La
vita davanti a sé – Romain Gary –
Neri Pozza – Pagg. 214 – ISBN 9788854508347
– Euro 9,90
“…Se
ti inoltrerai lungo le calate
Dei vecchi moli
In quell’aria
spessa carica di sale
Gonfia di odori
Lì ci troverai
i ladri gli assassini
E il tipo strano
Quello che ha
venduto per tremila lire
Sua madre a un nano
Se
tu penserai e giudicherai
Da buon borghese
Li condannerai a
cinquemila anni
Più le spese
Ma se capirai se li
cercherai
Fino in fondo
Se non sono gigli son pur sempre
figli
Vittime di questo mondo”
…cantava
Fabrizio de Andrè a metà degli anni sessanta,
mostrandoci la pagina opaca della società e tirandoci fuori,
al ritmo di un valzer incalzante, dal nostro nido di pregiudizi e di
asfissiante perbenismo.
Una
decina d’anni dopo, nel 1975, lo scrittore Romain Gary, sotto
la falsa identità di Émile Ajar, affrontava le stesse
tematiche in un romanzo felice, che vinse il premio Goncourt ed è
diventato un classico della letteratura francese: LA VIE DEVANT
SOI.
Siamo
a Belleville, banlieu di Parigi, tra “persone umane”
provenienti da varie parti del mondo. Ci sono ebrei, arabi, neri, che
sfangano la vita con attività umili, a volte al limite della
legge, a volte contro. Siamo nel mondo della prostituzione femminile.
Donne alle quali succede l’incidente di non abortire e che per
lavorare sono costrette a lasciare i figli non abortiti a pensione da
una vecchia prostituta ebrea. Mamma Rosa ha organizzato il suo
“pensionato” al sesto piano di un palazzo multietnico. I
bambini vanno e vengono a seconda delle necessità; qualcuno
resta perché chi pagava è scomparso e mamma Rosa non ha
cuore di mandarlo al brefotrofio. Tra costoro Momo, ovvero Mohamed
presunto arabo, che è il protagonista del romanzo, l’anima
e lo sguardo sul mondo. Le vicende scorrono pagina dopo pagina
divenendo sempre più drammatiche in un crescendo di problemi
che Momo “mai stato bambino” deve risolvere per aiutare
Mamma Rosa. E’ tutto molto triste talvolta terribilmente
tragico, ma, come ha detto qualcuno, la storia è baciata dalla
grazia, la grazia con la quale Momo interpreta il mondo, il suo
sguardo positivo, la sua saggezza attinta dalle parole e dai gesti di
solidarietà di quella umanità che lo circonda, ai
limiti della sussistenza materiale eppure tesa ad aiutarsi e piena di
cuore nei confronti dei vicini. Così possiamo apprezzare tra
gli altri il medico, il vecchio ebreo, i neri, la puttane affettuose,
il drogato, Madame Lola, il travestito nero, ex pugile senegalese che
aiuterà mamma Rosa e Momo a non morire di fame.
Senza
parere la trama della storia emerge alla fine in tutta la sua
solidità, ma non si può raccontare per non togliere al
lettore le tante sorprese che pagina dopo pagina la vanno a comporre.
Lo aspetta un finale per certi versi raccapricciante e allo stesso
tempo commovente. L’amore attecchisce ovunque; se non hai una
madre naturale, ti affezionerai e amerai profondamente anche una
vecchia racchia ebrea, che ti rimbambisce proprio mentre stai
crescendo e avresti ancora bisogno del suo aiuto. Ma nella vita non
si può tornare indietro come nel cinema e allora bisogna
guardare sempre avanti, senza cercare la felicità a buon
mercato e senza dare, neanche per grande necessità, il culo a
nessuno perché un uomo perderebbe il suo onore, come insegnato
da mamma Rosa.
Il
libro lascia stupefatti e commossi. Momo ti resta dentro per giorni e
tu ti chiedi come si fa a rendere così leggero e poetico il
pesante della vita e ti rispondi che Romain Gary, o Émile Ajar
che sia, deve essere stato proprio un grande scrittore capace di
compiere magie.
BIOGRAFIA
Romain
Gary (pseudonimo
di Romain Kacev) nacque a Vilnius nel 1914. A trent’anni, Gary
è un eroe di guerra (gli viene conferita la Legion d’honneur),
scrive un romanzo, Educazione
europea (Neri
Pozza, 2006), che Sartre giudica il miglior testo sulla resistenza,
gli si aprono le porte della diplomazia. Nel 1956 vince il Goncourt
con Le
radici del cielo (Neri
Pozza, 2009). Nel 1960 pubblica uno dei suoi capolavori La
promessa dell’alba (Neri
Pozza, 2006). Nel ’62 sposa Jean Seberg, l’attrice
americana di Bonjour
tristesse,
l’interprete di A
bout de souffle.
Nel 1975 pubblica, con lo pseudonimo di Emile Ajar (identificato
all’inizio come Paul Pavlovitch, nipote reale di Romain
Gary), La
vita davanti a sé (Neri
Pozza, 2005) che, nello stesso anno, vince il Prix Goncourt. Nel 1980
dà alle stampe il suo ultimo romanzo Gli
aquiloni (Neri
Pozza, 2017) e il 2 dicembre dello stesso anno si uccide, nella sua
casa di rue du Bac a Parigi con un colpo di pistola alla testa.
Franca
Canapini
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