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  Letteratura  »  Storie minime, di Maria Pina Ciancio, edito da Fara e recensito da Salvo Zappulla 06/11/2009
 

Storie minime

 

Anche in questa sua seconda fatica letteraria Maria Pina Ciancio si dimostra poetessa passionale, ancorata alle sue radici, modellata e forgiata con le lacrime e il sangue della propria terra, la terra lucana, terra del Sud. Storie minime (Fara Editore, pagg.47, €. 10,00) è una preziosa silloge di poesie sul tema dell'emigrazione. Un grido di dolore quello di Maria Pina Ciancio, un'invocazione struggente che si leva alta nel cielo a cingere in un abbraccio ideale quanti hanno dovuto spezzare il legame ombelicale con la terra che li ha generati, in cerca di fortuna altrove. “Evaporano i sogni e dentro i sogni/la storia di mio padre/quella di valigie di cartone cotte al sole/trascinate a mani strette...”.  I “versi imperfetti” di Maria Pina sono un richiamo alla memoria, procedono per improvvise illuminazioni, si soffermano sui dettagli, sui particolari, traboccano da un'esigenza interiore: entrare in simbiosi con il proprio popolo. Non ti era bastato il mio amore/e neppure il mio pianto./Hai voluto fuggire prima del giorno/perché non vedessi/nel fondo degli occhi l'odore del viaggio. I versi dedicati a Rocco Scotellaro vogliono essere invece un omaggio a un uomo esemplare che nella sua terra  c'è rimasto, seppellito in giovane età. Una scrittura minimalista estremamente evocativa, pregna di suggestioni, odori, sapori, che coinvolge i sensi tutti. Una realtà desolante e precaria nella quale anche la speranza sembra destinata a morire.   Al mio paese d'inverno/la neve non era bianca/ma rossa di sangue di porco...

Maria Pina Ciancio racconta il suo mondo attraverso la scrittura, ne assimila le sofferenze, le gioie del quotidiano, si rende messaggera di un malessere atavico. Nei suoi scritti l'impegno, l'ideologia trovano equilibri sottili, si appellano alla coscienza, e la poesia diviene il punto di confluenza, il luogo nel quale abbattere i confini e offrire dimora agli stranieri di tutto il mondo.

 

                                                                                               Salvo Zappulla

 

 
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