La
fattoria del Coup de Vague – Georges Simenon –
Adelphi – Pagg. 142 – ISBN 9788845935619
– Euro 18,00
Un
perfetto piano orizzontale
Una
scrittura tesa, asciutta, essenziale delinea una manciata di
personaggi e li inchioda a uno scenario imprescindibile alla messa in
scena. Un immobilismo di fondo fa risaltare i pochi fatti che agitano
la scena e centellinate azioni ne sono il motore di avvio e di
spegnimento. Il tutto racchiuso in un ambiente che fa del moto la sua
principale forza in un ritmo binario, quello dell’alta e della
bassa marea, puntuale, ossessivo, opprimente. Le coup de vague,
letteralmente il colpo d’onda, è ciò che potrebbe
sconvolgere l’assetto iniziale, ma una donna, forte come la
roccia del frangiflutti trova la quadra, e come una livella accerta
il piano perfettamente orizzontale. Nessun travaso, nessuna
deviazione.
Jean
è un giovanotto ormai cresciuto, un trentenne, abita con le
sue due zie presso la fattoria del Coupe de Vague, prospiciente la
spiaggia omonima che si apre a una distesa adatta, con le sue maree,
alla coltura dei mitili; commerciano in cozze e in ostriche a due
passi da La Rochelle. Il loro è un piccolo borgo, poche case
isolate, le più vicine all’Oceano che aggrappano un
piccolo centro abitato poco distante, tutto involuto in se stesso,
pochi affacci all’esterno, un solo posto di eccezione per
l’osservazione: il bar della piazza centrale. Jean è un
elemento estraneo a questo ambiente, è molto bello e
prestante, non ha studiato nel piccolo paese, è sempre
rimasto, per scelta delle sue due zie, incontaminato dall’ambiente
sociale. È però un giovane e come tale si dedica alle
ragazze, il boschetto vicino alla costa conserva il ricordo delle sue
conquiste, non ama nessuna, ne frequenta qualcuna e ne viene
soddisfatto. Marthe è una di loro, ma ora Marthe è
incinta. Il piano si è inclinato. Jean si rivolge alle sue due
zie e da quel momento cessa di agire o meglio le sue azioni saranno
lo specchio fedele di quel piano premeditato per lui fin dalla
nascita dalle due megere, l’unica differenza è che ora,
pur continuando ad agire per volontà loro e non motu proprio,
pur attraversando flebilmente la verità, ne è
consapevole. Un classico personaggio tipitizzato, fisso e immobile,
appena scosso dagli eventi, incapace di agire, tragico nella sua
accettazione di uno stato iniziale che è meglio non
modificare…
Nessuna
scossa, nessun cambiamento, un piccolo coup de vague, non c’è
rimedio al perbenismo.
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