Roberto Mistretta
Il
canto dell'upupa
Cairo Editore - Pag. 260 euro 15
Roberto Mistretta è uno scrittore italiano che ha avuto successo in
Germania prima di poter essere pubblicato da un grande editore italiano. Il
canto dell'upupa era già uscito in Italia per il piccolo editore siciliano
Terzo Millennio nella collana L'Olivo Saraceno, come seconda avventura del maresciallo Bonanno
dopo Non crescere troppo (secondo al Premio Fedeli per il miglior poliziesco
dell'anno). Adesso esce per Cairo e viene presentato come il primo di una serie di noir che
hanno come protagonista il maresciallo dei carabinieri Saverio Bonanno. Roberto Mistretta è
padrone dell'arte di raccontare con semplicità, passa dalle storie per ragazzi
al giallo e affronta pure problemi sociali di grande rilevanza. Mistretta costruisce le storie partendo dal sociale e da
un'accurata analisi della realtà, il racconto non è mai fine a se stesso, ma
racchiude un messaggio importante. Il canto dell'upupa è un romanzo sulla piaga
della pedofilia. L'argomento è delicato, ma l'autore lo affronta senza abusare
di toni crudi e particolari scabrosi, ma al tempo stesso senza cadere nel
patetico. Mistretta fa intuire le nefandezze che
accadono e preferisce una strada letteraria alla facile scorciatoia del
mostrare a piene mani, se fosse un regista di cinema non sarebbe un Joe D'Amato e nemmeno un Lucio Fulci, ma un ottimo Pupi
Avati. L'impacciato e umano maresciallo Bonanno
risolve il mistero seguendo le tracce di un ragazzino e di un'upupa, terribile
sigla dalle antiche suggestioni letterarie dietro la quale si nasconde
un'organizzazione di turpi individui. Le parti più riuscite del romanzo sono
quelle in cui il bambino parla in prima persona e confessa le sue paure. Troviamo
brani di pura poesia, cose come “l'upupa continuava a nutrirsi della paura di
Marcellino” che fanno sopportare la struttura da giallo classico. Il canto dell'upupa è anche una storia del
terrore, perché la spirale nella quale viene avvolto il maresciallo Bonanno, mano a mano che la tela del mistero si dipana, non
è certo tranquillizzante. Le parti in cui il bambino scrive cose orribili nei
compiti di scuola sono narrativa horror di alto
livello e il lettore ne esce sconcertato. Da notare un ottimo uso della lingua
siciliana, sulla scia di Camilleri, che rende i personaggi più concreti e
credibili. Roberto Mistretta è un allievo di
Camilleri, ma la sua narrativa risulta più fruibile perché l'uso del dialetto è
limitato a termini di facile comprensione. La storia, inutile dirlo, tiene incollati
al libro.
Gordiano
Lupi
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