DELITTI di
Vittorino Andreoli
© 2001 RCS Libri S.p.A. Milano Pag.
326
Vittorino Andreoli
è uno dei più autorevoli psichiatri italiani. Molti i testi da lui pubblicati e
innumerevoli le perizie psichiatriche che ha condotto su
richiesta dei tribunali.
Ci sono crimini che apparentemente
sembrano inspiegabili, a volte così efferati da parere
disumani.
Eppure, anche chi commette delitti
atroci è pur sempre un essere umano, il quale porta dentro di sé delle
motivazioni profonde.
Dice lo psichiatra: “Ho molti
dubbi, ma sono certo che tutti gli omicidi siano uomini, anche se deformati
rispetto a come vorremmo fosse l'uomo sapiens sapiens”.
In questo libro Andreoli
ha raccolto dieci casi di crimini violenti che hanno riempito le pagine di
cronaca di questi anni. Tutti ricordiamo Pietro Maso, il giovane che uccise i
suoi genitori per denaro. O Luigi Chiatti, il mostro
di Foligno.
E' così facile barricarsi dietro
etichettature e allontanare da sé il male, affibbiando titoli quale mostro a
chi sentiamo distante da noi.
Personalmente trovo più intelligente
e producente un atteggiamento che ci porti a
comprendere il perché accadano queste cose. Cosa porti una
persona a compiere determinate azioni. Quanta parte di follia ci sia e quanta
capacità di intendere e di volere.
Andreoli non ci
permette di chiudere gli occhi davanti a questi fatti che, sicuramente,
scuotono e spaventano; ma mostra con semplicità e perizia cosa è accaduto a
questi giovani.
Un modo anche di mettere in guardia
la società, che ha intrapreso una via di non ritorno.
Parlando di Erika e Omar, il caso di
Novi Ligure, dice: “Questo scenario non ha nulla di morboso, semmai una
tristezza che porta a riflettere sul ruolo della famiglia e della scuola di
oggi e sui possibili errori che queste istituzioni e l'intera società possono
aver commesso”.
Ecco quindi che ogni capitolo è
dedicato più che al caso, alla persona. “Nella prima parte si parla del
fatto, si offre la cronaca di ciò che è accaduto. La seconda parte è dedicata
all'assassino, a un uomo che ha ucciso. Ne descrive la personalità, le
caratteristiche: l'anatomia di un omicida. La terza parte combina,
dinamicamente, l'evento – l'omicidio – alla personalità dell'omicida”.
E' questo un libro da leggere non con
la morbosa curiosità di ripercorrere le tappe di un assassinio, ma con la sana
voglia di capire e di comprendere come è potuto accadere che una persona a un
certo punto della sua vita, si sia trovata in condizione di dover agire in
questa maniera.
Concludo con una frase del dottore
che non posso fare altro che rimarcare, dal momento che ripropone il mio stesso
sentire: “Mi indigno quando sento ancora chiedere a
furor di popolo la pena di morte oppure l'ergastolo. Ecco il frutto di anni e
anni di puro spettacolo senza alcun approfondimento, che permette di scatenare
emozioni altrettanto sfrenate quanto il gesto omicida”.
© Miriam
Ballerini