La
fattoria del Coup de Vague – Georges Simenon –
Adelphi – Pagg. 142 – ISBN 9788845935619
– Euro 18,00
Un
«colpo d’onda» dello sterminato Simenon
Sempre
molto encomiabile l’iniziativa di Adelphi che dal 1985 si sta
occupando di pubblicare l’opero omnia di Georges Simenon
(Liegi, 1903-Losanna, 1989). Stiamo leggendo ora con vivo interesse
«La fattoria del «coup de vague» (Adelphi, pp.142,
euro18, traduzione di Simona Mambrini).
Scritto
a Beynac in Dordogna, nel 1938, il romanzo apparve dapprima a puntate
sul settimanale «Marianne». Poi in volume nel febbraio
del 1939.
Protagonista
del romanzo, che nel suo consueto gergo, l’Autore avrebbe
definito “dur” è il giovane Jean, dotato di un
vigoroso e bell’aspetto: alto di statura, occhi, azzurri,
capelli neri, sicuro di sé, conquista tutte le donne che vuole
senza difficoltà. L’esistenza gli scorre facile, senza
problemi.
Ogni
mattina da tutte le case prospicienti la spiaggia, denominata quasi
fosse un presagio “Le Coup de Vague” (alla lettera “Il
colpo d’onda”) avanzano nella melma e nei banchi di
sabbia lasciati dall’oceano che via via si ritira, i carretti
dei mitilicoltori che vanno a raccogliere ostriche e cozze.
«Era
come andare nei campi, con la differenza che si trattava di campi di
ostriche da una parte e di cozze dall’altra, e di lì a
poche ore dove adesso si fermavano i carretti si sarebbe vista solo
la distesa uniforme dell’oceano»
Tra
costoro incontriamo Jean e sua zia Hortense una donna molto dura,
«coriacea granitica, solida quasi fosse fatta anche lei di
calcare».
Ed
è proprio Hortense, insieme alla sorella Emilie, con la sua
«faccia da suora» a mandare avanti la casa e l’azienda.
Jean
si lascia passivamente coccolare da queste zie senza porsi troppe
domande, godendo di una motocicletta nuova, delle partite a biliardo
con gli amici e delle sue conquiste facili. Però, quando
Marthe, la ragazza che frequentava da alcuni mesi gli annunciò
di essere incinta, la spensierata monotonia della sua esistenza fu
travolta da un vero coup de vague, da un’ondata improvvisa e
sconvolgente. A sistemare la faccenda ci pensa com’è
naturale zia Hortense. Basta conoscere un medico compiacente. Ma le
cose non vanno per il verso giusto e Jean è costretto a
sposare quella Marthe, pallida, spenta, sempre più sofferente
di cui le zie si prendono cura con zelo falsamente amoroso. Marthe,
al di là delle sofferenze fisiche, non è certo una
sposa felice. L’epilogo, come sempre, lo lasciamo alla
curiosità del lettore che si sarà appassionato ad una
trama in cui Simenon ha saputo scavare con bisturi implacabile,
dentro la falsa rispettabilità della piccolo-borghesia.
Grazia
Giordani
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