La
corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg – Sandra
Patrignani – Neri Pozza – Pagg. 459 – ISBN
9788854511187
– Euro 18,00
Un
ossimoro vivente
Ho
chiuso il volume con un senso di profonda gratitudine nei confronti
della Petrignani che con garbo e ricchezza di particolari ha saputo
restituire non solo il dato biografico, imprescindibile, ma
soprattutto l’anima della Ginzburg, nutrendo la sua narrazione
di quel profumo d’autrice che solo le vere opere d’arte
sanno trasfondere.
Leggere
questa biografia permette infatti di entrare nel vivo delle sue opere
che accompagnano il percorso di vita e lo scandiscono in varie tappe,
restituendoci non solo il substrato della sua quotidianità ma
anche il superstrato delle sue relazioni familiari, amicali e
lavorative, tutte coincidenti con il fiore dell’intelligenza
letteraria del ‘900. Pare essere davanti a un movimento
centripeto che convoglia tutte le energie al cospetto di una piccola
grande donna che, nell’intimo delle sue contraddizione umane,
seppe essere un ossimoro vivente: ingenua e saggia, debole e forte,
periferica e centrale. Una donna che è sopravvissuta a tanti
dolori: agli uomini amati e morti prematuramente, agli amici portati
via dalla malinconia o dal trascorrere del tempo. Una donna che ha
sopportato il dolore convivendoci serenamente. Colpisce leggere
quanto sia stata donna appunto, capace di gestire il ruolo materno,
anche nella duplice vedovanza, con la scrittura, con un’attività
che toglie tempo alla famiglia perché totalizzante, in perenne
equilibrio tra il dare e l’avere. In perenne affanno, con un
destino che le si è accanito contro.
La
biografia ha inoltre il valore aggiunto di rappresentare la donna e
l’artista anche attraverso le case che ha abitato; il poterci
entrare con gli occhi della Petrignani che cerca nella realtà
mutata dal tempo gli indizi - nella rappresentazione degli stessi
spazi - disseminati nell’opera dell’autrice,
prevalentemente di natura autobiografica, ha l’indubbio valore
di avvicinare ancor di più il lettore alla Ginzburg.
Commovente infine andare a cercarla anche nell’ultima dimora,
quella della pietra tombale, quasi a offrirle un ultimo saluto che ci
permette di congedarci da lei desiderosi di leggere tutto quello che
ha scritto, anche le opere meno riuscite, al fine di poter ricomporre
quel puzzle chiamato vita.
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