Il
giornalino di Gian Burrasca – Vamba –
Mondadori – Pagg. LII-244
– ISBN 9788804483892
– Euro 9,00
Incompreso
e vittima degli eventi
Pubblicato
più di un secolo fa, "Il giornalino di Gian Burrasca"
rientra a pieno titolo in quel genere di letteratura, destinata a un
pubblico giovanile, che dall’Ottocento in poi, ebbe grande
diffusione e fortuna. Si pensi alle avventure di Pinocchio di Collodi
e a quelle di Ciuffettino di Yambo.
Anche
Vamba, al secolo Luigi Bertelli (1860-1927), proprio come i due
autori citati, era uno scrittore toscano; questo libro, uscito
dapprima a puntate su una rivista per ragazzi, gli diede notevole
fama e si rivelò un successo non soltanto in Italia. Tra
queste pagine, la vicenda viene narrata in forma di diario e chi
scrive in prima persona porta il nome di Giannino Stoppani, detto in
famiglia Gian Burrasca a causa delle reiterate birbanterie che, una
dietro l’altra, finiscono per costellare un’infanzia
vissuta molto intensamente e senza possibilità alcuna di
annoiarsi. Un vero tormento per i genitori e le tre sorelle più
grandi, ma anche per gli altri parenti, inclusi quelli acquisiti!
Ovunque vada e si giri, il bambino – di estrazione borghese –
riesce a fare danni certi, mostrando una naturale e insanabile
propensione a cacciarsi nei guai e a combinarne, come si suol dire,
di tutti i colori, tant’è che qualcuno, a un certo punto
della storia, gli urla contro quanto lui sia “peggio di
Tiburzi”, il famoso brigante maremmano dell’Ottocento. Il
padre prende così la decisione di schiaffare il figlio in
collegio e poi, dopo ulteriori disastri, medita addirittura di
rinchiuderlo in una casa di correzione. Ma Giannino si reputa
incompreso e vittima degli eventi poiché agisce spesso a fin
di bene, convinto che verità e giustizia debbano sempre
trionfare; in effetti, diverse sue considerazioni stupiscono non poco
in bocca a un ragazzino di nemmeno dieci anni e non mancano di
mettere in luce la costante ipocrisia del mondo degli adulti.
"[...]
Ma l'esperienza, purtroppo, mi avvertiva che i piccini, di fronte ai
più grandi, hanno sempre torto, specialmente quando hanno
ragione. [...]"
Fa
da sfondo a questa narrazione molto movimentata e divertente, di
ambientazione toscana (a eccezione di una parentesi romana), l’Italia
d’inizio Novecento, quando le idee socialiste circolavano pian
piano nella società (uno dei due cognati di Giannino ambisce a
diventare deputato proprio con il partito socialista) e così
pure le automobili e altre modernità dei nuovi tempi; la
Grande guerra non aveva ancora fatto capolino nel vecchio continente
stravolgendo la vita di tutti né si preannunciava il disastro
dei decenni successivi al conflitto.
Una
prosa scorrevole e coinvolgente seppur a distanza di oltre cent’anni,
quella di Vamba. Una trama ricca di episodi scoppiettanti (è
proprio il caso di dirlo!), alcuni dei quali particolarmente
esilaranti e memorabili, nonché di personaggi d’ogni
risma. Una lettura gradita tanto ai più giovani quanto agli
adulti; del resto, fu lo stesso autore a dedicare l’opera “ai
ragazzi d’Italia… perché lo facciano leggere ai
loro genitori”. Un classico che sarebbe davvero un gran peccato
perdersi!
Laura
Vargiu
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