FEDERICO GARCIA
LORCA
La guerra civile nella
lirica dei paesaggi andalusi
a cura di Fabrizio Manini
Nella sua prima raccolta di versi Libro di poesie (1921) Lorca intende raccontare la propria gioventù e l'adolescenza
utilizzando la tecnica delle favolette moralistiche
che alternano bizzarria e eccentricità scanzonata, il tutto sotto le influenze
del modernismo e di continui richiami all'opera del simbolista nicaraguense Rubén Darío. Tuttavia sono
presenti anche la tematica andalusa e la musicalità tipiche
di tutta la sua produzione, che si ritrovano in particolare in Canzoni
(1927) e nel Poema del canto profondo (1931) che nell'idioma della
sua terra sta a indicare il flamenco: nelle Canzoni, l'andalusismo del poeta si manifesta nel legame fra il mito
della terra madre e il sentimento fortissimo della morte, nel Poema
risalta la ritmicità di un canto intriso di cenni a un passato misterioso,
strettamente connesso a tematiche e cadenze della cultura popolare, dalle
filastrocche per bambini alla produzione gitana. Infatti
è soprattutto in questo poema che si intravede il “gitanismo”
di Lorca, che apparirà poi in tutta la sua potenza
nel Primo romancero gitano.
In una lirica dal titolo Canti nuovi (1920) Lorca
scrive testualmente: ho sete di risate e di aromi; sete di canti rifulgenti
e sereni, colmi di sogni e di pensieri. È questo un modo di scrivere che va
diritto al cuore delle cose e si placa solo nella letizia dell'eterno.
Queste poche righe stanno a significare che la poesia è comunque presente in
tutte le cose, siano esse belle o brutte; ciò che fa la differenza è la
capacità dell'osservatore di cogliere le emozioni, interpretandole diversamente
a seconda della sensibilità della mente e del cuore. Per il poeta è
importantissimo riuscire a scuotere dal torpore tutte le zone nascoste
dell'anima, la quale deve saper vedere il bagliore dei sentimenti nelle forme
che la circondano. Come si può ben capire l'ispirazione iniziale di Lorca era di natura prettamente romantica, ma in essa si
compenetra un profondo bisogno di paesaggio e di natura che evochi gli episodi
energici e le immagini vitali della calda terra di Spagna, dando loro una
sfumatura quasi onirica e tendente al surrealismo. L'educazione iniziale che ha
ricevuto il poeta nell'ambito familiare e scolastico prima, nei circoli
culturali di Granada poi, si allarga necessariamente e rapidamente, dopo il suo
trasferimento a Madrid, verso dimensioni più estese, fino a paragonarsi con i
luoghi fondamentali dell'identità spagnola: Avila, Burgos, Santiago de
Compostela e il monastero di Silos.
Quando leggeva i propri testi Lorca era
commovente e straordinario; notevoli capacità vocali e spiccata comunicatività,
uniti ad una certa simpatia, obbligavano quasi ad
arrendersi al suo fascino interpretativo; la creatività di cui era dotato
appariva sempre naturale e spontanea, mai artificiosa o manierata. La sua
poesia mette quasi di fronte ad un'essenza di assolutismo: è il suo duende (suggeritore notturno) che gli rivelava ciò
che egli era capace di trasporre in un'immediatezza talvolta crudele (come nel
celeberrimo Lamento per Ignazio Sánchez Mejías), ma pur sempre vicina alle radici
dell'esistenza umana e dell'universo, in una prospettiva che illuminava se stesso
e il mondo circostante.
Lorca fece parte, con un ruolo quasi di
leader, di quel gruppo di scrittori che in Spagna tennero banco fino al 1936,
anno della rivoluzione franchista; i più noti furono Pedro Salinas,
Jorge Guillén, Dámaso Alonso, Vicente Aleixandre, Rafael Alberti, Luis Cernuda,
Léon Felipe, Miguel Hérnandez.
Tutti questi autori, dispersi dalla politica franchista, si contrapposero
sempre e decisamente al regime con i loro messaggi di libertà. Lorca, forse un po' più degli altri, fu capace di
descrivere in maniera quasi perfetta gli aspetti dell'andalusismo
popolare, rappresentato dalla personale esperienza granadina,
creando fin dall'inizio uno stretto legame con le radici della terra natia e
contemporaneamente seguendo l'esperienza popolare del suo “vagabondare” per la
Spagna. L'ispirazione di Lorca, da lirica e
romantica, si volge verso il concreto dei fatti storici per poi spingersi alla
ricerca di una visionarietà riconducibile a correnti artistiche come
l'Espressionismo, il Surrealismo e il Dadaismo. Il profilo culturale e onirico-sognatore della realtà popolare è intriso di
aspetti storici e sociali; probabilmente è per questo che le sue romanze erano
lette davanti a tutti nei raduni repubblicani e nei circoli. Denunciato come
omosessuale e come agente al servizio dei sovietici da un clericale di destra, Lorca è catturato il 16 agosto 1936 in casa del poeta Luis
Rosales. La sua tragica morte, avvenuta per
fucilazione ad opera della guardia civile, ha
rappresentato e rappresenta tutt'oggi, anche fuori dalla Spagna, la condanna di
un autore che con i suoi scritti si era schierato a fianco del popolo contro il
clero e la destra fascista.
Lorca nella sua breve vita scrisse anche opere
teatrali: La casa di Bernarda Alba (che ha
come sottotitolo Dramma di donne in terra di Spagna) e Donna
Rosita nubile vengono considerate capolavori nel teatro spagnolo del
Novecento; il tema di fondo è quello della femminilità frustrata che vive il
conflitto fra la passione amorosa e sessuale (con ansia di maternità) e le
convenzioni dell'onore nel senso della rispettabilità sociale. Le vicende hanno
per sfondo paesaggi malinconici sprofondati in un'atmosfera indefinita che
sembra attendere una catastrofe incombente e forse inevitabile. Questo mondo di
passioni violente e talvolta incontrollabili vengono comunque riscattate da una
poesia umana e civile che conferisce grandissima dignità all'esistenza delle
protagoniste.
Le poesie che vi propongo, nella traduzione di Lorenzo Blini, sono Il silenzio e Paesaggio, tratte
entrambe dal Poema del canto profondo; sono due liriche poco note e
soprattutto brevi che rispecchiano perfettamente i temi di fondo della
raccolta: nella prima, in sei versi sciolti e liberi anche nell'originale
versione in lingua spagnola, colpisce l'immediatezza estrema e la violenta
brutalità dei due versi finali che esprimono senza mezzi termini (e senza
uguali in poesia) il dolore eccessivo di un passato destinato a ripetersi; la
seconda sintetizza l'essenza della terra andalusa e accenna velati riferimenti
a trascorsi indefiniti che però ancora riguardano un presente incerto, tipico
della cultura popolare gitana.
Riferimenti:
Federico Garcia Lorca, Poesie, Fabbri Editori.
IL
SILENZIO
Ascolta, figlio
mio, il silenzio.
È un silenzio ondulato,
un
silenzio,
dove
scivolano valli ed echi
e che
inclina le fronti
al suolo.
PAESAGGIO
Il campo
di olivi
si apre e
si chiude
come un
ventaglio.
Sull'oliveto
un cielo
sommerso
e una
oscura pioggia
di stelle
fredde.
Trema giunco e penombra
sulla riva del
fiume.
Si arriccia il vento grigio.
Gli olivi
sono carichi
di grida.