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  Letteratura  »  Katia Ciarrocchi ha recensito Il cielo ti cerca, di Richard Bach, edito da Rizzoli 14/11/2009
 

Il cielo ti cerca

di Richard Bach

Rizzoli Editore

Narrativa romanzo

Pagg. 153

ISBN: 9788817035248

Prezzo: € 10,00

 

 

 

 

 

Tutto quello che succede attorno a me avrà conseguenze positive sul quadro generale.
Le persone saranno gentili con me, come io lo sono con loro.
Le coincidenze mi condurranno ad altre persone che hanno lezioni da darmi, e alle quali io ho a mia volta qualcosa da insegnare.
Non mi mancherà niente di quanto è necessario a diventare la persona che ho deciso di essere.
Ricorderò che ho creato io questo mondo e che lo posso cambiare e migliorare con le mie suggestioni ogni volta che lo desidero.
Riceverò continue conferme del fatto che il mio mondo sta cambiando proprio come avevo progettato che facesse e riterrò i cambiamenti migliori di quello che avrei immaginato.
La risposta a ogni mia domanda mi arriverà in modo chiaro, veloce e inatteso, dal mio intimo.

 

Dove il volo diviene un'altra metafora di vita.
Richard Bach, scrittore e pilota di aerei fa della sua passione un'arte e gran parte della sua produzione letteraria ne è influenzata. Raggiunge l'apice del successo con Il gabbiano Jonathan Livingston, divenuto in breve tempo una sorta di testo culto, un testo filosofico – spirituale, con impliciti riferimenti alla dottrina della reincarnazione.
Oggi Bach propone una nuova favola “Il cielo ti cerca” dove sono trattati molto ampiamente i temi della suggestione e dell'ipnosi.

Un libro che ho letto il giorno stesso della sua uscita e che mi ha messo in una condizione di “combattimento” con il mio raziocinio.
Jamie Forbes è un pilota che, nonostante anni di volo, quando accende il motore prova la stessa magica emozione della prima volta. Oggi insegna a volare a quelli che sognano di avere le ali. La sua vita, o per meglio dire il suo pensiero cambierà totalmente direzione quando un mattino di Settembre, durante un volo gli giunge il disperato SOS di Maria, la quale si trova a bordo di un piccolo aereo, e il marito (pilota) ha avuto un malore.
Jamie, con la sua voce e la sola forza della mente la convince ad assumere il comando del piccolo aereo: la ipnotizza.
Soltanto dopo quest'avvenimento Jamie comprende una vecchia lezione, ricevuta, anni prima, dal leggendario Blacksmith, che lo aveva ipnotizzato persuadendolo di essere prigioniero in una cella di pietre, mentre nella realtà Jamie toccava solo aria: era prigioniero solo della sua mente.
E si rende conto dell'immenso potere della suggestione nelle nostre vite, imparando che dobbiamo essere noi a dare forma alla realtà, e non la realtà, con le sue illusioni e i suoi inganni, a plasmare i nostri sogni e impedirci di viverli davvero. Perché, come il gabbiano Jonathan Livingston, se solo lo vogliamo, possiamo essere tutti liberi di volare.
Nella recensione all'Ipnotismo di August Forel pubblicato nel 1899 S.Freud affermava :Lo stato ipnotico è provocato dalla suggestione, la suggestione cioè la capacità di suggerire è un avvenimento tanto grandioso da poter essere paragonato alle maggiori scoperte o meglio ancora alle maggiori rivelazioni dello spirito umano
Quando permettiamo agli avvenimenti, persone, incontri, situazioni di suggestionare le nostre scelte e la nostra vita? Purtroppo tanto e non ce ne rendiamo conto perché tutti questi “stimoli” rimangono registrati sulla nostra “subcoscienza”, senza il concorso della nostra volontà cosciente, penetrando nel nostro cervello quasi a nostra insaputa.
La psicoanalisi di Sigmund Freud dimostra come “L'uomo, sempre indicato quale essere pensante e capace di operare libero da condizionamenti, sia invece assoggettato a potenti forze irrazionali, riconducibili al potere dell'inconscio. L'uomo non è più il protagonista della propria vita, ma un burattino governato da forze sconosciute”.
Riuscire a ipnotizzare se stessi (e non lasciarsi ipnotizzare dal mondo esterno che ci circonda), tramutare il NON del pensiero negativo in positivo dando così la possibilità, a ciascuno di noi, di “pilotare” la propria vita: divenire protagonisti e non più burattini.
Una favola che fa riflettere, mettendo in ”combattimento” il nostro inconscio-conscio.

 

Note biografiche dell'autore: (tratto da Wikipedia)
Fu pilota riservista per l'U.S. Air Force, scrittore di manuali tecnici per la Douglas Aircraft Company ed anche pilota acrobatico, prima di dedicarsi alla narrativa.
L'autore ha avuto sei figli dalla sua prima moglie, Bette, da cui ha divorziato nel 1970. Suo figlio Jonathan, giornalista, ha scritto un libro in cui analizza il controverso rapporto con il padre: A Reunion of Father and Son (1993).
Dopo anni di collaborazione con varie riviste inglesi – soprattutto periodici specializzati in aviazione, come lo statunitense "Flying" – raggiunge la popolarità con il suo primo romanzo, Il gabbiano Jonathan Livingston, pubblicato negli Stati Uniti nel 1970 e successivamente tradotto in decine di lingue.
L'opera, corredata nell'edizione originale dalle fotografie di Russel Munson, è essenzialmente una fiaba a contenuto morale che narra la storia di un gabbiano, metafora dell'uomo, che persegue per tutta la vita un ideale di perfezione che lo porterà dapprima all'isolamento e quindi allo studio e al sacrificio, fino ad apprendere il segreto della bontà e dell'amore che cercherà di insegnare ai propri simili.

 

Katia Ciarrocchi

 

www.liberolibro.it

 

 
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