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  Letteratura  »  Tre piani, di Eshkol Nevo, edito da Neri Pozza e recensito da Katia Ciarrocchi 28/03/2023
 
Tre piani – Eshkol Nevo - Neri Pozza – Pagg. 255 – ISBN 9788854512696 – Euro 17,00



Tre piani di Eshkol Nevo è un libro brillante che offre una prospettiva unica sulla società israeliana contemporanea.
L’autore narra le vicende degli abitanti di un condominio di Tel Aviv disposto su tre piani, dove ognuno di essi rappresenta un punto di vista differente soprattutto sulle paure degli errori umani; quindi, l’autore si adatta a ogni situazione proponendo una diversa narrazione.
Il romanzo esplora temi universali come la relazione tra passato e presente, la natura delle relazioni umane, e l’identità personale con uno stile fluido e coinvolgente.
Il passato è una forza potente che influenza il presente e il futuro, spesso, i ricordi possono plasmare la visione del futuro e determinare il modo in cui viviamo la nostra vita. Nel libro di Nevo, i personaggi sono costantemente tormentati dai loro ricordi e dalle loro esperienze passate, e cercano di trovare un senso e una comprensione nel loro presente. Il passato non solo influenza il modo in cui vediamo il mondo attuale, ma anche il modo in cui ci relazioniamo con gli altri.
Nevo ha una grande abilità nel descrivere la vita quotidiana, rendendo i personaggi e le loro azioni molto credibili soprattutto dal punto di vista psicologico tracciandone tutte le emozioni.
Il primo piano si concentra su un giovane coppia, e su come cercano di adattarsi alla vita nella grande città, con un padre troppo attento alle fragilità altrui da non vedere le proprie. Il secondo piano presenta i punti di vista degli altri abitanti dello stabile, di una madre troppo presente fino ad annullare sé stessa, facendoci conoscere segreti e le loro relazioni. infine, la terza parte segue la storia di un giudice in pensione, che in un certo senso rappresentano la somma degli abitanti dell’edificio e dei loro problemi.
Eshkol Nevo utilizza la metafora dei tre piani per rappresentare la complessità e la contraddittorietà dell’essere umano, e crea un’opera che è allo stesso tempo divertente e profonda.


Citazioni tratte da Tre piani di Eshkol Nevo

Se fossi il protagonista di uno dei tuoi libri sarebbe finita lí. Da te tutti si fermano sempre all’ultimo. Un attimo prima dell’abisso. Ma nella vita vera non funziona cosí. A quel punto mi ero già convinto di quello che le dicevo. Le mie carezze sono scese lungo la sua schiena nuda, lei ha alzato la testa, mi ha preso la mano e si è infilata le mie dita in bocca. Le ha succhiate. Mi si è rizzato. E nella vita vera c’è un punto oltre il quale per un uomo diventa difficilissimo fermarsi.

E la gioia di scoprire la scandalosa verità: a letto ogni uomo è un po’ diverso

Ogni famiglia è un pianeta a sé, e a volte serve la presenza di qualcuno atterrato lí da un altro posto per rendersi conto.

a Hani non è mai piaciuto ballare al ritmo del flauto delle aspettative altrui, perciò gli ha rivolto un sorriso dolcissimo e ha ripreso a raccogliere mele, i suoi baci li ha serbati per la notte, in camera, dove potevano essere veri, privati, non di tutti.

Ma evidentemente la nostra anima non procede in avanti, solo in cerchi. E ci condanna a cadere e ricadere nelle stesse buche.

Quello che lo impressionava di piú, che continuava a emozionarlo anche dopo trent’anni di viaggi, è il fatto che ogni cultura ha le sue norme.

Tu probabilmente avresti capito subito. La tua cultura generale era sempre piú a portata di mano rispetto alla mia. Io ho sprecato mezza giornata a cercare sull’enciclopedia medica, prima di capire che nel nostro corpo non esiste nessun organo chiamato “superio”, e che evidentemente il sogno si riferiva al “Super-Io”, il termine coniato da Freud nell’ambito della sua teoria topografica secondo la quale l’anima è divisa in tre piani.
L’Enciclopedia delle idee mi ha aiutato a ricordare che al primo piano risiedono tutte le nostre pulsioni e istinti, l’Es. Al piano di mezzo abita l’Io, che cerca di conciliare i nostri desideri e la realtà. E al piano piú alto, il terzo, abita sua altezza il Super-Io. Che ci richiama all’ordine con severità e ci impone di tenere conto dell’effetto delle nostre azioni sulla società.

È tremendo trovarsi distaccati dal proprio figlio. E non ci si deve rassegnare”

Ogni volta che sono stata costretta a rinunciare a qualcosa e a rimanere in gabbia, mi sono consolata: non importa, ci sarà una seconda possibilità.
E una morte cosí – lo capisci?
Ti porta a pensare che forse non ci sarà. La seconda possibilità, intendo. Di fare quello che vorresti. Ti cambia qualcosa dentro. Acuisce qualcosa. Devi capire, devi. Puoi?

Quella sera è venuto tutto a galla. Non la smettevi piú di offendere Adar, pesantemente, e lui non rispondeva. Solo dopo che hai taciuto lui ha detto, lo so che sono una gomma da masticare rimasta appiccicata alla suola delle tue scarpe eleganti, papà, ma purtroppo adesso la gomma ha bisogno d’aiuto.

E non conosco molte donne il cui uomo ha continuato a portare fiori ogni settimana, per trent’anni, ogni volta in un giorno diverso, per risultare sempre inaspettato.

Non si può costringere una donna a scegliere, Michael, se è piú importante l’alleanza col marito o con i figli. Ma io ho scelto. Qualunque giuria di madri mi considererebbe colpevole, naturalmente. Mi metterebbero al rogo. Una madre che rinuncia al figlio: esiste peccato piú grave per una madre ebrea?

le persone sensate non esistono. E nemmeno le azioni sensate. Esiste solo l’azione che una persona specifica, in un momento specifico, deve compiere.

E questo mi avrebbe costretto a fare la cosa piú difficile: levare le maschere e guardarmi in faccia, guardare le mie scelte e le loro conseguenze, nel bene e nel male. Anche nel peggiore dei mali.

I tre piani dell’anima non esistono dentro di noi. Niente affatto! Esistono nello spazio tra noi e l’altro, nella distanza tra la nostra bocca e l’orecchio di chi ascolta la nostra storia. E se non c’è nessuno ad ascoltare, allora non c’è nemmeno la storia. Se non c’è uno cosí, a cui svelare segreti, con cui sciorinare ricordi e consolarsi, allora si parla con la segreteria telefonica, Michael. L’importante è parlare con qualcuno. Altrimenti, tutti soli, non sappiamo nemmeno a che piano ci troviamo, siamo condannati a brancolare disperati nel buio, nell’atrio, in cerca del pulsante della luce.


Katia Ciarrocchi



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