Il
fondo della bottiglia – Georges Simenon –
Adelphi – Pagg. 180 – ISBN 9788845932380
– Euro 18,00
A
fondo
P.M.
conduce una tranquilla esistenza, si è fatto da solo,
riuscendo a riscattarsi da un contesto familiare dei non più
promettenti; gode di impeccabile controllo della propria vita al
confine tra Usa e Messico, ha sposato Nora, lei possiede un ranch,
lui è avvocato.
Tutto è sotto controllo, compresa
quella voglia di bere più del possibile, sa evitarlo,
basterebbe poco per perdersi. Forse, è ad altro impulso che
dovrebbe badare.
Così appunto avrebbe dovuto fare:
controllarsi maggiormente perché, se ci fosse riuscito, la sua
discesa verso l’inferno non sarebbe iniziata e lui avrebbe
potuto far tacere ancora il passato. Esso però non è
solo un insieme di circostanze o di ricordi, da tenere a debita
distanza, è infatti costituito principalmente da persone, quei
suoi familiari che ha depositato nel fondo della sua esistenza. Se
fosse rientrato prima che il fiume avesse iniziato a ingrossarsi,
isolando le fattorie, sarebbe stato possibile circoscrivere
l’intruso, espellerlo il prima possibile e consegnarlo al suo
destino, a debita distanza, tacendo tutto a Nora. Se solo fosse
rientrato prima senza concedersi quella scappatella, Donald, suo
fratello, non sarebbe stato un problema insolubile, e invece è
lì, evaso, in cerca di aiuto per poter varcare il confine, là
dove lo attende la sua famiglia in bilico.
Ritmo serrato,
pioggia battente, claustrofobia allo stato puro, epilogo magistrale.
Duro senza ritorno.
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