Sono
pochi gli eventi, è un libro di atmosfere, questo, lascio al
lettore la scoperta del gusto e non anticipo altri elementi della
trama, sperando che non abbia visto il film di Sam Mendes con Di
Caprio nei panni di Frank. Panni scomodi , i suoi … Buona
lettura.
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